Budapest contro Bruxelles

Legge anti-lgbt, l’Ungheria deferita alla Corte di giustizia europea

La Commissione europea ha presentato causa contro la legge di Orban nel mirino ora dei giudici europei. Critiche al governo Meloni per l’assenza dell’Italia

Legge anti-lgbt, l’Ungheria deferita alla Corte di giustizia europea

La controversa legge ungherese anti-lgbt è finita sotto il mirino dei giudici europei dopo che la Commissione Ue, sostenuta da ben 15 Stati membri, ha deferito l'Ungheria alla Corte di giustizia europea. Tra i paesi invece che non si sono uniti alla cordata contro il provvedimento discriminatorio voluto da Vicktor Orban e bollato dal primo momento come "vergognoso" da Ursula von der Leyen, c’è l’Italia.

 

L’Ue contro la legge di Orban

La Commissione Europea ha presentato una causa formale contro Viktor Orban e la sua legge sulla protezione dei bambini, giudicata dai più come lesiva dei diritti Lgbt. La norma, approvata nel 2021, vieta la "promozione dell'omosessualità" ai minori, sui media e nelle scuole, e viene ritenuta responsabile anche dell'aumento in Ungheria dei reati d'odio contro le persone omosessuali. 

Secondo Bruxelles la legge "viola il diritto dell'Ue, i diritti fondamentali e i valori dell'Unione: abbiamo deferito l'Ungheria alla Corte di giustizia europea e spetta ora a quest'ultima pronunciarsi sul caso", ha dichiarato un portavoce dell'esecutivo europeo. 

Gli Stati che hanno scelto di fare ricorso contro la legge ungherese sono Francia, Germania, Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna, Portogallo, Danimarca, Irlanda, Malta, Austria, Finlandia, Svezia, Slovenia e Grecia. L'Italia è rimasta fuori.

 

La posizione di Budapest

Il govero ungherese fermo sulle sue decisioni ha deciso anche di presentare un controricorso alla Corte di giustizia dell'Ue sulla procedura d'infrazione subita e culminata con il deferimento alla Corte.

"Per noi la questione della protezione dell'infanzia non conosce compromessi, proteggeremo i nostri bambini", ha dichiarato Péter Szijjártó, ministro degli Affari esteri ungherese. "Non si tratta di una semplice decisione del governo, né di una decisione parlamentare, ma è la volontà del popolo, espressa in un referendum e non conosciamo una decisione di livello superiore in una democrazia. Perciò, ovviamente, ci schiereremo a favore della protezione dell'infanzia e dei bambini ungheresi, indipendentemente dal numero di Paesi che decideranno di unirsi alla causa in corso contro di noi".

 

Le critiche al governo Meloni

Azione-Italia Viva, per voce della presidente del gruppo Raffaella Paita, ha attaccato il governo: "La Meloni continua a isolare l'Italia schierandosi al fianco di Orbán invece di contrastare la vergognosa legge anti Lgbtq+ insieme agli altri Paesi Ue".

Più Europa: il governo "con Orban verso l'omofobia di Stato", ha twittato invece il segretario Riccardo Magi.

 

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