il 384esimo giorno

La guerra delle munizioni mette in crisi il conflitto russo-ucraino

Secondo diversi report la carenza di munizione è subita sia da Kiev e sia da Mosca e ciò causerebbe uno stallo nell’offensiva da entrambe le parti

La guerra delle munizioni mette in crisi il conflitto russo-ucraino

La guerra in Ucraina raggiunge oggi il 384esimo giorno in un clima di forte tensione e un comun denominatore: la carenza di munizioni sia da parte di Kiev e sia di Mosca. 

 

Il problema delle munizioni 

Secondo un'inchiesta del Washington Post, le forze ucraine hanno subito perdite significative di uomini e armi dall'inizio della guerra e i funzionari occidentali stanno mettendo in dubbio la decisione di Zelensky di resistere a Bakhmut. "La qualità delle forze ucraine è stata degradata da un anno di perdite, l'umore delle truppe in prima linea è cupo, alcuni funzionari ucraini mettono in dubbio la prontezza di Kiev nell'organizzare la controffensiva di primavera. Il Wp riferisce che l'Ucraina potrebbe aver subito fino a 120.000 morti e feriti, rispetto ai 200.000 russi, sebbene le perdite siano tenute segrete anche agli alleati.

 

Un alto numero di vittime e poche munizione è ciò che emergerebbe anche dall’ultimo report postato su Twitter dall’intelligence britannica. La scarsità di munizioni sta mettendo in difficoltà l'artiglieria russa "tanto che in molte zone del fronte è in vigore un razionamento estremamente stringente delle munizioni". L’analisi dell’intelligence del ministero della Difesa britannico in Ucraina rivela anche "sarebbe proprio questo il motivo fondamentale per cui nessuna formazione russa è stata recentemente in grado di generare un'azione offensiva operativamente significativa".

Le vecchie scorte. "La Russia ha quasi certamente fatto ricorso al rilascio di vecchie scorte di munizioni precedentemente classificate come non utilizzabili", afferma il report. Mosca sta applicando sempre di più i principi dell'economia di comando al suo complesso militare industriale, perché riconosce che la sua capacità di produzione di difesa è una vulnerabilità chiave nell'"operazione militare speciale", sempre più in difficoltà.

 

La Cina come intermediatrice del conflitto

La Cina si prepara ad assumere il ruolo di mediatore tra Mosca e Kiev con la visita di Xi Jinping, fresco del terzo mandato presidenziale, già la prossima settimana nella capitale russa dove incontrerà Putin e successivamente, per la prima volta dall'inizio della guerra, parlerà, in videoconferenza, con Volodymyr Zelensky. 

Il Cremlino tramite il portavoce Dmitri Peskov avverte però che anche se "la Russia apprezza gli sforzi di alcuni paesi per portare il conflitto ucraino sui binari della pace, per ora è impossibile" perché "la federazione russa deve raggiungere i suoi obiettivi". 

 

Mosca contro la Cpi dell'Aja

Mosca non riconoscerà la giurisdizione della Corte penale internazionale (Cpi) dell'Aja. Secondo il New York Times, la Corte aprirà infatti due casi per crimini di guerra contro la Russia legati all'invasione dell'Ucraina ed emetterà mandati di arresto contro diverse persone. I due casi prevedono accuse contro la Russia per il rapimento di bambini ucraini e per l'attacco deliberato alle infrastrutture civili del Paese.

 

 

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