Nel Giorno della Memoria

Terrorismo, Mattarella: “Mai più violenza politica, mai più stragi”

Il presidente della Repubblica durante le celebrazioni al Quirinale ha ricordato oggi le numerose vittime del terrorismo che “hanno scritto la storia”

Terrorismo, Mattarella: “Mai più violenza politica, mai più stragi”

Il 9 maggio del 1978 a Roma, in via Caetani, fu ritrovato il corpo senza vita di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana e più volte presidente del Consiglio, ucciso per mano delle Brigate rosse. Dal 2007, in questa data, si celebra il "Giorno della Memoria dedicato alle vittime del terrorismo".

 

Alle 10, in occasione del 45esimo anniversario, proprio in via Caetani, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deposto una corona di fiori bianchi, rossi e verdi sulla lapide. Presenti anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè, il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.

 

Al Quirinale invece si è tenuta la cerimonia, a cui ha partecipato anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. "Il 9 maggio di 45 anni fa, cinquantacinque giorni dopo il suo sequestro e la strage di via Fani, le Brigate Rosse uccisero Aldo Moro. Il terrorismo toccò il suo punto più alto di aggressione allo Stato, colpendo al cuore le Istituzioni democratiche e scrivendo una delle pagine più cupe della storia della nostra Repubblica. Il barbaro assassinio di Moro ferì profondamente la Nazione e ne lacerò il tessuto sociale, ma il popolo italiano seppe reagire mostrando unità e coesione", ha scritto Meloni.

"Quell'unità e quella coesione senza le quali lo Stato non avrebbe avuto la forza necessaria per combattere e sconfiggere il terrorismo e l'eversione. Oggi l'Italia celebra il Giorno della Memoria delle vittime del terrorismo interno e internazionale e delle stragi di tale matrice e si stringe ai famigliari e ai cari di ognuna di loro - ha evidenziato la premier -. L' impegno per non dimenticare quanto accaduto non deve mai esaurirsi, ed è preciso dovere delle Istituzioni proseguire anche sul cammino della verità per illuminare quelle pagine rimaste purtroppo ancora oscure e che attendono di essere conosciute pienamente".

 

Vittime del terrorismo, il discorso di Mattarella al Quirinale

"Lo Stato, le forze politiche e sociali, hanno saputo reagire - nonostante lo smarrimento iniziale -  con coraggio e decisione alla sfida dei terrorismi. Una guerra che è stata vinta - è bene sottolinearlo, qui e ovunque - combattendo sempre sul terreno della legalità costituzionale, senza mai cedere alle sirene di chi proponeva soluzioni drastiche, da regime autoritario. Affidandosi al diritto e all'amministrazione della giustizia per proteggere la nostra comunità. Rifiutando di porsi al di fuori della natura democratica della nostra Repubblica". Ha detto al Quirinale, il presidente Sergio Mattarella, durante le celebrazioni per il Giorno della Memoria dedicato alle vittime del terrorismo.

“Molto si è parlato dei colpevoli, le vittime hanno scritto la storia”

 

"Autorità, cari familiari, si è molto parlato negli ultimi decenni dei terrorismi e dei terroristi. Della loro vita, dei loro complici, delle loro presunte ideologie, delle cause che han fatto da base alla loro scelta di lotta armata. Delle gravi deviazioni compiute da elementi dello Stato, e per le quali avvertiamo ancora l'esigenza, pressante, di conoscere la piena verità.

Su questi argomenti esistono molti studi, numerose pubblicazioni, tante trasmissioni televisive, anche di interesse e pregio. Meno si è, invece, scritto e parlato della reazione unanime del popolo italiano.

Meno dei servitori dello Stato, che hanno posto a rischio la propria vita per combattere violenza ed eversione.

Meno di chi, nelle fabbriche, nelle università, nei vari luoghi di lavoro, ha opposto un no, fermo e deciso, a chi voleva ribaltare le regole democratiche. Ancor meno si è parlato del dolore, indicibile e irrecuperabile, delle famiglie a cui la lotta armata o i vili attentati hanno strappato un coniuge, un figlio, un genitore, un fratello o una sorella. Eppure sono state queste persone, non i terroristi, a fare la storia italiana". Continua il Capo dello Stato.

 

"A scriverne la parte decisiva e più salda. A esprimere l'autentico animo della nostra società e non la sua patologia. A costituire un patrimonio collettivo di memoria e di esempio per tutte le generazioni. Anche questi uomini e queste donne vuole ricordare oggi la Repubblica, in questa giornata dedicata alle vittime dell'eversione e del terrorismo", ha aggiunto il Capo dello Stato, citando poi i nomi di diverse vittime, "più o meno noti".

 

Le vittime del terrorismo ''parlano a tutti noi, parlano ai nostri giovani, sollecitandoli a fare delle istituzioni il luogo autentico del confronto politico, a non lasciarsi accecare dall'odio né tentare dalla violenza per imporre le proprie convinzioni. L'odio e la violenza costituiscono il percorso dei regimi autoritari. Rappresentano il fallimento dell'umanità, chiamata alla libertà e al rispetto reciproco. La Repubblica ha saputo produrre i suoi anticorpi, ben sapendo che un clima di scontro violento, parole d'odio, l'avversario trasformato in nemico da abbattere, costituiscono modalità patologiche della contesa politica che, oggi come allora, vanno condannate e respinte con decisione''. Ha dichiarato il Presidente Mattarella.

 

''La democrazia della nostra Repubblica si nutre di tolleranza, di pazienza, di confronto, di rispetto. E' una strada che a taluno appare lunga e faticosa ma è l'unica di progresso della convivenza. L'unica capace di ottenere e mantenere nel tempo pace, serenità, benessere, diritti a tutti i cittadini''.

 

''E' questo - conclude Mattarella- l'insegnamento che ci proviene dalle tante, troppe vittime del terrorismo e dell'eversione. Intorno alla loro memoria ci stringiamo oggi commossi per ribadire con determinazione: mai più violenza politica, mai più stragi''. 

 

 

 

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