Il dibattito incandescente

Scuola pubblica, i sindacati contro il ritorno alle gabbie salariali

La differenziazione degli stipendi degli insegnanti su base regionale proposta del ministro dell’Istruzione Valditara è stata però apprezzata dai presidi

Scuola pubblica, i sindacati contro il ritorno alle gabbie salariali

Tra le forze politiche, i sindacati e il mondo della scuola continua il botta e risposta su un tema che a quanto pare ha suscitato polemiche a non finire: lo stipendio degli insegnanti. Dopo la diatriba scaturita dalle parole del ministro dell’Istruzione del Merito Giuseppe Valditara:"La scuola pubblica ha bisogno di nuove forme di finanziamento - ha affermato -, anche per coprire gli stipendi dei professori che potrebbero subire una differenziazione regionale. E per trovarle, si potrebbe aprire ai finanziamenti privati”, lo stesso ministro è dovuto tornare sull’argomento sottolineando come con la sua proposta non abbia "mai messo in discussione il contratto nazionale” anche con l'autonomia differenziata. "Non ho mai parlato di compensi diversi fra Nord e Sud; ho solo riportato una problematica sollevata da alcune regioni riguardo il differente costo della vita nelle diverse città italiane. Insieme con sindacati e Regioni si ragionerà anche di questo aspetto, per cercare soluzioni adeguate in favore di docenti e personale scolastico". Ha evidenziato Valditara.

Gli insegnanti "devono essere in numero sufficiente, avere una preparazione adeguata e garantire la continuità educativa. Lanceremo un importante reclutamento". Nel futuro dell'istruzione, c'è spazio anche per l'intelligenza artificiale, di cui "non bisogna aver paura, basta governarla, altrimenti diventa un rischio. I docenti però, ha rassicurato, non saranno sostituiti dai robot". Valditara assicura inoltre di aver "già incontrato i sindacati" e afferma quindi che "è questione di settimane".

 

I sindacati contro le proposta di Valditara

I sindacati intervongono sulla proposta del ministro Valditara contestando l'idea di salari differenziati per Regione. Il segretario Flc Cgil Francesco Sinopoli ha definito la proposta "strampalata", aggiungendo che "ci riporta indietro di 50 anni, alle gabbie salariali" e sottolineando che: "Semmai c'è un problema che riguarda tutto il personale della scuola: il ministro dovrebbe far finanziare il contratto collettivo che ora vede zero risorse. Il combinato disposto tra ingresso dei privati e disarticolazione del sistema contrattuale è la distruzione della scuola pubblica, la cosa peggiore che si possa fare". E avverte: "Siamo pronti a mettere in campo ogni mobilitazione se questa sarà confermata come proposta". 

 

Landini: "Follia ritornare alle gabbie salariali" 

Anche il segretario nazionale Cgil Maurizio Landini non è d'accordo con l'idea del ministro: "Credo che tornare a una differenziazione di gabbie salariali come cinquant'anni fa sia una follia, il nostro Paese è già abbastanza diviso e non ha bisogno di aumentare le divisioni. Penso che il ministro, anziché fare dichiarazioni che ci portano indietro di cinquant'anni, dovrebbe prosi il problema di come affrontare la situazione". 

 

Cisl Scuola: "Il contratto resti nazionale, no all'autonomia" 

Dello stesso parere anche la Cisl Scuola: "Va fatto salvo il contratto nazionale ma già oggi le Regioni possono assegnare alle scuole risorse per il personale. Noi siamo drasticamente contrari all'autonomia differenziata: il contratto nazionale e il sistema di istruzione devono rimanere nazionali, ma le Regioni, già oggi a normativa invariata, possono sostenere le scuole in particolari progetti, fornendo incentivi in termini di personale e di progetti a sostegno dell'offerta formativa. E' giusto incentivare l'offerta formativa, fermo restando la struttura nazionale dei contratti, del reclutamento e dei programmi". Ha spiegato la segretaria Ivana Barbacci.

 

Cosa sono le gabbie salariali

Le gabbie salariali erano una particolare modalità di contrattazione collettiva in base alla quale la retribuzione dei lavoratori, che pur svolgevano mansioni identiche, era diversificato in ragione del fatto che il costo della vita era più elevato nelle grandi città del Nord rispetto ad una zona più depressa del Mezzogiorno. Le agitazioni sindacali dell’autunno caldo del 1969 portarono all’abolizione graduale di questi accordi, dei quali non si tenne più conto a partire dalle contrattazioni salariali del 1972.

 

I presidi sono d'accordo con Valditara 

La differenziazione degli stipendi su base regionale di Valditara è stata però apprezzata dai presidi, secondo cui aumentare gli stipendi al personale scolastico che vive al nord "è una misura abbastanza sensata". A dichiararlo Mario Rusconi, a capo dei presidi di Anp di Roma. E in merito all'ingresso dei privati nella scuola, dice: "già questo avviene, soprattutto alle superiori e alle tecniche professionali. Bisogna vedere le condizioni in cui il privato entra, ma le scuole hanno bisogno di fondi, le risorse a disposizione degli enti locali non sono molte. E le scuole dovrebbero avere lo statuto di Fondazioni per avere celerità nello svolgimento dei lavori e risparmio nei costi".

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