L’intervento debole

Caro-benzina, il decreto del Governo senza lo sconto sulle accise

L’esecutivo interviene contro l’aumento dei prezzi dei carburanti limitando le speculazioni alla pompa. I gestori: “l’aumento dovuto all’elevata tassazione”

Caro-benzina, il decreto del Governo senza lo sconto sulle accise

Il governo Meloni finalmente ci mette un pezza e tenta di bloccare l’impennata dei prezzi dei carburanti che, da inizio gennaio sta attanagliando migliaia di famiglie e imprese, con un provvedimento che esclude di fatto una riedizione dello sconto sulle accise. L’Esecutivo, riunitosi ieri in Consiglio dei Ministri, infatti, ha provveduto ad approvare un decreto per contrastare il caro-benzina attraverso il rinnovo per il primo trimestre 2023 dei buoni benzina di massimo 200 euro per lavoratore dipendente, su proposta del ministro dell'economia Giancarlo Giorgetti e una norma ad hoc che ha introdotto un nuovo regime di trasparenza per la vendita dei carburanti attraverso l'individuazione di un prezzo medio nazionale da esporre ai distributori. Previsto dal decreto anche un impianto sanzionatorio per i trasgressori. Esclusi dunque gli interventi sulle accise introdotti da Draghi per fronteggiare l’aumento dei prezzi.

 

Cosa c'è nel Decreto sulla trasparenza del prezzo carburanti

Il testo del decreto approvato ieri nel Consiglio dei Ministri che verte sulle “norme sulla trasparenza dei prezzi sui carburanti e sul rafforzamento dei poteri di controllo e sanzionatori del garante dei prezzi”, prevede che:

- in ogni distributore di benzina, gli esercenti e gestori siano obbligati ad esporre il prezzo medio nazionale dei carburanti, calcolato giornalmente dal ministero dell'Ambiente e comunicato sul sito del dicastero, vicino a quello di vendita.

- i prezzi di vendita sulle rete autostradale non potranno essere superiori a una percentuale - che il governo dovrà decidere - del prezzo medio nazionale.

- più controlli della Guardia di Finanza sulle condotte speculative. In caso di violazione, sono previste sanzioni per i recidivi, con possibilità di sospendere l'attività dei furbetti da 7 fino a 90 giorni.

- verrà istituita una Commissione di allerta rapida sui prezzi, all'interno dell'Antitrust. 

- rinnovo per il primo trimestre 2023 dei buoni benzina di massimo 200 euro per lavoratore dipendente.

 

Caro-benzina, colpa delle accise o delle speculazioni?

L'aumento dei prezzi del carburante è colpa del mancato rinnovo da parte della Meloni dello sconto sulle accise o è dovuto alla speculazione? Per Giuseppe Sperduto, presidente di Faib Confesercenti, non ci sono dubbi: "L'esecutivo smentisce se stesso: i dati ufficiali del Ministero dell'Ambiente certificano che l'aumento dei prezzi alla pompa è stato in linea con il rialzo dovuto al ripristino delle accise, ma il Cdm sceglie di ignorarli e di considerare comunque i gestori come pericolosi speculatori. E per questo vara un provvedimento che scarica su di essi - che non stabiliscono i prezzi e sono evidentemente l'anello più debole della filiera dei carburanti - l'ennesimo assurdo adempimento. Inoltre, si esasperano ulteriormente i gestori, che già oggi espongono una decina di cartelli prezzi sulle aree di servizio. Si crea una vera e propria babele cartellonistica, utile solo ad esporre i gestori ad ulteriori sanzioni creando confusione nei consumatori. Si apre poi un vulnus nella regolamentazione europea in materia di concorrenza: siamo curiosi di sapere cosa ne pensa l'antitrust”.

 

Anche l’Unione Energie per la Mobilità respinge le accuse di speculazione sui prezzi: “È un'accusa senza fondamento, perché tra l'ultima settimana di dicembre e i primi giorni di gennaio il prezzo industriale dei carburanti, stante la sostanziale stabilità dei mercati internazionali, non è variato e la differenza che vediamo oggi è dovuta al solo aumento delle accise”. Ha detto Claudio Spinaci, presidente dell’Unem, dalle pagine de La Stampa. “Siamo in pratica tornati ai prezzi del 23 marzo dopo il taglio delle accise, ma senza il taglio. Il benchmark per i carburanti non sono le quotazioni del greggio ma le quotazioni internazionali dei prodotti raffinati. Il problema resta l'elevata tassazione. In Germania il gasolio alla produzione costa oltre 15 cent in più, ma al consumo ne costa 3 in meno. È un diritto-dovere del governo esercitare gli opportuni controlli ma i numeri non mentono”. 

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA