Il Governo non cede alle pressioni degli anarchici e mantiene la linea dura nei confronti delle loro proteste, dei loro ricatti e delle loro intimidazioni violente. Il Consiglio dei ministri lampo, che si è tenuto ieri nel tardo pomeriggio, è stata una riunione lampo in cui la premier Giorgia Meloni, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e quello degli Esteri, Antonio Tajani, hanno deciso, «compatti» di non lasciarsi condizionare e non scendere a patti.
Le auto incendiate, i blitz, i tafferugli, i proiettili in busta ai giornali, niente di tutto ciò potrà evitare il 41 bis ad Alfredo Cospito, l’anarchico 56enne di Torino da 103 giorni in sciopero della fame contro il regime di carcere duro addebitatogli dopo la condanna per strage per due ordigni esplosi di fronte alla Scuola allievi Carabinieri. E fintanto che lo scontro Stato-anarchici proseguirà, filtra da Palazzo Chigi, e più si dimostreranno le condizioni che giustificano il 41 bis a Cospito, un regime duro mirato proprio ad evitare i contatti tra un esponente di punta e la sua organizzazione, sia essa mafiosa o oltranzista e violenta.
Cospito rimane al 41 bis
Cospito ha ottenuto solo il trasferimento, ma resta al 41 bis. A causa del peggioramento delle sue condizioni fisiche, causate dallo scipero della fame e i 40 chili persi in tre mesi, Cospito è stato trasferito “a scopo preventivo” dal carcere di Sassari a Milano Opera, struttura più idonea per il trattamento delle emergenze cliniche. Non è di questo parere l’avvocato di Cospito che sostiene invece che il trasferimento sia stato necessario a causa dell’aggravamento delle condizioni di salute del detenuto. Dal nuovo carcere Cospito fa comunque sapere che continuerà il suo sciopero della fame non per sé ma per tutti i detenuti costretti al 41 bis.
“Era evidente che a Sassari non ci fossero le condizioni per un'adeguata assistenza sanitaria”, commenta Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, che chiede al governo un intervento immediato per ripristinare i diritti umani di Cospito: "Deve affrontare la questione sulla base dei diritti umani". E aggiunge: “I diritti non passano in secondo piano, anche nel caso in cui siano rivendicati attraverso azioni come quelle degli ultimi giorni, che sono da condannare”. Noury sottolinea anche le critiche al regime del carcere duro: "Alcune caratteristiche di questo regime - come fatto rilevare anche dalla Corte europea e dalla Corte costituzionale - possono costituire un trattamento crudele, inumano e degradante".
Il ministro Nordio
Intanto ad assicurare la «massima attenzione» sul caso e sulle condizioni di salute di Cospito è intervenuto il ministro Nordio. Specificando, come scritto in una nota di via Arenula, che per lui «la tutela della salute di ogni detenuto costituisce un’assoluta priorità». Dove quell’«ogni» esclude pertanto qualsiasi trattamento di favore per Cospito.
Le luci dell’attenzione pubblica sul caso sono dunque puntate sul Guardasigilli, attualmente in attesa di ricevere i pareri dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Torino per valutare se revocare il 41 bis, disposto dall’ex ministra Cartabia proprio sulla base del precedente parere negativo del Distretto. Ma a Cospito già non depone in suo favore il «no» a un differimento della pena espresso dal Tribunale di Sorveglianza di Sassari. Una richiesta avanzata in parallelo al ricorso contro il 41 bis. Anche quello respinto dal Tribunale di Sorveglianza di Roma. Sul ricorso si pronuncerà il 7 la Cassazione.
Il governo Meloni non arretra
Il governo Meloni non arretrerà di un millimetro le sue posizioni e manterrà il regime del 41 bis al denuto. Perché sa benissimo che qualsiasi eccezione alla norma non farebbe altro che sminuire il potere dello Stato ed ostacolare la riforma della giustizia e l’ergastolo ostativo. Perché nella nuova formulazione è prevista l’esenzione dal carcere ostativo, per tutti i detenuti, non si applica a quelli al regime di 41 bis. Senza carcere duro rischia di cadere anche l’ergastolo ostativo per boss e terroristi, qualora emulassero Cospito.
La preoccupazione nel governo è tanta, il ministro Piantedosi in Consiglio dei ministri, ha chiaramente lanciato l’allarme su una possibile «saldatura» tra gli interessi degli anarchici e di altri gruppi antagonisti. Lo slogan «no al 41 bis» è condiviso anche da terroristi e da violenti e Cospito potrebbe diventare il simbolo o un martire della lotta contro il carcere duro. «È doveroso a un innalzamento della tensione farne seguire uno dell’attenzione» ha detto Piantedosi che per domani ha convocato il Casa, tavolo di polizia giudiziaria e intelligence.
Dal canto suo, Tajani "ha riferito del rafforzamento del sistema difensivo della rete diplomatica italiana all'estero, reso necessario dalle ostilità manifestate nei confronti di sedi di ambasciate e consolati, in varie località, da Atene a La Paz, da Barcellona a Madrid, fino a quelle più recenti di Berlino, oltre che nei confronti di beni appartenenti a personale diplomatico".