
A poche ore da una decisione analoga da parte della Federal Reserve americana, anche la Banca centrale europea ha alzato il costo del denaro, per l’ennesima volta nel corso del 2022 che si sta per chiudere. La mezza buona notizia è che questa volta il ritocco è stato "solo" dello 0,5% e non dello 0,75%, come invece accaduto in passato.
Il rovescio della medaglia è però che non si tratterà dell’unico rialzo, come ha avvertito la governatrice dell’Eurotower, Christine Lagarde. Il motivo? Contrastare l’inflazione.
Ma nel frattempo a soffrire sono coloro che hanno acceso mutui o aperto finanziamenti.
Nuovo ritocco, anche se limitato
Con l’inflazione ai suoi massimi da circa 40 anni a questa parte, anche la Bce ha deciso di alzare i tassi d'interesse di mezzo punto percentuale. Significa che ora il tasso sui depositi è al 2%, quello sui rifinanziamenti principali al 2,5% e quello sui prestiti marginali al 2,75%.
Perché non sarà l’ultima volta
"Le future decisioni sui tassi ufficiali del Consiglio direttivo continueranno a dipendere dai dati e seguiranno un approccio riunione per riunione", si legge nel comunicato della Bce, in cui si sottolinea come l’economia dell'Eurozona non lascia sperare in miglioramenti a stretto giro. Fra il quarto trimestre 2022 e il primo trimestre 2023, si prevede una "recessione relativamente breve e poco profonda", come indica la Bce, le cui nuove previsioni macroeconomiche indicano "una crescita economica del 3,4% nel 2022, dello 0,5% nel 2023, dell'1,9% nel 2024 e dell'1,8% nel 2025".
Da qui la scelta della Banca centrale europea, la cui governatrice Christine Lagarde ha avvertito che non sarà l’ultimo ritocco a breve: "I tassi aumenteranno ancora in misura significativa".
Le conseguenze per i mutui a tassi variabile
L’effetto immediato è che il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni – leggasi mutui a tasso variabile - è salito al 3,02% dal 2,75% del mese precedente, segnando il massimo dall’agosto del 2014. Secondo una simulazione di Facile.it, un mutuo a tasso variabile da 126.000 euro in 25 anni sottoscritto a gennaio 2022, con un tasso (Tan) di partenza dello 0,67%, corrispondente ad una rata mensile iniziale di 456 euro, potrebbe aumentare del 39% rispetto a inizio anno.
Come sottolinea anche il Corriere della Sera, “dopo i tre aumenti dei tassi da parte della Bce, la rata attuale è già arrivata a circa 602 euro, vale a dire quasi 150 euro in più rispetto a quella iniziale. Se la Bce dovesse confermare un nuovo aumento del costo del denaro di 50 punti basi, ipotizzando che l’Euribor cresca in modo analogo, la rata mensile del mutuatario salirebbe, nei prossimi mesi, a circa 636, vale a dire quasi 35 euro in più rispetto ad oggi e 180 in più rispetto a inizio anno (+39%)”.