
E’ iniziato lo sversamento in mare dell’acqua radioattiva della centrale nucleare di Fukushima Daiichi, colpita nel 2011 da un triplice disastro: il terremoto di magnitudo 9, il successivo tsunami e la dispersione delle radiazioni dalla centrale nucleare. Una serie di eventi concatenanti che causarono la morte di oltre 15.000 persone.
Come da programma, il primo lotto di acqua contaminata è stata rilasciata nell’Oceano Pacifico e permetterà all'impianto giapponese di smantellare il sito, ancora altamente pericoloso, a dodici anni da uno dei peggiori incidenti nucleari al mondo.
Tempi e quantità sono impressionanti, si parla di oltre un milione di tonnellate da smaltire e uno sversamento, che secondo le stime dovrebbe durare dai 30 ai 40 anni. L’operazione giapponese ha però causato la rabbia dei Paesi vicini in primis di Cina e Hong Kong e dei pescatori che potrebbero assistere alla riduzione della domanda del pesce proveniente dal Giappone. Presenti sul posto anche gli esperti dell'Osservatorio atomico delle Nazioni Unite.
Cina: “Decisione egoista e irresponsabile”
La Cina è sempre stata molto contrariata dalla decisione del governo di Tokyo, definendola “estremamente egoista e irresponsabile”. Il commento in una nota del Ministero degli Esteri. Pechino, prosegue la dichiarazione, “Si oppone fermamente” e “condanna con forza” quanto sta accadendo e “ha presentato solenni rimostranze alla parte giapponese per chiederle di porre fine all'atto illecito”. Segue la decisione di sospendere tutte le importazioni di prodotti ittici dal Giappone. Una scelta, sottolinea Pechino, presa in nome della “sicurezza alimentare”, che mira a “prevenire i rischi di contaminazione radioattiva causata dallo scarico in mare di acque contaminate”.
Hong Kong: stop a import pesce e frutti di mare dal Giappone
Nonostante le rassicurazioni di Tokyo circa la sicurezza dell'operazione, il governatore di Hong Kong, John Lee, ha ordinato l'immediata applicazione di tagli all'import di alcuni prodotti alimentari provenienti dal Giappone, in particolare di pesce e frutti di mare.
I pescatori della zona sono molto preoccupati sebbene il premier Kishida, abbia promesso due fondi di sostegno per 500 milioni di dollari totali, e massimi sforzi sulla sicurezza: "l'esecutivo si assumerà la piena responsabilità, anche se ci vorranno decenni".