il perimetro della politica economica

Governo approva il Def, 3 miliardi di deficit per taglio del cuneo

Via libera da parte dell’esecutivo al documento di economia e finanza 2023 triennio 2024-2026. Rapporto debito/pil in calo ma a pesare è il superbonus

Governo approva il Def, 3 miliardi di deficit per taglio del cuneo

Il Consiglio dei ministri ha provveduto ad approvare ieri una serie di provvedimenti. Il Documento di economia e finanza 2023, il primo dell’esecutivo Meloni, che stabilisce il perimetro della politica economica del Governo nel breve e medio termine ha ricevuto il via libera dal CdM. Disco verde dell’esecutivo al disegno di legge sulle nuove sanzioni «in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici». E ok anche al disegno di legge capitali, che prevede una semplificazione delle norme per accedere alle quotazioni in borsa e lo stato di emergenza migranti.

 

Il Def 2023 triennio 2024-2026

Come anticipato il documento di economia e finanze del 2023 per il triennio 2024-2026, è stato approvato dall’esecutivo, e una nota del ministero dell’Economia e delle finanze ne ha spiegato i dettagli, precisando che il Def approvato in cdm "tiene conto di un quadro economico-finanziario che, nonostante l'allentamento negli ultimi tempi degli effetti negativi derivanti dalla pandemia e dal caro energia, rimane incerto e rischioso a causa della guerra in Ucraina, di tensioni geopolitiche elevate, del rialzo dei tassi di interesse ma anche per l'affiorare di localizzate crisi nel sistema bancario e finanziario internazionale. In questo contesto, l'economia italiana continua a mostrare una notevole dose di resilienza e vitalità".

 

La nota del Mef parla delle previsioni di crescita dell'Italia giruardo al prodotto interno lordo: «Nello scenario tendenziale a legislazione vigente, il Pil è previsto crescere dello 0,9 per cento nel 2023 (programmatico 1) ? dato rivisto al rialzo in confronto al Dpb di novembre, in cui la crescita del 2023 era fissata allo 0,6 per cento ? dell'1,4 per cento nel 2024 (programmatico 1,5) dell'1,3 per cento nel 2025 e dell'1,1 per cento nel 2026 (stesse percentuali nel programmatico). La stima per il 2024 viene pertanto rivista al ribasso (dall'1,9 %) in confronto allo scorso novembre. La proiezione per il 2025 è in linea con il Dpb, mentre la decelerazione prevista per il 2026 è dovuta a prassi metodologiche concordate a livello di Unione europea». 

 

Il Def prevede un andamento discendente della pressione fiscale che dovrebbe passare dal 43,3 nel 2023 al 42,7% entro il 2026. «Il Governo oggi ha tracciato la politica economica per i prossimi anni, una linea fatta di stabilità, credibilità e crescita - ha sottolineato la premier Giorgia Meloni -. Rivediamo al rialzo con responsabilità le stime del Pil e proseguiamo il percorso di riduzione del debito pubblico. Sono le carte con le quali l’Italia si presenta in Europa».

 

Nel Def 3 miliardi di deficit per taglio del cuneo

«A fronte di una stima di deficit tendenziale per l’anno in corso pari al 4,35% del Pil - si legge ancora nella nota del Mef -, il mantenimento dell’obiettivo di deficit esistente (4,5%) permetterà di introdurre, con un provvedimento di prossima attuazione, un taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi di oltre 3 miliardi a valere sull’anno in corso. Ciò sosterrà il potere d’acquisto delle famiglie» e allo stesso tempo, spiega il ministero, «contribuirà alla moderazione della crescita salariale» contro «una pericolosa spirale salari-prezzi».

 

Rapporto debito/pil in calo ma pesa il superbonus

Sempre secondo la nota del ministero dell'Economia, nel 2022 il rapporto debito/pil è risultato pari al 144,4%, 1,3 punti percentuali inferiore rispetto alla previsione del Dpb dello scorso novembre. Una diminuzione che, coerentemente agli obiettivi indicati nello scenario programmatico continuerà progressivamente a scendere nel 2023 al 142,1%, nel 2024 al 141,4, fino a raggiungere il 140,4% nel 2026. "Tuttavia non possono essere ignorati gli effetti di riduzione del rapporto debito/pil che si sarebbero potuti registrare se il super bonus non avesse avuto gli impatti sui saldi di finanza pubblica che sono stati finora registrati", si aggiunge.

 

Musumeci: stato di emergenza su migrazione

Nel Cdm di ieri su proposta del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci, il governo ha deliberato anche per lo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale a seguito dell’eccezionale incremento dei flussi di persone migranti attraverso le rotte del Mediterraneo. Lo stato di emergenza, sostenuto da un primo finanziamento di cinque milioni di euro, avrà la durata di sei mesi.

 

Sanzioni per chi imbratta i monumenti

Nel corso del Cdm è stato approvato anche un disegno di legge su “Disposizioni sanzionatorie in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici”, che il governo ha deciso di adottare, tra le altre cose, dopo i numerosi episodi di attacchi con vernici e altre sostanze dannose a monumenti e altri beni culturali, attuati da attivisti ambientali.

Multe da 20 a 60mila euro, più le sanzioni penali, per quanti distruggano, disperdano, deteriorino o rendano “in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali” ed altre sanzioni amministrative; sanzioni che vanno da 10 a 40mila euro per chi “deturpa o imbratta” questi beni o destina “ad un uso pregiudizievole per la loro conservazione” o “incompatibile con il loro carattere storico o artistico”. Sono le misure previste dalla bozza del ddl per intervenire contro gli atti di eco-vandalismo sulle opere d'arte. Il provvedimento destina i proventi delle multe al Ministero della Cultura in modo che siano impiegati per il “ripristino dei beni”.

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