
Mentre l'ok della Commissione europea alla terza tranche del Pnrr chiesta dall’Italia alla fine dello scorso anno, è stata rinviata a marzo, facendo così passare a tre mesi aziché i soliti due, il tempo di valutazione della documentazione che certifica il raggiungimento dei 55 obiettivi e tappe per ottenere i 19 miliardi di euro previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, il governo ha approvato in CdM il nuovo decreto sulla governance del Pnrr.
Provvedimento poi illustrato in conferenza stampa dai vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani e i ministri Raffaele Fitto, Giancarlo Giorgetti e Orazio Schillaci, con la premier Giorgia Meloni assente per motivi di salute, in collegamento da remoto in CdM, hanno spiegato le misure introdotte alle stampa.
Il decreto Pnrr approvato dal Governo
Come spiegato in conferenza stampa dal ministro per gli Affari europei, Sud e Pnrr, Raffaele Fitto, il decreto approvato in Cdm sul Pnrr "procede alla soppressione dell'Agenzia della coesione e alla riorganizzazione di queste competenze all'interno del dipartimento delle politiche di coesione". E procede anche “alla soppressione dei due nuclei esistenti, accorpandoli in uno e riducendo di 20 unità il numero di persone coinvolte. Organizza la struttura per la governance del Pnrr sulla base di un rafforzamento della stessa e con degli obiettivi precisi", ha spiegato Fitto ai giornalisti.
“Rendere più efficace l’azione della struttura che deve mettere in campo i progetti” in modo tale “che neanche un euro vada perduto», è l’obiettivo spiegato dal vicepremier Antonio Tajani.“C’erano disfunzioni da correggere, è giusto migliorare la situazione organizzativa in corso d’opera” ha detto Tajani.
In pratica la nuova struttura di governance servirà a semplificare le procedure e a velocizzare i tempi, a partire da quelli degli appalti e dei contratti, della tutela dei beni culturali interessati dagli interventi, le autorizzazioni per le realizzazioni delle infrastrutture tecnologiche, per le installazioni di impianti alimentati da fonti rinnovabili, le assunzioni con esoneri contributivi. Previste semplificazioni anche per la realizzazione delle opere del Giubileo del 2025.
Le novità del decreto sulla governance del Pnrr:
Ma quali sono le novità introdotte dal decreto sulla governance del Pnrr e cosa cambia di fatto? Ecco cosa prevede il provvedimento approvato in CdM e spiegato in conferenza stampa dai ministri del governo:
1. Viene cancellata l’Agenzia della coesione e la presidenza del Consiglio assume il coordinamento strategico ed è responsabile dei colloqui con la Commissione europea.
2. Viene rafforzata la struttura di missione Pnrr che incorpora la segreteria tecnica sempre presso la presidenza.
3. Al ministero dell’Economia spetterà invece il coordinamento operativo su attuazione, gestione finanziaria e monitoraggio del Piano per la trasmissione alla Commissione delle richieste di pagamento e delle verifiche di competenza. "Serve un intervento che deve portare a far parlare diversi programmi, la coesione deve dialogare con il Pnrr" ha spiegato Fitto. I dati dei Fondi di coesione, ad esempio, rivela Fitto, «ci vedono tra gli ultimi dal punto di vista dei risultati»: su 116 miliardi della programmazione 2014-2020, gli impegni sono stati pari a 67 miliardi e i pagamenti pari a 36 miliardi. Ecco perché «bisogna porre rimedi strutturali».
4. Vengono rafforzati i poteri sostitutivi in caso di mancato rispetto degli impegni finalizzati all’attuazione del Pnrr e si dimezzano i termini per intervenire.