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Contro il Governo il fuoco amico della Maggioranza. Meloni si difende

Il premier in un video sui social rivendica il suo operato: “Io non ho promesso in questa campagna elettorale che avrei tagliato le accise sulla benzina”

Contro il Governo il fuoco amico della Maggioranza. Meloni si difende

"Gira un video del 2019 in cui io chiedevo di tagliare le accise sulla benzina", spiega in un video pubblicato sui social la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, all'indomani dell’approvazione in Consiglio dei Ministri, del decreto trasparenza dei prezzi del carburante. "Sono ancora convinta che sarebbe ottima cosa tagliarle, ma dal 2019 ad oggi il mondo è cambiato, stiamo affrontando una situazione emergenziale che ci impone di fare alcune scelte. Io non ho promesso in questa campagna elettorale che avrei tagliato le accise sulla benzina". Dice la Meloni in difesa dell’operato del suo governo per limitare l’impennata dei listini.

 

Per la Meloni un nuovo taglio delle accise - circa 1 miliardo al mese - sarebbe stato troppo oneroso per le casse dello Stato: "Invece di spalmare 10 miliardi abbiamo deciso di concentrare le risorse su chi ne aveva più bisogno. Abbiamo fatto una scelta che rivendico e che è di giustizia sociale", ha detto la premier. 

 

"Ci dicono che abbiamo sbagliato i calcoli - aggiunge - io ho sentito di tutto, io il prezzo della benzina lo sto monitorando. Il dato che è stato pubblicato sul sito ministero Made in Italy era 1.812, un prezzo che ci piacerebbe più basso però quanto cambia rispetto a quello vissuto negli anni precedenti". Quindi per Meloni, non c'è stato alcun balzo improvviso alle pompe di benzina. "Il prezzo medio del taglio delle accise nel precedente governo era di 1.885 euro, il 27 giugno era di 2.073 euro, il primo agosto di 1.877. Allora posso anche capire che il prezzo ora è alto ma dove era la stampa quanto il prezzo della benzina era a 2.077 euro. Io non ricordo negli anni precedenti le campagne di questi giorni. Poi ci sono le storture e bisogna intervenire". Ha concluso il presidente.

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Contro il Governo il fuoco amico della Maggioranza

Alessandro Cattaneo, capogruppo di Forza Italia alla Camera, ammette al Corriere della Sera che l’aumento dei prezzi è dovuto alla proroga dello sconto Draghi, e che ora serve una misura per contenere il costo dei carburanti. “Forza Italia è convinta che il problema non sia causato dall’avidità dei concessionari ma dalle accise, il cui taglio, appunto, non è stato prorogato in manovra. 

"Siamo pronti a riorientare tutti i provvedimenti, un approccio dinamico in un mercato dinamico — ha spiegato Cattaneo. - Ma rivendico le risposte puntuali di fronte all’evolversi della situazione".

 

Sulla stessa lunghezza d’onda il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani (Fratelli d’Italia), che afferma: "La scelta del governo di non prorogare il taglio delle accise è stata molto meditata e molto sofferta, una misura che però costa oltre un miliardo al mese. Il governo ha deciso di utilizzare quelle risorse per aumentare le pensioni minime, per tagliare il cuneo fiscale, quindi tutte misure sociali". E poi: "È chiaro - aggiunge Ciriani - che se ci sarà la possibilità, e i conti lo consentiranno, appena possibile potremo ridurre anche il costo della benzina. Ma ricordo che abbiamo impegnato 30 miliardi per ridurre il costo delle bollette".

 

La Lega, invece esce dal campo delle accise, e punta tutto sulla norma che prevede controlli e multe nell’ambito della filiera dei carburanti. Il governo, dice il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, ha come obiettivo quello di «intervenire sulle società concessionarie e soprattutto su chi gestisce i caselli e le pompe di benzina sulle autostrade, per tenere sotto controllo i prezzi, perché andare a lavorare non può e non deve essere un lusso».

 

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