il lungo addio

Papa Benedetto XVI: l’omaggio dei fedeli, i funerali e il testamento

Mattarella e Meloni hanno reso omaggio alla salma di Joseph Ratzinger. Il 5 gennaio sarà la prima volta che un Papa celebra i funerali di un Papa emerito

Papa Benedetto XVI: l’omaggio dei fedeli, i funerali e il testamento

Iniziato da stamattina alle 9 nella basilica di San Pietro, l’ultimo saluto dei fedeli a papa Benedetto XVI, morto all’età di 95 anni lo scorso 31 dicembre alle ore 9.34, dopo una lunga malattia. La salma di Ratzinger sarà esposta per tre giorni, fino ai funerali che si celebreranno giovedì 5 gennaio. 

A rendere omaggio al primo papa emerito della storia, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella arrivato prima dell'apertura della basilica vaticana, e il premier Giorgia Meloni ed il sottosegretario alla presidenza del consiglio Alfredo Mantovano e il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida.

 

L'omaggio dei fedeli e i funerali

Giovedì 5 gennaio 2023, saranno celebrati i funerali del Papa emerito Benedetto XVI.

Dalle 9 alle 19 di oggi lunedì 2 gennaio fino al funerale che sarà presieduto da papa Francesco a partire dalle 9.30, la salma del papa emerito sarà esposta nella Basilica di San Pietro per l'omaggio dei fedeli. Sarà la prima volta nella storia che un Papa celebra i funerali di un Papa emerito. 

La Prefettura di Roma prevede in Piazza San Pietro 50-60 mila persone per le esequie, e 30-35 mila al giorno per il saluto dei fedeli. 

 

Il testamento spirituale

Joseph Ratzinger e il testo integrale del suo testamento spirituale reso noto dal Vaticano: «Se in quest'ora tarda della mia vita guardo indietro ai decenni che ho percorso, per prima cosa vedo quante ragioni abbia per ringraziare. Ringrazio prima di ogni altro Dio stesso, il dispensatore di ogni buon dono, che mi ha donato la vita e mi ha guidato attraverso vari momenti di confusione; rialzandomi sempre ogni volta che incominciavo a scivolare e donandomi sempre di nuovo la luce del suo volto. Retrospettivamente vedo e capisco che anche i tratti bui e faticosi di questo cammino sono stati per la mia salvezza e che proprio in essi Egli mi ha guidato bene».

 

«Ringrazio i miei genitori che mi hanno donato la vita in un tempo difficile e che, a costo di grandi sacrifici, con il loro amore mi hanno preparato una magnifica dimora che, come chiara luce, illumina tutti i miei giorni fino a oggi. La lucida fede di mio padre ha insegnato a noi figli a credere, e come segnavia è stata sempre salda in mezzo a tutte le mie acquisizioni scientifiche; la profonda devozione e la grande bontà di mia madre rappresentano un'eredità per la quale non potrò mai ringraziare abbastanza. Mia sorella mi ha assistito per decenni disinteressatamente e con affettuosa premura; mio fratello, con la lucidità dei suoi giudizi, la sua vigorosa risolutezza e la serenità del cuore, mi ha sempre spianato il cammino; senza questo suo continuo precedermi e accompagnarmi non avrei potuto trovare la via giusta».

 

«Di cuore ringrazio Dio per i tanti amici, uomini e donne, che Egli mi ha sempre posto a fianco; per i collaboratori in tutte le tappe del mio cammino; per i maestri e gli allievi che Egli mi ha dato. Tutti li affido grato alla Sua bontà. E voglio ringraziare il Signore per la mia bella patria nelle Prealpi bavaresi, - scrive ancora - nella quale sempre ho visto trasparire lo splendore del Creatore stesso. Ringrazio la gente della mia patria perché in loro ho potuto sempre di nuovo sperimentare la bellezza della fede. Prego affinché la nostra terra resti una terra di fede e vi prego, cari compatrioti: non lasciatevi distogliere dalla fede. E finalmente ringrazio Dio per tutto il bello che ho potuto sperimentare in tutte le tappe del mio cammino, specialmente però a Roma e in Italia che è diventata la mia seconda patria. A tutti quelli a cui abbia in qualche modo fatto torto, chiedo di cuore perdono».

 

«Quello che prima ho detto ai miei compatrioti, lo dico ora a tutti quelli che nella Chiesa sono stati affidati al mio servizio: rimanete saldi nella fede! Non lasciatevi confondere! Spesso sembra che la scienza — le scienze naturali da un lato e la ricerca storica (in particolare l'esegesi della Sacra Scrittura) dall'altro — siano in grado di offrire risultati inconfutabili in contrasto con la fede cattolica. Ho vissuto le trasformazioni delle scienze naturali sin da tempi lontani e ho potuto constatare come, al contrario, siano svanite apparenti certezze contro la fede, dimostrandosi essere non scienza, ma interpretazioni filosofiche solo apparentemente spettanti alla scienza; così come, d'altronde, è nel dialogo con le scienze naturali che anche la fede ha imparato a comprendere meglio il limite della portata delle sue affermazioni, e dunque la sua specificità».

 

«Sono ormai sessant'anni che accompagno il cammino della Teologia, in particolare delle Scienze bibliche, e con il susseguirsi delle diverse generazioni ho visto crollare tesi che sembravano incrollabili, dimostrandosi essere semplici ipotesi: la generazione liberale (Harnack, Jülicher ecc.), la generazione esistenzialista (Bultmann ecc.), la generazione marxista. Ho visto e vedo come dal groviglio delle ipotesi sia emersa ed emerga nuovamente la ragionevolezza della fede. Gesù Cristo è veramente la via, la verità e la vita - e la Chiesa, con tutte le sue insufficienze, è veramente il Suo corpo. Infine, chiedo umilmente: pregate per me, così che il Signore, nonostante tutti i miei peccati e insufficienze, mi accolga nelle dimore eterna», conclude Ratzinger nel suo testamento spirituale.

 

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