Dall’intervista a Il messaggero

Stop allo Smart working. Zangrillo: “Non siamo più in pandemia”

Per il ministro della PA il lavoro agile è un importante strumento serve però una rivoluzione culturale per non diventare una sorta di semi-vacanza

Stop allo Smart working. Zangrillo: “Non siamo più in pandemia”

In un’intervista rilasciata a Il Messaggero il ministro per la Pubblicazione Amministrazione Paolo Zangrillo è intervenuto sulla questione dello smart working, la formula di lavoro agile abbondantemente utilizzata e sperimentata nel periodo covid. “Non siamo più in pandemia, per cui non credo ci sia più l'urgenza di intervenire sui genitori con figli under 14. Auspico invece continui ad esserci la giusta attenzione nei confronti dei fragili". Ha spiegato Zangrillo dalle colonne del quotidiano romano. 

"Ho sempre sostenuto che il lavoro agile rappresenti un importante strumento e non vedo perché non possa essere in grado di funzionare anche nella Pa. Per evitare il racconto del lavoro agile come una sorta di semi-vacanza, serve però una vera e propria rivoluzione culturale, oltre che organizzativa, in grado di rendere lo smart working pienamente efficace, per non pregiudicare i servizi erogati a cittadini e imprese".

 

Smart working fino al 30 giugno 

La proroga dello smart working per i dipendenti privati con figli under 14 e per i fragili scade il prossimo 30 giugno ed è attualmente previsto nel settore pubblico e privato per i lavoratori fragili. Nelle aziende private, si applica a chi ha figli fino a 14 anni solo se l’altro genitore non è beneficiario di strumenti di sostegno al reddito e se non c'è un genitore non lavoratore. 

A meno che di ulteriori proroghe tutte le categorie beneficiarie dovrebbero tornare al lavoro in presenza ed il ricorso allo smart working potrà essere regolato solo dagli accordi individuali tra azienda o amministrazione pubblica e lavoratori, secondo quanto previsto dalla legge 81/2017 e dal Protocollo nazionale sul lavoro in modalità agile.

Attualmente sono 3,6 milioni i lavoratori in smart working, ben il 14,9% del totale.

 

M5S, Pd e Verdi e Sinistra per un'ulteriore proroga

Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Verdi e Sinistra e autonomi sono favorevoli ad una proroga dello smart working, hanno presentato un emendamento al decreto 1° Maggio 2023 chiedendo di proseguire col lavoro agile fino al 31 dicembre per le categorie dei fragili e per i genitori di figli minori di anni 14 sia nel pubblico e sia nel privato. 

La discussione è prevista il prossimo 13 giugno.

 

I costi per lo Stato

Sei mesi di proroga dello smart working sembrerebbero pochi se non si tenesse conto di quanto sia il costo reale di questi mesi per le casse dello Stato che è tra i 16 e i 18 milioni di euro, perché la norma prevede che se la mansione del lavoratore non può essere svolta da remoto, l'azienda deve affidargliene una diversa, anche eventualmente assumendo un nuovo dipendente per quel compito.

Qualora la proroga non sarà approvata, allora la scelta sulla concessione dello smart working illimitato resterà appannaggio dei datori di lavoro che potranno proporre accordi specifici.

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