Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

Pnrr, ok alla terza rata. A Chigi in arrivo una squadra di 84 tecnici

Il ministro dell’Economia Giorgetti dall’Ecofin a Stoccolma garantisce il pagamento della tranche dalla Commissione Ue. Firmato Dpcm per la nuova governance

Pnrr, ok alla terza rata. A Chigi in arrivo una squadra di 84 tecnici

E’ «questione di ore» prima che la Commissione Ue eroghi al governo italiano i 19 miliardi della terza rata del PNRR. Con queste parole il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha annunciato ieri lo sblocco del pagamento dopo il doppio rinvio di febbraio e marzo. Nel frattempo a Palazzo Chigi prende forma la nuova struttura per la governance del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Ai primi di maggio arriverà invece in Parlamento la relazione semestrale sull’attuazione del piano. 

 

La terza rata

La Commissione europea ha deciso di procedere col negoziato con l’Italia e di dare il via libera da Palazzo Berlaymont  all’atteso bonifico per il Mef. Giorgetti, al secondo e ultimo giorno dei lavori dell’Ecofin informale, da Stoccolma ha voluto dunque rassicurare i mercati: «Dalle informazioni che ho, la situazione è definita, e quindi siamo assolutamente ottimisti».

«Le autorità italiane e i nostri servizi stanno lavorando in modo molto positivo», ha detto invece il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni andando così a confermare le parole del ministro dell’Economia italiano. 

La trattativa sui 55 obiettivi da conseguire entro lo scorso 31 dicembre che ha costretto il governo ad una corsa contro il tempo per le verifiche “extra” chieste dalla Commissione un mese fa, è stata completata e le modifiche riguardanti le concessioni portuali e il teleriscaldamento, e lo stralcio dei finanziamenti per gli stadi della discordia - l’Artemio Franchi di Firenze e il Bosco dello Sport di Venezia - inseriti nel piano dal governo Draghi nel giugno 2022.

 

Le prossime tappe

Archiaviata la terza trance, l’esecutivo ora può e deve concentrarsi sulle due vere priorità: da una parte i 27 target per sbloccare la prossima tranche da 16 miliardi da centrare entro fine giugno e qui bisogna ancora sciogliere il nodo della costruzione di asili nido, obiettivo che il ministro al Pnrr Raffaele Fitto vorrebbe rimodulare perché in grave ritardo sulla tabella di marcia Ue a causa del caro-materiali e dall’altra: il Repower Eu, cioè il capitolo aggiuntivo del Pnrr contro la crisi energetica e il favoreggiamento della transizione ecologica. 

Sul dossier è intervenuto ieri Giorgetti rassicurando sulla richiesta di nuovi fondi a prestito inoltrata da Roma a Bruxelles a fine marzo. 

Il governo «farà un ragionamento da buon padre di famiglia», ha spiegato il titolare del Mef, ribadendo le condizioni di finanziamento più vantaggiose rispetto ai progetti a valere sul piano nazionale complementare: «I prestiti del Pnrr costano l’1-1,5%», gli altri «il 5%».

Ora però la priorità è spendere i fondi già a disposizione riducendo i tempi della burocrazia. 

 

A Palazzo Chigi la nuova governance

In arrivo anche la nuova struttura della governance a Palazzo Chigi per il PNRR. Firmato il Dpcm che istituisce l’unità di missione ad hoc che si coordinerà direttamente con la Commissione europea e le amministrazioni titolari di interventi Pnrr. Contando su una squadra di 84 tecnici (50 dipendenti, 20 esperti e 14 dirigenti). Al loro fianco lavoreranno anche i tecnici dell’Ispettorato generale per il Pnrr, a Fitto l'arduo compito di decidere chi e come mettere intorno al tavolo decisionale.

Per quanto riguarda i compensi, fa sapere Il Messaggero, per il coordinatore dell’unità sono previsti 226mila euro lordi l’anno, 200mila e 110mila per i dirigenti di prima e seconda fascia. Tra i 40mila e i 50mila per il personale non dirigenziale e i consulenti esterni. 

 

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