Bagarre al Senato

Dal caso Cospito-41 bis al caso Donzelli-Delmastro è stato un attimo

I due esponenti di FdI non si dimettono. Meloni interviene in diretta e dice: “La sfida non è al governo, ma allo Stato, è un tema che ci riguarda tutti”

Dal caso Cospito-41 bis al caso Donzelli-Delmastro è stato un attimo

Dal caso Cospito-41 bis siamo passati in un batter di ciglia al caso Donzelli-Delmastro, i due esponenti di spicco di Fratelli d’Italia al centro di una polemica ad altissima tensione tra le forze in Parlamento e rei, secondo qualcuno, di aver rivelato notizie sui rapporti tra Cospito e boss mafiosi e puntato il dito contro quattro parlamentari del Pd che si sarebbero recati solo "per umanità" in visita dell’anarchico 56enne di Torino da 105 giorni in sciopero della fame contro il carcere duro.

 

E dopo la bagarre scoppiata l’altro ieri alla Camera per le parole di Donzelli sulla questione Cospito, ieri è toccato al Senato ad accendere gli animi. Con il centrodestra ancora all'attacco e l'opposizione che, dopo aver risposto colpo su colpo, a Palazzo Madama si è divisa tra  senatori di Pd, M5S e Avs che hanno abbandonato l'Aula per protesta contro Fdi che ha accusato i Dem di "aver aperto una voragine alla mafia" andando a visitare Cospito in carcere, mentre Matteo Renzi e il Terzo Polo sono rimasti prendendosela con Roberto Scarpinato, ex Pm ora parlamentare 5 Stelle.

 

Sul 41 bis è sulla vicenda è intervenuta ieri sera anche la premier Giorgia Meloni, poco prima tacciata di "far finta di niente" dalla dem Debora Serracchini nel suo intervento al Senato. "La sfida non è al governo, ma allo Stato, è un tema che ci riguarda tutti" dice la presidente del Consiglio chiamando in diretta durante la puntata di Stasera Italia, su Rete4, dedicata al caso Cospito. "Non è un tema politico, di destra e sinistra. Ho visto molti toni, secondo me, che buttavano in politica una questione che ci riguarda tutti. E il governo non ha fatto altro che il suo lavoro, facendo molta attenzione a non alzare i toni".

Davanti alle minacce, ha detto il premier, "lo Stato rimane fermo, perché io credo che lo Stato debba rimanere fermo di fronte alle minacce di mafiosi e terroristi. E noi ci chiediamo se il governo stia eccitando la piazza? Io rimango un po' di stucco: bisogna capire chi crea il problema e chi non lo crea, perché il problema non lo ha creato il governo. Il problema lo hanno creato delle persone che decidono deliberatamente di sfidare lo Stato italiano". 

"Di fronte a una questione delicata come si utilizzano certi messaggi o certi temi può ingigantire la cosa. Il governo non ha fatto niente, perché non gli compete decidere su questa materia, che compete alla giustizia. Abbiamo auto di funzionari dello Stato italiano, delle ambasciate, che saltano in vari posti d'Europa, continue minacce allo Stato da parte di questi anarchici e la domanda è se il governo stia incitando la piazza? Io francamente rimango un po' allibita. Qui c'è della gente che sfida apertamente lo Stato italiano dicendo: 'O si fa come diciamo noi o rischiate di vedere le vostre macchine messe a fuoco'. Gente che dichiara apertamente: 'Noi colpiremo se le cose non vanno come diciamo noi', che chiede in cambio che non si applichi il carcere duro verso mafiosi e terroristi". Ha concluso Meloni.

 

Cospito al 41 bis, le parole di Nordio in Aula

Alfredo Cospito è in regime carcerario del 41 bis sulla base di un'istruttoria, secondo cui "il detenuto ha fornito positiva dimostrazione di essere perfettamente in grado di collegarsi con l'esterno anche in costanza di detenzione". Ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nella sua informativa alla Camera sul caso dell'anarchico in sciopero della fame da 105 giorni per protestare contro la sua detenzione in carcere duro. Sul 41 bis "è opinione prevalente che il ministro non possa pronunciarsi prima di aver acquisito i pareri delle autorità giudiziarie competenti", ha aggiunto Nordio. 

"Apriremmo una diga a tutta una serie di pressioni da parte di detenuti che si trovano nello stesso stato di detenzione, se lo stato di salute di Cospito finisse per essere un condizionamento nell'allentamento del 41bis", ha evidenziato il Guardasigilli. "Lo stato di salute di un detenuto non può costituire un elemento di pressione sul governo".

Sul caso Donzelli, il ministro invece ha chiarito: "Non ci pareremo dietro la magistratura di Roma, per dire che ce ne laviamo le mani e rispondere solo all'esito di quell'inchiesta della procura, ma ci sono limiti procedurali che vanno rispettati". E ancora: "A Opera in regime di 41 bis Cospito è assistito ad horas, monitorato con la massima assistenza possibile nella migliore struttura sanitaria carceraria italiana". 

Sulla revoca del 41bis all'anarchico Cospito si attende per oggi la relazione del Pg di Torino.

 

Donzelli e Delmastro rimangono al loro posto

Nonostante le polemiche il capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti, ha assicurato che Donzelli e Delmastro "restano al loro posto"."L''informativa del guardasigilli Carlo Nordio - ha spiegato Foti - ha evidenziato che vi siano delle situazioni nelle quali non intende interferire. Quando viene sollevata una questione, si fa un approfondimento ma non si dice già quale è il risultato".

E sulla possibile diffusione di notizie top secret il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove dice: "Non vi era ancora nessuna segretezza, alcuna classificazione su quella relazione. Quando Donzelli mi ha chiesto conferma su alcune informazioni pubblicate sui giornali su Cospito e io ho risposto per quel che mi ricordavo sulla vicenda. Se un deputato mi chiede io rispondo  dicendo che di certo Cospito in carcere interloquiva con alcuni boss mafiosi sul 41 bis, e gli dicevano di andare avanti". 

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