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Il bestseller

“Spare”, ecco alcuni estratti del libro esplosivo del principe Harry

I soldi negati dal padre Carlo, la sensitiva in contatto con la madre Diana, il matrimonio di William e Kate, l’incubo dei paparazzi: cosa c’è nel memoriale

“Spare”, ecco alcuni estratti del libro esplosivo del principe Harry

“Spare – Il minore” (Mondadori, pp. 540, euro 25) è nelle librerie di tutto il mondo, tradotto in 16 lingue, il memoriale del principe Harry dai contenuti esplosivi è già un best -seller. Il ghost writer dell’autobiografia è il premio Pulitzer J.R. Moehringer. Il libro è dedicato alla sua famiglia “Per Meg e Archie e Lili… e, ovviamente, per mia madre”. 

Ecco alcuni estratti.

 

Non lo sanno

Indicai i giardini, la città sullo sfondo, la nazione e dissi: “Willy, questa avrebbe dovuto essere la nostra casa. Avremmo dovuto vivere qui per il resto della vita”.

“Tu te ne sei andato, Harold”. 

“Si, e tu sai il perché”. 

“No”.

“Non lo sai?”. 

“Onestamente no”. 

Mi voltai verso papà. Lui mi fissava con un’espressione che diceva: “Nemmeno io”. 

“Wow” pensai. “Magari non lo sanno davvero”. 

E dunque:

Papà…Willy…

Mondo…

Ecco la mia storia.   

 

L'identità è una gerarchia

“Mi resi conto che l’identità è una gerarchia. Siamo prima di tutto una cosa, e poi siamo prima di tutto un’altra, e un’altra ancora, e così via fino alla morte, in successione. Ogni nuova identità si siede sul trono dell’Io, ma ci allontana sempre di più dal nostro io originario, che forse è anche quello essenziale, il bambino”. 

 

Il nonno e la barba

“Un’altra folata di vento. Buffo, perché mi ricordò il nonno. Forse la sua freddezza o il suo gelido senso dell’umorismo. Mi tornò alla mente un fine settimana di caccia di tanti anni prima: per fare conversazione, uno dei presenti chiese al nonno cosa ne pensasse della barba che mi ero appena fatto crescere, e che aveva suscitato preoccupazioni in famiglia e polemiche sui media. “La regina dovrebbe obbligare il principe Harry a radersi?”. Il nonno guardò il cacciatore, poi il mio mento e fece un sorriso malizioso: “Ma quella non è una barba!”.

 

L'Afghanistan

“Mentre ero in mezzo al calore e alla nebbia del combattimento non pensavo a quei venticinque come a persone. Non puoi uccidere qualcuno se lo consideri una persona. Non puoi neanche fare del male a qualcuno se lo consideri una persona. Erano pedoni rimossi dalla scacchiera, cattivi portati via prima che potessero ammazzare i buoni. Mi avevano addestrato a “deumanizzarli”, e mi avevano addestrato bene. Da un certo punto di vista riconoscevo che questo distacco acquisito era problematico. Ma era anche un elemento inevitabile della professione militare”.

 

Il matrimonio di Willy e Kate

“Quando la risata scemò, conclusi con una nota seria. Mamma. “Avrebbe adorato essere qui. Avrebbe adorato Kate, e avrebbe adorato vedere questo amore che avete trovato insieme”. Pronunciai queste parole senza alzare gli occhi. Non volevo rischiare di incrociare lo sguardo di papà o di Camilla, e soprattutto quello di Willy. Non piangevo dal funerale di mamma e non avevo intenzione di ricominciare proprio adesso”.

“In effetti volevamo sposarci di nascosto. A piedi nudi in Botswana, magari con un amico a officiare: questo era il nostro sogno. Ma ci si aspettava che condividessimo questo momento con altre persone. Non stava a noi decidere”.

 

Niente soldi da Carlo 

“Sei sicuro di lei, Harold?”

“Sì, Willy”.

“Ma sai quanto sarà difficile?”

“Cosa vuoi che faccia? Che mi disinnamori?”. Indossavamo tutti e tre un berretto floscio, giacche verdi, calzoni alla zuava, come se giocassimo nella stessa squadra. (In un certo senso era così, suppongo.) Mentre ci portava per i campi, papà si informò riguardo a Meg. Non con grande interesse, solo distrattamente. Eppure, non sempre chiedeva, perciò mi fece piacere.

“Sta bene, grazie”.

“Vuole continuare a lavorare?”

“Come, scusa?”.

“Vuole continuare a recitare?”

“Oh. Be’, non lo so, credo di no. Immagino che vorrà stare con me, collaborare sai, il che escluderebbe “Suits”... dato che la girano a... Toronto”.

“Mmh. Capisco. Be’, ragazzo mio, sai che non ci sono abbastanza soldi”.

Lo fissai. Di che stava parlando?

Spiegò. O almeno ci provò. “Non posso pagare nessun altro. Devo già pagare tuo fratello e Catherine”.

 

Le false foto porno di Meghan

“Il Sun aveva da poco pubblicato un titolo da prima pagina: La ragazza di Harry su Pornhub. L’articolo mostrava delle immagini di Meg, tratte da Suits, che alcuni pervertiti avevano postato su qualche sito porno. Com’è ovvio, il Sun non disse che le immagini erano state usate illegalmente, che Meg non ne sapeva niente, che aveva a che fare con il porno tanto quanto mia nonna: zero. Era solo un trucco, un modo per indurre i lettori a comprare il giornale o a cliccare sulla storia. Una volta che avessero scoperto che non c’era niente, troppo tardi! I soldi della pubblicità erano già nel portafogli del Sun”.

 

L’incubo dei Paparazzi

“Ricordo di essere uscito da una discoteca a Londra e di essermi ritrovato circondato da venti paparazzi. Mi accerchiarono, poi accerchiarono la macchina della polizia in cui ero seduto, si gettarono sul cofano, indossando tutti sciarpe di squadre di calcio intorno alla faccia e cappucci in testa, l’uniforme dei terroristi ovunque. Fu uno dei momenti più spaventosi della mia vita, e sapevo che non importava a nessuno. È il prezzo che paghi, avrebbe detto la gente, anche se non ho mai capito cosa intendessero. Il prezzo per cosa?”.

 

La sensitiva e Diana

“Non sapevo bene come chiamarla o cosa facesse di preciso, ma solo che affermava di avere i poteri. Dovevo ammettere che c’era una buona possibilità che si trattasse di un imbroglio, ma la donna era raccomandata da amici fidati, quindi mi chiesi: “Che male c’è?”.

Quando però mi sedetti con lei, percepii un campo di energia che la circondava.

“Oh” pensai. “Wow, qui c’è qualcosa!”

Anche lei percepì un’energia intorno a me e mi disse: “Tua madre è con te”.

“Lo so, me ne sono reso conto negli ultimi tempi”.

Rispose: “No, è con te proprio in questo momento”.

Provai una sensazione di calore sul collo e gli occhi si riempirono di lacrime.

“Tua madre sa che cerchi chiarezza, sente la tua confusione. E sa che hai molte domande”.

“È vero”.

“Le risposte arriveranno a tempo debito, in un giorno del futuro. Abbi pazienza”.

Pazienza? Una parola che mi andava di traverso.

Nel frattempo, la donna disse che mia madre era molto orgogliosa di me e che mi sosteneva appieno. Sapeva che non era facile.

Cosa lo era?

“Tua madre dice che stai vivendo la vita che lei non ha potuto vivere, la vita che avrebbe voluto per te”.

Deglutii. Volevo crederle, volevo che fosse vera ogni sua parola. Ma avevo bisogno di una prova, di un segno, di qualsiasi cosa.

“Tua madre dice... la decorazione?”

“Decorazione?”

“Lei era lì”.”

“Dove?”

 “Tua madre dice... qualcosa a proposito di una decorazione di Natale. Di una madre? O nonna? È caduta? Si è rotta?”

“Archie ha provato ad aggiustarla”.

“Tua madre dice di aver riso molto per quello”.

 

Camilla

“Quando finalmente si celebrò il matrimonio – senza la nonna, che scelse di non partecipare – fu quasi catartico per tutti, anche per me. In piedi accanto all’altare, tenni quasi sempre la testa china, guardando a terra, proprio come avevo fatto al funerale di mamma, ma lanciai lunghe occhiate agli sposi e ogni volta pensai: “Buon per voi”. Ma anche: “Addio”. Non avevo dubbi che quel matrimonio avrebbe allontanato papà da noi. Non in senso reale, non in maniera voluta o malevola, ma comunque sarebbe successo. Lui entrava in un nuovo spazio, uno spazio chiuso, uno spazio isolato. Prevedevo che io e Willy avremmo visto molto meno papà, e questo mi suscitava sentimenti contrastanti. Non gioivo all’idea di perdere un altro genitore, e non ero certo di essere felice all’idea di guadagnare una matrigna che di recente mi aveva sacrificato sull’altare delle pubbliche relazioni. Ma vidi il sorriso di papà, difficile non rendersene conto, impossibile negarne la fonte: Camilla. Volevo molte cose, ma al loro matrimonio mi stupii di scoprire che la felicità di mio padre era comunque uno dei miei massimi desideri”.

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