Il botta e risposta

Naufragio Cutro, Meloni e quell’omaggio alle vittime che non c’è stato

Lancio di peluche e scintille tra premier e giornalisti che in conferenza hanno chiesto conto dei ritardi dei soccorsi e delle responsabilità della strage

Naufragio Cutro, Meloni e quell’omaggio alle vittime che non c’è stato

Il CdM a Cutro che doveva essere, come annunciato dalla stessa premier, un atto di solidarietà di tutto il governo alle vittime del naufragio del 26 febbraio, in cui sono annegate 72 persone per il ritardo dei soccorsi, e una risposta dura e compatta del governo ai comportamenti criminali degli scafisti, perdon, trafficanti, alla fine è sembrato trasformarsi più una passerella per ministri che in un vero e sentito omaggio ai migranti morti nella strage in mare. 

Agli applausi all’arrivo della presidente del Consiglio, la cittadina calabrese, ha contrapposto una manifestazione in piazza con slogan “Non nel nostro nome”, “La Calabria ha un cuore grande e voi no!” e un lancio di peluche a simboleggiare le piccole vite che hanno trovato la morte anziché giocattoli e la speranza per un futuro migliore. Dissociandosi così dalle scelte dell'esecutivo.

 

Il decreto Cutro

Il governo vara il decreto Cutro sull’immigrazione che mira attraverso una serie di norme a rendere più veloce e sostanzioso l'ingresso legale in Italia attraverso i flussi, e a bloccare l’immigrazione clandestina andando ad aumentare le pene degli scafisti, che però sono anche l’ultimo ingranaggio di questa gigantesca macchina, il rimpatrio per i migranti irregolari, l’aumento dei centri di detenzione per clandestini. Linea confermata poi dalla stessa Meloni nella conferenza stampa seguita al CdM: «Se qualcuno pensa che i fatti del 26 febbraio ci abbiano indotto a modificare la linea del governo sbaglia di grosso. Noi confermiamo la nostra linea. E la dimostrazione del fatto che non c'è una politica più responsabile, è la volontà di interrompere la tratta degli scafisti: vogliamo combattere la schiavitù del terzo millennio rappresentata da queste organizzazioni criminali». 

 

Scintille Meloni-giornalisti

Se sul capitolo naufragio il governo ci mette una pezza e cerca di chiudere l’argomento, le opposizioni continuano a voler capire e a chiedere all’esecutivo di fare chiarezza su ciò che successe quella notte e di chi fu la responsabilità del naufragio.

Domande che hanno messo sulle spine anche la premier durante la conferenza stampa in cui ha spiegato passo passo la vicenda, a partire dalla segnalazione di Frontex, "avvenuta molte ore prima del disastro, mentre il barcone era in piena navigazione. Il disastro è avvenuto quindi all'alba, a pochi metri dalla costa,  mentre gli scafisti stavano attendendo il momento opportuno per lo sbarco senza farsi scoprire dalle autorità. Il resto sono illazioni e ragionamenti che non accetto". Ha detto Meloni.

"La segnalazione di Frontex dell'imbarcazione che si avvicinava alle coste italiane è delle 22.36 di sabato, il naufragio c'è stato quasi all'alba di domenica: è un caso molto particolare quello di Cutro e se qualcuno dice che c'è stata volontà delle istituzioni di girarsi dall'altra parte, questo è grave". Ha risposto la premier, in un lungo botta e risposta con i giornalisti, in cui ha respinto con forza qualsiasi ricostruzione giornalistica che faccia riferimento a mancanze del governo, o alla volontà di non intervenire mentre accadeva il naufragio dell'imbarcazione piena di migranti. 

 

I funerali

Intanto oggi si svolgerà alle 15, al cimitero di Borgo Panigale, il rito funebre delle sette salme dei migranti naufragati il 26 febbraio di fronte alla spiaggia di Steccato di Cutro, in provincia di Crotone. Le esequie - spiega una nota diffusa dal Comune di Bologna - si terranno secondo il rito islamico, in forma privata, alla presenza del sindaco di Bologna, Matteo Lepore e dell'assessore regionale alle Politiche per l'immigrazione, Igor Taruffi. A celebrare il rito, Yassine Lafram, presidente dell'Unione delle Comunità islamiche d'Italia (Ucoii). 

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