Il confronto

Dopo le scintille Meloni-Landini, il Dl Lavoro in Cdm oggi 1° Maggio

L’incontro a Palazzo Chigi tra governo e sindacati non ha fatto desistere la Cgil dal procedere con le giornate di mobilitazioni, più attendista la Cisl

Dopo le scintille Meloni-Landini, il Dl Lavoro in Cdm oggi 1° Maggio

Alle ore 11 di oggi 1° Maggio 2023, il Consiglio dei ministri si riunisce per dare il via libera al decreto lavoro, le cui misure sono state illustrate ieri, non senza polemiche, dal governo ai sindacati in un incontro a Palazzo Chigi durato oltre due ore.

«La priorità del governo - ha detto Meloni ai sindacati durante la riunione - è alleggerire la pressione fiscale sul costo del lavoro. Abbiamo approvato il Def, che ha liberato risorse che abbiamo dedicato completamente a taglio del cuneo fiscale». 

«Abbiamo voluto dare anche un altro segnale, per i giovani, attraverso un incentivo che vale fino al 60% della retribuzione riconosciuto al datore di lavoro che assume giovani che non sono occupati e non sono in un percorso di formazione, i cosiddetti “neet”» ha aggiunto Meloni.

 

Meloni-Landini

In merito alle parole di Landini pronunciate alla viglia dell’incontro sul Consiglio dei ministri convocato nel giorno della Festa del lavoro definito dal segretario della Cgil come un «atto di arroganza e di offesa nei confronti dei lavoratori», e alle quali Meloni aveva 

obiettato come «incomprensibili»: «Credo sia un bel segnale, invece, per chi come noi è un privilegiato, onorare con il nostro impegno, in questo giorno di festa, i lavoratori e le risposte che attendono. E vorrei ricordare al segretario Landini che il primo maggio ci sono molte persone che lavorano, dai camerieri ai medici, dalle forze dell’ordine fino ai tecnici che consentono lo svolgimento del concerto di piazza San Giovanni». E aggiungendo poi, «se Landini pensa davvero che sia diseducativo lavorare il primo maggio, allora il concerto la triplice dovrebbe organizzarlo in un altro giorno. Noi non la pensiamo così e rispettiamo l’iniziativa della triplice, così come chiediamo rispetto per il nostro lavoro».

Al tavolo a Palazzo Chigi la premier ovviamente è tornata sull’argomento per evidenziare che i provvedimenti saranno varati dal Consiglio ministri «in un giorno simbolico» e che «Non è una mancanza di rispetto». «È un segnale e mi sarei aspettata un “bravi”. Era un modo per dire “ci siamo e ci siamo tutti”, una mano tesa, un tentativo di dialogare e di lavorare insieme, perché sul taglio del cuneo fiscale credo che siamo d’accordo».

 

Landini: Rimangono in campo le ragioni per uno sciopero

Il taglio del cuneo contributivo annunciato dal Governo ai sindacati, «va nella direzione delle richieste che abbiamo sempre avanzato ma è temporanea, dura qualche mese. Non c’è la restituzione del fiscal drag e manca un intervento di tassazione sugli extraprofitti» è quanto affermato dal leader della Cgil, Maurizio Landini al termine dell’incontro governo-sindacati di ieri a Palazzo Chigi. «C’è una novità nella direzione che chiedevamo ma non è quello che chiedevamo perché non è strutturale e perché non ci sono misure su fiscal drag e extraprofitti». Mentre contratti a termine e reddito restano «punti dolenti su cui abbiamo marcato differenze».

«Rimangono tutte in campo le ragioni che ci hanno portato a indire giornate di mobilitazione: c’è bisogno di un cambiamento vero in questo Governo» ha sottolineato Landini.

 

Sbarra: Meloni vuole nuovo cammino di confronto sui grandi dossier

«L’incontro di oggi -ieri ndr - ha detto il leader della Cisl, Luigi Sbarra - è utile e importante perchè sostanzialmente determina una inversione di tendenza rispetto al deterioramento del dialogo sociale tra governo e sindacati negli ultimi mesi. Il premier Meloni ha rassicurato che intende avviare un nuovo cammino di confronto sui grandi dossier che abbiamo aperti nel nostro Paese».

«Aspettiamo di conoscere i testi ufficiali perché su materie delicate anche una virgola rischia di cambiare una misura. Sospendiamo il giudizio nell’attesa del testo. È stato un incontro utile perché determina un’inversione di tendenza rispetto al deterioramento del dibattito tra governo e sindacati negli ultimi mesi. Meloni vuole un nuovo cammino sui grandi dossier aperti nel Postro paese». Ha concluso il segretario Cisl.

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