C’è davvero poco tempo per approvare la manovra di Bilancio che deve vedere la luce entro la fine dell’anno. La maggioranza non ha intenzione di cambiare impostazione, ma intanto sono più di tremila gli emendamenti presentati, di cui solo un quinto delle forze di governo. Dunque, l’opposizione ha dato battaglia in commissione Bilancio anche se, per domenica, tutte le forze politiche dovranno sfoltire le proposte di modifica che passeranno al vaglio del ministero dell’Economia prima di ritornare in commissione a metà mesa. Poi il passaggio in Aula, alla Camera, e subito dopo Natale – almeno questo è il cronoprogramma di massima – in Senato.
In ogni caso la maggioranza continua a difendere anche quelle misure che più hanno suscitato le proteste delle minoranze. I nodi da sciogliere sono l’uso del Pos con il limite dei 60 euro, l’aumento delle pensioni minime, lo sblocco dei crediti per il superbonus. Per quanto riguarda il tetto al contante, che il governo ha fissato nel disegno di legge di Bilancio a 5mila euro, arriva dall’Ue una notizia che – ovviamente - le forze che fanno parte dell’esecutivo hanno accolto positivamente. Si tratta del tetto a 10mila euro per le operazioni e pagamenti in contanti. La soglia è stata indicata dal Consiglio Ue nell’adozione della propria posizione negoziale con il Parlamento europeo sul pacchetto antiriciclaggio e la lotta ai finanziamenti al terrorismo.
E’ il fattore tempo a preoccupare Palazzo Chigi. Si apprende in serata che si starebbe valutando l’ipotesi di costituire una cabina di regia proprio per accelerare i lavori e superare gli ostacoli sulla manovra. A guidarla potrebbe essere il fedelissimo, nonché cognato della premier, Francesco Lollobrigida. Ma non ci sono conferme. Nel frattempo si lavora e ad impensierire c’è pure il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il problema principale riguarda il raggiungimento dei 55 obiettivi programmati per il 31 dicembre. All’appello ne mancherebbe ancora la metà. Se non venissero raggiunti l’Unione europea non staccherà il prossimo assegno per un finanziamento che vale 19 miliardi di euro.
La legge di Bilancio è fondamentale e l’ipotesi di ricorrere all’esercizio provvisorio non è nemmeno da prendere in considerazione. A maggior ragione in presenza di una congiuntura internazionale difficile e che rende la situazione economica estremamente incerta. Sul pericolo di una recessione è tornata anche la presidente della Bce, Christine Lagarde. Siamo in tempi di “permacrisi”, ha detto la numero uno dell’Eurotower, riferendosi al prolungato periodo di incertezza che sta caratterizzando questi anni. La situazione è molto “instabile”. La Bce, tuttavia, continuerà sulla strada di politiche monetarie restrittive “per assicurare che l’inflazione elevata non si consolidi e che torni al 2% nel medio termine”. Vedremo con quali modalità. Senza dubbio le decisioni degli ultimi mesi - aumento dei tassi di interesse, riduzione della moneta in circolazione e riduzione degli acquisti di titoli – stanno contribuendo a raffreddare l’economia.
L’Ocse, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo sviluppo economico, parla in maniera molto chiara di un rallentamento della crescita per la maggior parte delle grandi economie del mondo. E l’Italia non fa eccezione. In questo contesto così complicato non tutti però sono pessimisti, almeno per quanto riguarda dati e rilevazioni. Anche se poi a parlare è sempre l’economia reale.