
Richiedere mutui, prestiti, assicurazioni, ma anche partecipare a concorsi o persino accedere all'iter per un'adozione, per almeno 900 mila italiani è molto più difficile, se non impossibile. Ecco perché è necessaria una legge urgente in grado di liberare i malati di cancro che si possono considerare guariti e che corrono gli stessi rischi di salute di tutti gli altri, dallo stigma del cancro e possano così compilare richieste e moduli senza dover affrontare più la fatidica domanda: "Ha avuto un tumore?". Perché la risposta affermativa spesso chiude le porte, o quelle assicurative rimangono aperte ma a costi insostenibili.
Ok dalla Camera alla pdl sul diritto all'oblio oncologico
Una legge chiesta a gran voce da anni dalle associazioni di pazienti sta finalmente diventando realtà. La Camera ha approvato all'unanimità, con 281 voti a favore e nessun contrario, la proposta di legge sul diritto all'oblio oncologico, il cui testo passerà ora al Senato, che introduce disposizioni per la prevenzione delle discriminazioni e la tutela dei diritti delle persone che sono state affette da malattie oncologiche.
Approvazione bipartisan e grande soddisfazione della maggioranza e delle opposizioni: "Quella di oggi - dice Patrizia Marrocco, deputata FdI e firmataria del testo - è una battaglia di civiltà che permetterà ad ogni paziente oncologico guarito di poter vivere una vita normale senza nessuna discriminazione, una norma che permette all'ex paziente di non dichiarare più la malattia".
Dello stesso parere la segretaria del Pd Elly Schlein che in una nota ha scritto: "Finalmente, alla Camera è stata approvata all’unanimità una legge di civiltà, la legge sull'oblio oncologico. Milioni di persone guarite dal cancro non saranno più discriminate quando dovranno stipulare un'assicurazione, accendere un mutuo o adottare un minore. Una buona notizia, un passo avanti per il Paese!".
Cosa prevede il testo
In base alla proposta di legge approvata alla Camera, una persona guarita da una patologia oncologica da più di 10 anni (che a 5 anni nel caso in cui la malattia sia insorta prima del compimento del 21esimo anno di età) senza episodi di recidiva e che voglia accedere a servizi bancari, finanziari e assicurativi non avrà l'obbligo di fornire informazioni relative allo stato di salute. E né dette informazioni potranno essere acquisite da fonti diverse dal contraente e qualora siano già nella disponibilità dell’operatore o dell’intermediario, non possono essere utilizzate per la determinazione delle condizioni contrattuali.
Le stesse condizioni valgono anche per l'accesso alle procedure concorsuali che prevedono l’accertamento di requisiti psicofisici o riguardanti lo stato di salute dei candidati. Novità anche sulle procedure di adozione e affidamento dei minori. Anche in questo caso, le indagini svolte sui potenziali genitori o affidatari non possono riguardare il loro stato di salute.
Cosa succede negli altri Paesi
Una legge sull'oblio oncologico è già in vigore in Francia, Lussemburgo, Belgio, Olanda, Portogallo e Romania, "e lo sarebbe anche in Spagna se non si fosse dimesso il premier", rileva il segretario Favo. Ora tocca al nostro Paese: "Indubbiamente c'è un'accelerazione - commenta - ma dobbiamo tenere alta la guardia. Parliamo di una svolta culturale, un messaggio molto forte, in cui si norma la figura del guarito dal tumore e si fissano dei diritti molto precisi. Il consenso mi pare bipartisan, credo che i tempi siano maturi ma le cose si devono fare presto e bene: la legge deve essere anche applicabile".
Gli oncologi in prima linea
Da anni la fondazione Aiom, l’Associazione italiana oncologia medica è in prima linea nel combattere questa ingiustizia, ed ha promosso la sua azione anche attraverso la campagna di comunicazione “Io non sono il mio tumore” con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le Istituzioni, nella speranza di raggiungere al più presto gli altri Paesi virtuosi.
D'altra parte, spiega la fondazione, "nel nostro Paese sono 3,6 milioni le persone che hanno avuto una diagnosi di cancro. Di questi, il 27% può essere considerato guarito. Molti di loro subiscono, hanno subito o subiranno ingiustamente discriminazioni legate alla malattia".