
Si torna a parlare di Covid-19, ma senza il terrore di un tempo. Nonostante sia tra noi da oltre tre anni, il virus sembra non voler abbandonare completamente la scena. Tant'è vero che nelle ultime settimane, in Italia come nel resto del mondo, si è registrato un significativo aumento dei casi, delle ospedalizzazioni e dei decessi. Anche se lontani dalle cifre drammatiche delle fasi più acute della pandemia, quest'ultimi dati devono riportarci all'attenzione, soprattutto se siamo in contatto con soggetti fragili.
Covid-19 e le nuove varianti in gioco
L'incremento dei casi è principalmente attribuito alle nuove varianti del virus, in particolare la variante Pirola (BA.2.86) e, soprattutto, la variante Eris (EG.5). Quest'ultima sembra essere più capace di sfuggire alle difese immunitarie, anche in individui precedentemente infettati o completamente vaccinati. Ma ciò non è una sorpresa, poiché i virus, come abbiamo ben imparato dall'inizio della pandemia, si evolvono costantemente per sopravvivere e trovare nuovi ospiti, ovvero noi esseri umani.
I sintomi della variante Eris
La variante Eris, oggi dominante in Italia e presente nel 40% dei sequenziamenti, non presenta sintomi radicalmente diversi dalle varianti precedenti. Le persone positive a EG.5 riportano sintomi simili a comuni allergie, tra cui naso che cola, tosse, mal di gola e congestione delle vie respiratorie superiori.
Tuttavia, un aspetto da tenere in considerazione è la sua capacità di infettare i polmoni, una caratteristica che le prime ricerche scientifiche (sui criceti) suggeriscono potrebbe portare a sintomi più gravi nei pazienti più fragili.
La variante Pirola
La variante Pirola (BA.2.86), almeno al momento, sembra meno diffusa, ma potrebbe rappresentare un pericolo maggiore. Questa variante presenta un elevato numero di mutazioni nella proteina Spike, il che potrebbe renderla in grado di eludere l'immunità derivante da vaccinazioni precedenti o infezioni. Questo potrebbe richiedere un vaccino aggiornato in vista dell'arrivo della stagione autunnale.
Inoltre, la variante Pirola è associata a sintomi come febbre alta (fino a 39°C), raffreddore e perdita del senso del gusto o dell'olfatto, oltre ai sintomi tipici del Covid-19.
In conclusione, è fondamentale rimanere vigili e adottare misure di precauzione per contenere la diffusione delle varianti del virus. La comunità scientifica sta continuando a studiare queste nuove varianti per comprendere meglio i loro effetti e sviluppare strategie di prevenzione e trattamento più efficaci. In questo contesto, la vaccinazione e il rispetto delle misure di sicurezza, rimangono essenziali per proteggere la salute pubblica.