
Nella bozza del decreto legge lavoro su cui sta lavando il governo Meloni e che dovrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri nelle prossime settimane, oltre alle modifiche al reddito di cittadinanza, alla proroga al 2025 per i contratti di espansione, l'arrivo già quest'anno di tre scadenze (al posto di due) per la richiesta di pensionamento dell'Ape Sociale per i lavoratori precoci, alle nuove misure per la sicurezza sul lavoro con l'estensione delle tutele Inail anche a studenti che svolgono attività formative, a docenti e ai lavoratori domestici e all'aumento degli sgravi contributivi e previdenziali per i datori di lavoro domestici alle prese con gli aumenti per colf e badanti, è previsto all'articolo 29 anche un aiuto alle famiglie per i minori in difficoltà per la scomparsa di uno dei due genitori.
Assegno unico e maggiorazione di 30 euro
L'aiuto sarà riconosciuto attaverso una maggiorazione dell'assegno unico universale per i minori che appartengono a nuclei con un Isee fino a 15mila euro e in cui, al momento della presentazione della domanda, è presente un solo genitore lavoratore poiché l'altro risulta deceduto.
Attualmente la maggiorazione è riconosciuta per ciascun figlio minorenne presente in nuclei in cui entrambi i genitori sono percettori di reddito da lavoro, è pari per il 2022 a 30 euro mensili per i nuclei con un Isee pari o inferiore a 15.000 euro, e si riduce gradualmente per livelli di Isee superiori fino ad annullarsi in corrispondenza di un Indicatore pari o superiore a 40.000 euro (o in mancanza di Isee).
Il costo per le casse dello Stato
Secondo la relazione tecnica le risorse necessarie che serviranno a coprire la maggiorazione di 30 euro per i figli orfani non superano i 100 milioni in tre anni. Per il 2023 infatti, si stima un impegno non superiore a 28 milioni che diventano 30,2 e 30,7 per i due anni successivi.
Il ministero del Lavoro stima che per il primo aggregato «i padri deceduti risultavano tutti titolari di reddito da lavoro autonomo o dipendente, mentre le madri decedute solo per il 60%, e considerando il numero di percettori stabile e il riconoscimento della misura massima della maggiorazione per tutti i mesi dell'anno», la stima dell'onere per il triennio 2023-2025, come detto, non supererà i 100 milioni.