Giornata internazionale della donna

L’Italia paese delle donne dove essere rispettate e non ammazzate

L’orgoglio di avere una donna premier o a capo di un grande partito è niente in confronto all’aumento delle violenze degli uomini sul genere femminile

L’Italia paese delle donne dove essere rispettate e non ammazzate

E’ un 8 marzo amaro quello di quest’anno. Se da una parte infatti c’è l'orgoglio di avere finalmente una donna alla guida della nazione e una donna a capo di uno dei partiti di centrosinistra più importanti d’Italia, ma siamo consapevoli che strada per la parità di genere è ancora molto lunga e c’è ancora tanto da fare. Una presidente della Repubblica donna o una donna come primo Ad di una società partecipata statale, come si è augurata la premier alla vigilia di questa importante giornata, sarebbe entusiasmante e siamo certi che arriveranno molto presto ma ciò che deve essere fatto adesso è impiegare tutte le nostre forze nel trasformare nel prossimo futuro l'Italia nel Paese delle donne, in cui essere rispettate e non morte ammazate.

 

Dal report 'Donne vittime di violenza' pubblicato oggi dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Viminale, in occasione della Giornata internazionale della donna, la fotografia che ne esce è molto preoccupante. Nel 2022 i casi di omicidio sono aumentanti e su 319 persone uccise, 125 sono state donne con un +12% rispetto al 2019. In ambito familiare-affettivo, diminuiscono gli omicidi dell'8% ma aumentano del 10% quelli che vedono tra le vittime il genere femminile, uccise per mano di partner o ex partner nel 59% dei casi (61 su 103); di genitori o figli (33%, 34 su 103), mentre è residuale il caso di omicidi commessi da altro parente (8%, 8 su 103).      

 

Il report rileva inoltre "un trend di crescita per le violenze sessuali, confermando la necessità di riservare a tale fenomenologia criminale la massima attenzione. Ciò anche se il rilevato incremento dei dati può, almeno in parte, essere letto quale il parziale 'affioramento di un sommerso', ossia la testimonianza anche di un'aumentata sensibilità verso il fenomeno e quindi di una maggiore propensione alla denuncia da parte delle vittime e dei testimoni". Secondo i dati del report "dal 2020, anno nel quale si è registrato il dato minore (4.497) , l’incremento è stato significativo e si è attestato, nel 2022, a 5.991 eventi. Nell’ultimo anno resta invece sostanzialmente stabile l’efficacia dell’azione investigativa, con una percentuale di casi scoperti che si attesta al 61% (+4% sul 2021)".

 

 

I dati relativi ai reati di 'Codice rosso', indicano un significativo incremento, sia dei delitti commessi che delle segnalazioni a carico dei presunti autori noti, in particolare per la fattispecie di violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, che può essere interpretata in senso positivo, cioè, anche in questo caso, come un incremento della propensione alla denuncia e, più in generale, della sensibilità alla tematica da parte di tutti gli autori coinvolte". I reati con il codice rosso l'incidenza delle vittime di genere femminile ha registrato valori che si attestano tra il 65 e il 96%,  tranne che per la deformazione dell'aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso, i cui valori oscillano dal 23% del 2021 al 26% dell'anno successivo.  Si evidenzia inoltre un incremento dell'azione di contrasto per tutte le fattispecie fino al 2021, con un leggero decremento, nel 2022, sia  per la costrizione o induzione al matrimonio (-14%) che per la  diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti (-22%).

 

Un trend decrescente per gli atti persecutori. 59% di reati scoperti nel 2o21 e 67% nel 2022. In particolare, "nel 2022, l’incidenza dei reati commessi risulta più elevata in Campania, Sicilia e Puglia. Le regioni in cui, invece, si registra un’incidenza minore sono il Veneto, il Trentino Alto Adige e le Marche". Le vittime sono prevalentemente "quelle di genere femminile (74%). Di queste, il 96% sono maggiorenni e l’88% è di nazionalità italiana".

 

In calo anche i maltrattamenti in famiglia. "Nel 2022, una riduzione dei maltrattamenti contro familiari e conviventi e, ancora più marcata, degli atti persecutori, fattispecie che, nei 3 anni precedenti, avevano entrambe evidenziato un incremento costante. Si tratta di un'inversione di tendenza e, quindi, di un segnale interessante, da porre in verosimile correlazione con la conclusione di un biennio (2020-2021) nel quale le abitudini di vita familiare e le relazioni sociali hanno subito numerose modifiche". Dal punto di vista geografico "nel 2022 la Campania, la Sicilia e l’Emilia Romagna risultano le regioni con la più elevata incidenza dei reati commessi. Il Molise, la Valle d’Aosta e le Marche sono, invece, quelle in cui tale incidenza è più bassa". La maggior parte delle vittime sono "di genere femminile, che si attestano all’81%. Il 93% delle stesse sono maggiorenni e il 76% è di nazionalità italiana".

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