una giornata cruciale

Decreto Pa alla Camera, le opposizioni (divise) assicurano battaglia

Oggi il provvedimento con gli emendamenti che limitano i controlli della Corte dei Conti sulle spese del Pnrr arriva a Montecitorio. Possibile la fiducia

Decreto Pa alla Camera, le opposizioni (divise) assicurano battaglia

Dopo le polemiche delle scorsa settimana e il botta e risposta tra Italia e Ue, arriva oggi alla Camera, il decreto PA contenente gli emendamenti che limitano i controlli della Corte dei Conti sulle spese del Pnrr. Il governo vuole chiudere in fretta e si prepara con molta probabilità a porre la fiducia sul testo, per poi procedere all’approvazione rapida e blindata al Senato, vista anche la scadenza prossima del decreto al 21 di giugno.  

Nel frattempo esponenti di spicco di FdI, tra cui il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari, vengono chiamati in causa dal deputato di +Europa Benedetto Della Vedova che ha voluto ricordare loro una proposta di legge presentata proprio da Fdi nella scorsa legislatura, nella quale si sarebbe chiesto proprio "il controllo concomitante" della Corte dei Conti sul Pnrr. "Prima serviva ad accelerare e dare efficienza, oggi sarebbe causa dei ritardi", ha ironizzato il deputato.

 

Il governo e il decreto PA alla Camera

Ma che la giornata politica a Montecitorio sarà cruciale lo sa bene il governo che con Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, giustifica la sua norma sulla soppressione dei controlli intemedi della Corte dei Conti come l'unico modo per "concludere i lavori entro il giugno del 2026".

E "derubrica" con il sottosegretario al Mef Federico Freni quanto avvenuto con la Commissione europea. "Non è un incidente con la Commissione europea, ma con un qualsiasi funzionario". "Un passaggio irrilevante", "un suono di disturbo" - ha affermato il sottosegretario leghista - che non intaccherebbe la trattativa con la Commissione sul Piano di ripresa e resilienza. "Il controllo concomitante sul Pnrr è un'assoluta anomalia italiana, una sorta di cogestione che per quanto mi riguarda ha poco senso". 

La polemica che ha escerbato lo scontro politico delle ultime settimane, però, non accenna a sfumare. E sulla questione Corte dei Conti, interviene anche il procuratore nazionale Antimafia Giovanni Melillo. "La rivendicazione di un primato dei poteri discrezionali della Pa", dichiara, è "tanto più credibile se alla richiesta di arretramento dei controlli esterni si accompagna un deciso rafforzamento delle linee di controllo interne, ma non mi pare che di ciò ci sia traccia significativa". Per Melillo, bisogna impiegare al più presto le risorse del Pnrr, ma bisogna "farlo bene, evitando che esse si disperdano nei mille rivoli degli abusi e della corruzione", o peggio, "che finiscano nelle mani della criminalità mafiosa". 

 

Le opposizioni

Le opposizioni, che si dicono pronte a dare battaglia in Aula, sono ancora una volta divise.

Da una parte Azione e Italia viva che affermano di non vedere "colpi di mano" nella cancellazione del controllo concomitante dei magistrati contabili sul Pnrr e con Carlo Calenda che dice persino che lo avrrebbe fatto lui quel provvedimento perché "quello della Corte era un controllo assurdo e ridondante" il Pd e Avs sono, invece, sul piede di guerra: "Daremo battaglia, sulla Corte dei Conti il Governo sta facendo una forzatura", assicurano i dem. “E' inconcepibile che anche in questa occasione il governo possa sottrarsi ad una discussione democratica, noi vogliamo esporre le nostre ferme ragioni contro un decreto che imbavaglia la Corte dei conti ma ci aspettiamo che già alle 14, come sembra, il governo possa porre la questione di fiducia chiudendo qualsiasi spazio di confronto", ha spiegato Filiberto Zaratti capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra in commissione Affari costituzionali della Camera. 

 

Ma anche il M5S si prepara al braccio di ferro:  "Vediamo cosa succede, daremo battaglia in aula. E' qualcosa di grave" assicurano i pentastellati, pronti a richiedere maggiori spazi di confronto. Stessa linea per il loro leader Giuseppe Conte che sottolinea come: "è evidente che la preoccupazione di Palazzo Chigi non sia mettere subito a terra i fondi del Pnrr ma non essere disturbati e controllati su come vengono spesi i soldi degli italiani".

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