Il responso alle urne

Elezioni Spagna, vince il Pp ma Sanchez e la sinistra cercano alleanze

Il Pp primo partito con 136 seggi, segue il Psoe con 122. Il crollo di Vox rende difficile il compito di formare il governo a Feijóo leader dei Popolari

Elezioni Spagna, vince il Pp ma Sanchez e la sinistra cercano alleanze

Spagna, il Partito Popolare vince ma non ha la maggioranza.

Che l’esito delle elezioni spagnole, che ieri hanno chiamato al voto 37,4 milioni di cittadini, sarebbe potuto essere inaspettato vista l’incognita dei giovani, per la prima volta alle urne, e dell’ex premier socialista Sanchez, in grande rimonta nell’ultima settimana, l’avevamo già preannunciato ieri mattina. Poi durante la lunga serata di spoglio, durante la quale sondaggi ed exit pools hanno confuso la realtà, la conferma: la Spagna ha respinto, almeno per il momento, il vento di destra di Vox ma concretizza anche la possibilità di un ritorno alle urne nel caso in cui nessuna forza riuscisse a formare un nuovo governo. Il partito uscito vincitore dal voto è infatti il Pp che non avendo ottenuto il numero di seggi minimo (176) per governare deve ora allearsi con altri partiti e decidere se spostare l’ago della bilancia nel centro o guardare più a destra. Intanto però i socialisti esultano e Sanchez e la sinistra, seppur perdendo, potrebbero trovare valide alleanze.

 

Elezioni in Spagna, vincono i popolari

Il Partito Popolare vince le elezioni spagnole conquistando 136 seggi. 

I socialisti di Psoe si fermano a 122 (due in più rispetto alla scorsa tornata elettorale del 2019). 

Vox invece prende 33 seggi.

Sumar 31.

 

Il crollo del partito sovranista

Il partito dei patrioti Vox, aiutato in campagna elettorale anche dalla premier Meloni, dall’ungherese Viktor Orban e dal polacco Morawiecki, alle urne ha ricevuto una sonora sconfitta passando da 51 a 33 seggi. Una grave battuta d'arresto per questa forza di destra che invece mirava a conquistare anche per Madrid i successi raggiunti dai partiti fratelli a Roma, in Finlandia, in Svezia, in Polonia e nella Repubblica Ceca. 

”Durante tutta la campagna elettorale siamo stati avvisati di sondaggi chiaramente manipolati che hanno avuto una chiara conseguenza: la smobilitazione". Ha detto il leader di Vox, Santiago Abascal. "Inoltre, abbiamo visto i media fare appello al voto utile e demonizzare Vox", ha aggiunto, "c'è stata molta manipolazione da parte di tutti i media pubblici e privati".

 

La rimonta di Sanchez 

L’ex premier Sanchez che si era dimesso dopo il voto delle amministrative di maggio e indetto nuove elezioni, può ritenersi molto soddisfatto dei risultati grazie ad una "remontada" lì dove sembrava impossibile. ”La Spagna e tutti i suoi cittadini sono stati molto chiari: il blocco politico dell'involuzione, del ritorno al passato e dell'abrogazione di tutti i nostri passi avanti negli ultimi quattro anni ha fallito", ha esultato in nottata. 

"Il blocco di Partito Popolare e Vox è uscito sconfitto, siamo molti di più noi che vogliamo avanzare", ha detto.

 

Il rischio voto a dicembre 

Il Psoe di Sanchez ha davanti a sè giorni difficili nell’estenuante ricerca di alleati e il partito radicale catalanista, Junts, potrebbe rappresentare la svolta per formare un nuovo governo. Al contempo, dall’altro fronte, il Pp che è primo partito, vorrebbe almeno provarci a formare l’esecutivo e il suo leader Alberto Núñez Feijóo ne rivendica il diritto. Se gli intenti falliranno allora c’è già chi prevede un ritorno alle urne a dicembre.

 

I 3 scenari possibili

Il risultato post elezioni offre dunque tre scenari possibili: 

1) Il Psoe di Sanchez si mette al lavoro e riesce, in un secondo miracolo, a mettere in piedi una nuova maggioranza magari con l’appoggio di catalani e baschi;

2) Il Pp di Feijóo con Vox ed altri voti riesce a formare il governo.

3) Il voto a dicembre. 

 

Le reazioni dei leader nel post voto

Feijòo: "Come candidato del partito più votato, credo che il mio dovere sia aprire il dialogo, guidare questo dialogo e cercare di governare il nostro Paese". "Il nostro dovere è evitare un periodo di incertezza", ha aggiunto, chiedendo "che nessuno abbia di nuovo la tentazione di bloccare la Spagna". Ma la strada è tutta in salita.

 

Sanchez: "Grazie a tutta la Spagna perché abbiamo dimostrato di essere una democrazia forte e pulita", "abbiamo ottenuto più voti e più seggi rispetto a quattro anni fa". Ringrazio "tutti i milioni di elettori che hanno votato per il Psoe". "La Spagna e tutti i suoi cittadini sono stati molto chiari: il blocco politico dell'involuzione, del ritorno al passato e dell'abrogazione di tutti i nostri passi avanti negli ultimi quattro anni ha fallito": ha detto Sanchez. "Il blocco di Partito Popolare e Vox è uscito sconfitto", ha aggiunto "siamo molti di più noi che vogliamo avanzare". 

 

Yolanda Diaz (Sumar): "Grazie a tutte le persone che si sono fidate di Sumar. Oggi la gente dormirà più serenamente, la democrazia ha vinto e ne esce più forte e oggi abbiamo un paese migliore". "A partire da domani, dobbiamo continuare a conquistare diritti e promettiamo di continuare a farlo. Più diritti per le donne, le persone LGTBI e le lavoratrici e le lavoratrici", ha spiegato, "da domani avvierò un dialogo con tutte le forze progressiste del nostro Paese per garantire il governo in Spagna".

 

Abascal (Vox): "Gli spagnoli che oggi sono preoccupati sappiano che non li deluderemo, e che resisteremo: siamo assolutamente pronti sia a fare opposizione, sia a un ritorno alle urne": ha affermato il leader di Vox, Santiago Abascal. "Vedo molti festeggiamenti nelle sedi degli altri partiti, sembra che abbiano vinto tutti e per questo colgo l'occasione per congratularmi con Feijóo come vincitore delle elezioni. Lo ha fatto non dipendendo da Vox, come voleva". Abascal ha poi attaccato il leader del Pp: "È una pessima notizia che Pedro Sanchez, anche se ha perso le elezioni, possa bloccare l'investitura" di un governo di destra e "persino governare con l'appoggio del comunismo, del terrorismo e dell'indipendentismo", ha aggiunto.

 

Indipendentisti catalani:  Il partito indipendentista catalano di Carles Puigdemont, Junts, ha avvertito il leader socialista Pedro Sanchez che non lo "renderà premier in cambio di nulla". Ha detto Míriam Nogueras, portavoce della formazione politica.

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