come Capitol Hill

Brasile, l’assalto al Parlamento con “l’approvazione del governo”

Per le autorità la violenta escalation di atti criminali e saccheggi può essere avvenuta solo con la partecipazione di pubblica sicurezza ed intelligence

Brasile, l’assalto al Parlamento con “l’approvazione del governo”

Brasilia come Capitol Hill. Bolsonaro come Trump. Stessa sceneggiatura e stesso epilogo possibile: la democrazia che vince e che viene ripristinata. E così sono bastate poche ore alle autorità brasiliane per riprendere il controllo del Parlamento, del palazzo presidenziale e della Corte Suprema, presi d’assalto domenica 8 gennaio da migliaia di manifestanti fedeli all’ex presidente Bolsonaro, sconfitto alle elezioni da Lula. E come è stato per Trump, anche Bolsonaro ha condannato fermamente gli attacchi ai palazzi del potere da parte di suoi sostenitori a Brasilia.

 

La situazione di emergenza è sotto controllo, come confermato dal segretario esecutivo del Ministero della Giustizia brasiliano, Ricardo Cappelli, appena nominato da Lula da Silva a capo dell'intervento federale. Dopo la dispersione dei manifestanti iniziata ieri notte, le operazioni - ha detto - riprenderanno tra poche ore. "Tutto sarà debitamente indagato. I criminali continueranno a essere identificati e puniti", ha scritto il segretario via social.

 

Intanto salgono gli arresti. Le autorità brasiliane hanno finora arrestato 300 persone ma secondo il governatore di Brasilia sarebbero invece oltre 400. Il giudice della Corte Suprema brasiliana Alexandre de Moraes, ha destituito per 90 giorni il governatore di Brasilia, Ianeis Rocha, per essere presumibilmente a conoscenza dell’assalto alle istituzioni da parte di sostenitori di Bolsonaro. La decisione su richiesta di un senatore, Randolfe Rodrigues, e dell’ufficio del procuratore generale, ha tenuto conto del fatto che i manifestanti avevano l’approvazione del governo di Brasilia per compiere l’assalto.

«La violenta escalation di atti criminali ha portato all’invasione dei palazzi del Palazzo Planalto, del Congresso Nazionale e della Corte di Cassazione Federale, con depredazione di beni di demanio pubblico, come ampiamente riportato dalla stampa nazionale», ha dichiarato il magistrato, sottolineando che «queste circostanze potrebbero verificarsi solo con il consenso, e anche l’effettiva partecipazione delle autorità competenti in materia di pubblica sicurezza e intelligence, poiché l’organizzazione delle presunte manifestazioni era un fatto notorio, che è stato diffuso dai media brasiliani».

 

Lula, "golpisti individuati, saranno puniti"

Il presidente Luiz Inacio Lula da Silva, che al momento dell’assalto non si trovava a Brasilia ma nello stato di San Paolo in visita ad alcune aree alluvionate, ha annunciato nella serata di ieri che lunedì - oggi ndr - riprenderà a lavorare nei suoi uffici di Brasilia, presi d'assalto ieri da centinaia di sostenitori dell'ex presidente Bolsonaro, così come il palazzo del Congresso e della Corte Suprema. "I golpisti che hanno promosso la distruzione del patrimonio pubblico a Brasilia sono stati individuati e saranno puniti" ha twittato Lula ieri sera, al suo ritorno a Brasilia, dopo aver ispezionato gli edifici saccheggiati.

 

Bolsonaro respinge ogni accusa

Bolsonaro, che al momento dell’assalto, non era in Brasile ma in Florida e vi era arrivato il 30 dicembre, due giorni prima della fine del suo mandato, a bordo dell'aereo presidenziale dell'Aviazione militare, parlando via social ha respisto le accuse di aver orchestrato o alimentato le violenze: «Io rispetto la democrazia e condanno quello che è successo».

«Le manifestazioni pacifiche, secondo la legge, fanno parte della democrazia. Invece, i saccheggi e le invasioni di edifici pubblici come avvenuti oggi, così come quelli praticati dalla sinistra nel 2013 e nel 2017, sono illegali», ha poi scritto su Twitter l’ex presidente brasiliano, sempre negando la propria responsabilità per l’assalto alle istituzioni a Brasilia da parte dei suoi sostenitori.

 

Biden: pieno sostegno a Lula e a democrazia

"Condanno l'assalto alla democrazia e al trasferimento pacifico del potere in Brasile. Le istituzioni democratiche del Brasile hanno il nostro pieno sostegno e la volontà del popolo brasiliano non deve essere compromessa. Non vedo l'ora di continuare a lavorare con Lula". Così su Twitter il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden.

 

Meloni: "Urgente un ritorno alla normalità"

Il premier Meloni ha commentato l'assalto su Twitter: «Quanto accade in Brasile non può lasciarci indifferenti. Le immagini dell'irruzione nelle sedi istituzionali sono inaccettabili e incompatibili con qualsiasi forma di dissenso democratico. È urgente un ritorno alla normalità ed esprimiamo solidarietà alle Istituzioni brasiliane».

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