in Africa Occidentale

Niger esplosivo: spirito anti-colonialista e ricatto russo all’Europa

Violenze, corruzione e una massiccia propaganda di Mosca hanno innescato nella popolazione un forte sentimento anti-occidentale e il colpo di stato nigerino

Niger esplosivo: spirito anti-colonialista e ricatto russo all’Europa

Niger, l’ultimatum della Ecowas, la Comunità economica degli Stati dell'Africa Occidentale, ai golpisti sta per scadere. E ciò che succederà dopo, potrebbe innescare un terremoto geopolitico in tutta l’Africa e arrivare fino in Occidente. 

Il colpo di Stato avvenuto tra la notte del 26 e 27 luglio che ha portato alla destituzione del presidente filo-occidentale Mohamed Bazoum, ha attivato infatti un pericolosissimo domino che ora rischia di trascinare con sè una decina di Paesi in una guerra di vaste dimensioni qualora i promotori del golpe non si arrenderanno entro stasera. 

 

Il ruolo di Francia e Russia

A giocare un altrettanto importante ruolo in questa esplosiva vicenda, ci sono anche Francia Russia: la prima perché è un punto di riferimento per il passato coloniale nigerino, mentre l'altra è la potenza militare che tramite il Gruppo Wagner controlla le aree del Sahel conosciute anche con il nome di "African Belt", cioè la "cintura africana", che separa l'Africa "bianca" (berbera) del Maghreb dall'Africa nera. Zone dove le tensioni e l’odio etnico tra gruppi tribali e autorità locali sono stati sfruttati prima dai francesi e ora proprio dai russi, dove vige un pregresso sistema giudiziario corrotto e frammentato e dove vige l'assenza più totale di servizi come istruzione e sanità.

Si tratta quindi di aree assai estese in cui anno dopo anno, morte dopo morte, la popolazione ha sviluppato un sentimento anti-francese e anti-occidentale instaurati grazie anche alla massiccia, e già arcinota, propaganda russa fatta di disinformazione e fake news, che ha coinvolto centinaia di africani filo-russi assoldati da Mosca per far leva sul sentimento anti-colonialista di antica memoria. Ed ecco perché a Mali come in Burkina-Faso ed ora in Niger, le popolazioni hanno preso le parti dei golpisti bruciando la bandiera francese e sventolando quella russa. 

 

Cosa sta succedendo in Niger

Tra il 2019 e il 2023 nell’Africa centro-occidentale ci sono stati nove colpi di Stato, oltre a varie svolte autoritarie che hanno fortemente indebolito l'Ecowas, che da 15 Stati è scesa a 11 per via delle sospensioni dei Paesi "golpisti" di Mali, Burkina-Faso, Guinea e ora del Niger.

La Comunità economica degli Stati dell'Africa Occidentale e la Francia, che fino adesso è stato il Paese di riferimento di Niamey, vorrebbero evitare uno scontro militare e per questo spingerebbero verso una revoca o un rinvio della scadenza dell’ultimatum lanciato il 30 luglio scorso. La Comunità, da sempre in prima linea nel combattere gli interventi militare per mano dei golpisti, sarebbe infatti pronta ad interporsi oltre che in Nigeria, anche in Costa d'Avorio, Senegal e Benin. Mentre Mali e Burkina hanno respinto l’ipotesi di qualsiasi intervento militare contro i golpisti nigerini, considerato alla stregua di un atto di guerra contro Ouagadougou e Bamako. 

Ecco perché al fine di scongiurare il conflitto armato in Niger, oltre alla proroga dell’ultimatum, in queste ore concitate, si sta facendo strada anche l'ipotesi di un "calendario della transizione", come è accaduto per i golpisti in Mali e Burkina-Faso. 

 

Il ricatto migratorio russo 

In questa vicenda l'Ue e gli Usa si sono schierati apertamente col presidente destituito Bazoum, condannando senza appello i golpisti e chiedendo un ritorno all'ordine costituzionale. Perché il Niger per l'Occidente rappresenta un alleato cruciale nella lotta contro i gruppi jihadisti in Africa e nel frenare i flussi migratori, senza parlare poi delle sue innumerevoli materie prime, come l’uranio.

Per questo se il Niger dovesse allearsi con la Russia, come è avvenuto nei vicini Burkina-Faso e Mali, il Cremlino potrebbe innescare uno spregiudicato meccanismo di ricatto migratorio nei confronti dell’Europa, e soprattutto dell’Italia. 

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