55 obiettivi da esaminare

Pnrr, rassicurazioni e preoccupazioni per una partita da vincere

Prosegue il dialogo tra governo e Commissione Ue per sbloccare la terza tranche di aiuti mentre le opposizioni chiedono il coinvolgimento del Parlamento

 Pnrr, rassicurazioni e preoccupazioni per una partita da vincere

Il segreto di Pulcinella sul Pnrr è stato rivelato. L’Italia è in ritardo sui progetti per la messa a terra del Piano nazionale di ripresa e resilienza dell’Italia e chiede più tempo all’Europa. Fitto vola a Bruxelles per trovare una sponda e a ricordare che il governo Meloni si è insediato solo da quattro mesi e il lavoro è tanto. Si ammette quindi che per dare il via alla terza tranche da 19 miliardi per il momento congelata dall’Ue, dovranno essere esaminati ancora 55 obiettivi, e tra questi ce ne sono alcuni che hanno suscitato più di qualche perplessità nella Commissione europea.

 

Il governo rassicura sul Pnrr

«Il dialogo con la Commissione Ue è costruttivo, stiamo lavorando bene, riteniamo che ci sia bisogno di individuare insieme le modalità della flessibilità» assicura il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto che invita però la Commissione a valutare «le peculiarità dell’Italia»: «Abbiamo il piano più ambizioso (220 miliardi di fondi), siamo fra i Paesi con i più grandi programmi di coesione, una specificità che deve essere considerata rilevante».

L’obiettivo del governo spiega Fitto è quello di «connettere i tre programmi - Pnrr, coesione e fondi di sviluppo - immaginando una visione comune nell’utilizzo di queste risorse». Analoghe rassicurazione anche dal vicepremier Matteo Salvini che afferma che «i soldi del Pnrr saranno spesi fino all’ultimo euro», e dall’altro vicepremier Antonio Tajani che chiede flessibilità: «Se qualche progetto salta ce ne faremo una ragione».

 

L'"aiutino" di Gentiloni 

Il lavoro tra Bruxelles e il governo Meloni dunque va avanti con un certo aiuto anche del commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni che sulla richiesta italiana di ottenere una proroga dice: «Decisione analoga è stata presa per altri 7-8 Paesi, non credo che il senso di queste verifiche debba essere troppo esagerato».

Ma il punto, afferma l’ex premier, «è che la sfida per attuare un piano di queste dimensioni è una sfida per le nostre capacità tradizionali di assorbimento della spesa molto seria, nessuno può ignorare le difficoltà di questo assorbimento e di attuazione, e tutti dobbiamo concentrarci nello sforzo di superarle».

La Commissione spiega ancora Gentiloni è «nella fase della valutazione del rispetto degli obiettivi e dei target legati alla terza richiesta di pagamenti, stiamo lavorando assieme al governo e continueremo per approfondire alcune misure». È un segnale «dell’attenzione con cui i nostri servizi verificano il pieno raggiungimento di tutti gli obiettivi, non pochi (55) e in alcuni casi particolarmente complessi».

 

La preoccupazioni delle opposizioni

Intanto le opposizioni si mostrano preoccupate. «Pronti? Non mi sembra», afferma la segretaria dem Elly Schlein: «Avevo chiesto al ministro Fitto di venire a riferire su una questione che riguarda interessi nazionali, noi tifiamo Italia e continueremo ad insistere di non perdere l’opportunità rappresentata dai fondi del Pnrr». La segretaria dem evidenzia inoltre come il Pnrr non sia «patrimonio di un partito o del governo» e che quindi «va coinvolto il Parlamento». 

Il leader di Azione Carlo Calenda invece punta il dito sulla premier Giorgia Meloni che «scarica su Draghi, dicasi Draghi, i problemi del Pnrr: quando Draghi va solo ringraziato».

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