L’esposto

In Italia scatta l’allarme per i rincari dei prezzi della pasta

Codacons e altre associazioni, soddisfatte per la convocazione della Commissione di allerta rapida sui prezzi, chiedono l’intervento anche dell’Antitrust

In Italia scatta l’allarme per i rincari dei prezzi della pasta

In Italia è scattato l'allarme per il prezzo della pasta, in continuo aumento, nonostante che i rincari non corrispondano all’andamento delle quotazioni del grano duro. Per questo motivo il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso ha dato mandato al Garante per la sorveglianza dei prezzi, “Mister Prezzi”, Benedetto Mineo, di convocare la Commissione di allerta rapida per analizzare la dinamica del prezzo della pasta che nel mese di marzo ha fatto registrare un rincaro di +17,5%. La riunione convocata l’11 maggio alle 14.30. è la prima ad essere creata con il decreto trasparenza.

 

La classifica del prezzo della pasta

L’associazione dei consumatori Assoutenti ha stilato una sorta di classifica per il caro-pasta in Italia. In base alla rilevazione Anconaè la città italiana che ha il prezzo più alto della pasta con 2,44 euro al kg mentre Cosenza è risultata la più economica con un costo di 1,48 euro

La Coldiretti che ricorda che il grano duro per la pasta viene pagato in Italia circa 36 centesimi al chilo il prezzo della pasta è aumentato il doppio dell'inflazione. «Una distorsione - dice Coldiretti - che appare chiara anche dall'andamento dei prezzi medi al consumo che secondo l'Osservatorio del ministero del Made in Italy variano per la pasta da 2,3 euro al chilo di Milano ai 2,2 euro al chilo di Roma, dai 1,85 di Napoli ai 1,49 euro al chilo di Palermo mentre le quotazioni del grano sono pressoché uniformi lungo tutta la Penisola a 38 centesimi di euro al chilo». 

 

Rincari pasta, il Codacons presenta un esposto all’Antitrust

Le associazioni dei consumatori, soddisfatte per la convocazione della Commissione di allerta rapida sui prezzi, chiedono l'intervento anche dell'Antitrust allo scopo di fare chiarezza su possibili fenomeni speculativi. Questo è quanto evidenziato dal Codacons, annunciando la presentazione venerdì 5 maggio di un esposto all'Antitrust relativo proprio ai listini al dettaglio della pasta in Italia.

«L'Istat, nel dato sull'inflazione di marzo, registra rincari medi per la pasta del 18,2% rispetto allo scorso anno, con ricadute pari in media a +25,5 euro annui a famiglia. Aumenti dei listini che - scrive il presidente Carlo Rienzi - non sarebbero giustificati dall'andamento delle quotazioni del grano. È necessario quindi verificare cosa, nello specifico, determina incrementi così forti dei listini, e se vi siano anomalie sul mercato tese a mantenere elevati i prezzi al dettaglio di un prodotto molto presente sulle tavole degli italiani, al punto che ogni cittadino consuma circa 23 chili di pasta all'anno».

Rincari che, secondo il Codacons, potrebbero configurare pratiche commerciali scorrette e violazione delle norme in tema di diritti dei consumatori.

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