Un testo scritto ancora non c’è ma la nuova stretta che intende imporre il governo e il Viminale è data per certa. Nel nuovo decreto Sicurezza che l’esecutivo si prepara a varare, con molta probabilità, nel corso del primo CdM dopo la pausa estiva, lunedì 28 agosto, sono contenute delle norme specifiche che il ministero dell’Interno intende prendere nei confronti dei minori non accompagnati dai genitori che sbarcano, o arrivano in altri modi, nel nostro Paese.
L’onere della prova
Il primo intervento sulla questione migranti minori accompagnati che l’esecutivo vuole intraprendere è quello di cancellare la «presunzione di minore età» degli adolescenti che vengono identificati all’arrivo in Italia. Secondo la legge Zampa, attualmente in vigore, è prassi dare per buona l’auto-attribuzione dell’età fatta dai ragazzi stessi, al loro arrivo nel Paese di prima accoglienza. La maggior parte degli adolescenti non accompagnati dichiara di avere 17 anni in modo da poter rientrare nei percorsi dedicati ai minori che prevedono maggiori tutele e opportunità di avere il permesso di soggiorno.
In particolare, nella stretta in arrivo col decreto Sicurezza come annunciato dal sottosegretario leghista Nicola Molteni potrebbe essere introdotto l’onere della prova. Ciò significherebbe che sarebbero i ragazzi stessi a dover dimostrare di essere minorenni qualora non dovessero rientrare negli indicatori previsti da esami specifici come la misurazione e l’analisi radiografica del polso.
Riguardo, invece, il contributo per i minori non accompagnati questo rimane fermo a fino a 100 euro pro capite. Il Viminale smentisce dunque alcune affermazioni dell’opposizioni che sostenevano che con il decreto Cutro sia stato diminuito fino a un massimo di 60.
Espulsioni
Nel nuovo pacchetto sicurezza non ci sarebbero però solo nuove norme sui migranti minori non accompagnati ma anche quelle sulle espulsioni più facili e veloci. Secondo indiscrezioni, si vorrebbe far saltare il passaggio di fronte a un giudice e dare corso invece a un procedimento amministrativo, in analogia con quanto accade per soggetti ritenuti socialmente pericolosi.
Inoltre potrebbe essere introdotta anche l’espulsione di chi è sottoposto a un procedimento giudiziario e visto che in Italia, si ha diritto a presiedere a tutte le udienze, l’idea sarebbe quella di garantirgli la partecipazione da remoto alle fasi preliminari o al dibattimento attraverso il processo telematico.
I centri di accoglienza tra le emergenze
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, lo ha detto chiaramente: una delle emergenze in tema migranti che devono essere affrontate con maggiore urgenza c’è quella della carenza di posti disponibili nei centri in cui si identificano i migranti all’arrivo. Sono pochi e sono al collasso.
Anche per il sottosegretario Molteni i Centri di permanenza per i rimpatri andrebbero raddoppiati. «La sinistra invece li vorrebbe chiudere — ha detto alla Verità —- Ricordo che sono stati creati nel 2017 dall’allora ministro Minniti. Oggi ne abbiamo circa 9 ma vanno implementati».