
La guerra in Ucraina giunge al suo 419 giorno. Putin questa mattina alle 6 si è recato per la prima volta in visita nella regione di Kherson e nell’autoproclamata repubblica di Lugansk presso il quartier generale russo del battaglione Dnepr, nell’Ucraina meridionale.
Peccato che successivamente, come riferito dal capo dell’ufficio presidenziale ucraino Andriy Yermak, citato dai media nazionali, l’esercito russo abbia iniziato a bombardare la zona del mercato nel centro di Kherson, e sei civili sono rimasti feriti.
Nelle ultime 24 ore, sempre secondo l’esercito ucraino, le truppe russe hanno attaccato per 57 volte il territorio regionale con artiglieria, droni e aviazione.
Sul campo di battaglia di Bakhmut
“La battaglia per Bakhmut continua e al momento la situazione è sotto controllo”, ha dichiarato il comandante delle forze di terra ucraine Oleksandr Syrskyi affermando che, nonostante i molteplici assalti: “Bakhmut rimane l’epicentro dei combattimenti. È qui che il nemico sta concentrando la maggior parte dei suoi sforzi e non abbandona l’obiettivo di prendere ad ogni costo il controllo della città. Attualmente, il nemico sta aumentando l’attività dell’artiglieria pesante e il numero di attacchi aerei, trasformando la città in rovine”, Ma “i nostri soldati infliggono perdite significative al nemico e rallentano notevolmente la sua offensiva”
“Pesanti combattimenti proseguono lungo la linea del fronte del Donbass. Esiste la concreta possibilità che la Russia abbia ridotto il numero delle truppe e stia diminuendo l’azione offensiva intorno a Donetsk, molto probabilmente per deviare le risorse verso Bakhmut”. A scriverlo su Twitter il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano sulla guerra in Ucraina.
“A Bakhmut - prosegue l’intelligence britannica - le forze del ministero della Difesa russo e del Gruppo Wagner continuano, lentamente, a fare progressi. La linea del fronte nel centro della città segue in gran parte la linea ferroviaria. Qualsiasi importante ritiro delle unità russe o ucraine intorno a Bakhmut è diventata una questione critica, con l’Ucraina che vuole liberare una forza offensiva mentre la Russia probabilmente aspira a ricostituire una riserva operativa”.
Ministri Esteri G7, impegno su sanzioni a Russia
E mentre il ministro degli Esteri russo Lavrov ammette: "La Russia vuole che il conflitto finisca il prima possibile" e i mercenari russi del Gruppo Wagner vengono accusati di aver ucciso bambini a Bakhmut e Soledar, i ministri degli Esteri del G7 riuniti a Karuizawa, in Giappone hanno dichiarato l'intenzione di aumentare le sanzioni alla Russia: “Restiamo impegnati a intensificare le sanzioni contro la Russia, a coordinarle e ad applicarle pienamente... e a contrastare i tentativi della Russia e di terzi di eludere e minare le nostre misure sanzionatorie”.
E hanno poi rinnovato l’appello a “terze parti di cessare l’assistenza alla guerra russa o affronteranno costi severi: rafforzeremo il nostro coordinamento per prevenire e rispondere a terzi che forniscono armi alla Russia e continueremo a intraprendere azioni contro coloro che sostengono materialmente la guerra della Russia contro l’Ucraina”.
Dopo aver ribadito la richiesta a Mosca di ritirarsi immediatamente e in modo incondizionato dall’Ucraina, il G7 ha condannato la “retorica nucleare irresponsabile” della Russia, definendo “inaccettabile” la sua minaccia di dispiegare armi nucleari in Bielorussia. “Qualsiasi uso di armi chimiche, biologiche o nucleari da parte della Russia avrebbe gravi conseguenze”, hanno avvertito nel comunicato finale i ministri degli Esteri del gruppo di cui fanno parte Giappone, Stati Uniti, Canada, Italia, Francia, Germania e Regno Unito.
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha poi sottolineato che l'Italia "sta lavorando per aiutare l'Ucraina ad adeguarsi ai requisiti europei e a raggiungere l'obiettivo dell'adesione all'Ue".