La decisione unilaterale

Putin, tregua di 36 ore nei combattimenti per il Natale ortodosso

La decisione di Mosca per una sospensione delle ostilità dalle 12 di oggi alle 00 del 7 non è piaciuta a Kiev: “Un’ipocrisia, ritiratevi e avrete la tregua”

Putin, tregua di 36 ore nei combattimenti per il Natale ortodosso

La decisione unilaterale di Putin per una breve tregua nei combattimenti di 36 ore per il Natale ortodosso, che cade il 7 gennaio, non è affatto piaciuta a Kiev che ha risposto all’appello alla sospensione delle ostilità che, la tregua ci sarà solo quando i russi si ritireranno dal Paese.

 

L’ordine per la tregua natalizia, dal mezzogiorno del 6 gennaio alla mezzanotte del 7, sarebbe arrivato dal presidente russo dopo una telefonata con il suo omologo turco Erdogan, che ha chiesto un "cessate il fuoco unilaterale" di maggiore durata e non solo per la parentesi natalizia, in modo da favorire la ricerca di un negoziato.

 

Putin ha ribadito ancora una volta che il suo Paese è aperto ad "un dialogo serio", ma solo se Kiev "soddisfa le richieste note e tiene conto delle nuove realtà territoriali". Aggiungendo poi una nota polemica contro i Paesi occidentali, accusandoli di svolgere "un ruolo distruttivo" in Ucraina per il fatto di continuare ad armarla e fornirle informazioni d'intelligence utili alle sue truppe per individuare i bersagli.

 

Le reazioni

Per il presidente Usa Joe Biden la tregua richiesta da Mosca non sarebbe altro che il tentativo della Russia di guadagnare "un po' di ossigeno" per ovviare alle difficoltà delle sue truppe sul terreno. 

 

"C'è un aggressore: il Cremlino. E una vittima: il popolo ucraino. Il ritiro delle truppe russe è l'unica opzione seria per ripristinare la pace e la sicurezza. L'annuncio di un cessate il fuoco unilaterale è falso e ipocrita quanto le annessioni illegali e grottesche e i referendum che le accompagnano", ha twittato il presidente del Consiglio Ue Charles Michel.

 

II presidente Volodymyr Zelensky intervenendo nella serata di ieri ha detto: "Le autorità russe vogliono usare il Natale come copertura per fermare l'avanzata dei nostri ragazzi nel Donbass, anche solo per un po', e portare attrezzature, munizioni e mobilitarsi più vicino alle nostre posizioni. Questo porterà solo un altro aumento del numero delle vittime. Tutti nel mondo sanno come il Cremlino usa le pause della guerra per continuare la guerra con rinnovato vigore", ha aggiunto il presidente, assicurando che la "guerra finirà quando i soldati" russi "se ne andranno o li cacceremo".

 

Una pura "ipocrisia”, per il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak, che attaccato anche Kirill, giudicando la sua richiesta "una trappola cinica" e accusando la Chiesa da lui guidata di agire "solo come propagandista di guerra".

 

"Non possiamo prenderli sul serio", gli fa eco il ministro degli esteri Dmytro Kuleba. "Se la Russia vuole una tregua, insiste Podolyak, ha una sola possibilità di ottenerla: "ritirarsi dai territori occupati".

 

Per Oleksii Danilov segretario del Consiglio di sicurezza e di difesa ucraino, Mosca si prepara a una nuova escalation in febbraio, quando cadrà il primo anniversario dall'inizio del conflitto. E se questo fosse veramente lo scenario, la nuova iniziativa di pace e di mediazione di Erdogan partirebbe già in salita.

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