
Il governo italiano si prepara ad affrontare una settimana decisiva, con l'approvazione di importanti interventi contro il rialzo dei prezzi dell'elettricità e dei carburanti, seguiti dalla Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (Nadef) che fornirà le basi per la prossima manovra economica da presentare entro metà ottobre. Questi provvedimenti e documenti dovranno essere elaborati in un contesto caratterizzato da incerte prospettive di crescita economica, l'aumento dello spread, i ritardi nell'attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), i costi legati al superbonus fiscale e le politiche monetarie restrittive adottate dalla Banca Centrale Europea (BCE). Questo scenario crea una sfida per la stesura della manovra, la quale, secondo le stime del governo, dovrebbe ammontare a circa 30 miliardi di euro, mentre le coperture finanziarie disponibili al momento sono di soli 5,5 miliardi.
Caro-Energia: Bonus per bollette e carburanti
Il governo sta per varare un pacchetto di misure finalizzato a contrastare l'aumento dei costi dell'energia e dei carburanti, con l'obiettivo di alleviare il peso economico sui cittadini.
Queste misure, attese nel Consiglio dei ministri, includono:
Proroga degli aiuti per le utenze di luce e gas: Questa misura comprende la continuazione del cosiddetto bonus bollette, un sostegno diretto alle famiglie per far fronte alle spese energetiche.
Bonus Benzina sulla social card 'Dedicata a te': Il governo prevede di implementare un bonus benzina, che verrà accreditato sulla social card 'Dedicata a te', per aiutare i cittadini a coprire i costi crescenti del carburante.
IVA al 5% sul Gas e Stop al Mercato tutelato per i clienti domestici: La proposta include una riduzione dell'IVA al 5% sul gas e interventi per limitare il mercato tutelato dei clienti domestici, con particolare attenzione ai vulnerabili.
Queste misure sono considerate urgenti e temporanee, mirate a mitigare gli effetti della crisi energetica globale, caratterizzata dall'aumento dei prezzi delle materie prime e delle emissioni di CO2. Si stima che il costo complessivo del decreto sia di circa 2 miliardi di euro, che verranno reperiti attraverso una riduzione delle spese correnti e una maggiore entrata fiscale derivante dalla ripresa economica.
Revisione delle stime su PIL e Finanze
La Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (Nadef) potrebbe comportare una revisione al ribasso delle stime sulla crescita del PIL italiano. Questa prospettiva negativa è influenzata da variabili endogene, tra cui il rallentamento dei consumi e degli investimenti, l'arresto del superbonus fiscale e i ritardi nell'attuazione del Pnrr. Tuttavia, fattori esterni come l'aumento dei tassi di interesse deciso dalla BCE, che comporta un aumento di circa 14-15 miliardi di euro nei costi di rifinanziamento del debito pubblico, il rallentamento dell'economia europea, con la Germania in prima linea, e il protrarsi del conflitto in Ucraina, influenzano negativamente la crescita economica.
Secondo le ultime stime dell'Istat, la crescita del PIL nel secondo trimestre è stata rivista al ribasso a -0,4%, con una variazione acquisita per il 2023 pari a +0,7%, rispetto al +1% indicato nella precedente Nota di Aggiornamento al Def di aprile. Per il 2024, il Def prevede una crescita programmata del 1,5%. Per quanto riguarda il deficit, il governo ha stimato un livello del 4,5% del PIL nel 2023 e del 3,7% nel 2024, mentre per il debito pubblico le stime indicano il 142,1% nel 2023 e il 141,4% nel 2024.
Il governo sarà quindi costretto a rivedere le proprie previsioni alla luce dei nuovi scenari economici e delle richieste della Commissione europea, che ha esortato l'Italia a ridurre il disavanzo strutturale e a mantenere sotto controllo il debito pubblico.
La sfida della Manovra: coperture finanziarie limitate
Per soddisfare le numerose richieste dei ministeri per la manovra, che superano i 30 miliardi di euro, il governo dovrà affrontare una serie di sfide finanziarie. Il rifinanziamento della riduzione del cuneo fiscale richiede 9 miliardi di euro, mentre il primo passo della riforma fiscale, che prevede l'accorpamento delle prime due aliquote, comporta un costo di 4 miliardi. La sanità necessita di almeno 2 miliardi, mentre le politiche a favore delle famiglie e della natalità richiedono un impegno di almeno 4 miliardi. Il pacchetto pensioni, senza alcuna modifica, comporta un costo aggiuntivo di 2 miliardi. Altri 6 miliardi sono necessari per spese urgenti, come le missioni di pace.
La conferma della tassazione agevolata sui premi di produttività e fringe benefit fino a 3mila euro costa 2 miliardi, mentre il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, solo per l'avvio, richiede almeno 2 miliardi. Tuttavia, le coperture finanziarie attualmente disponibili ammontano solo a 5,5 miliardi, di cui 4 miliardi provengono da un miglior risultato nel 2023 e 1,5 miliardi da tagli ai bilanci dei ministeri.
Il governo sarà quindi costretto a cercare ulteriori fonti di finanziamento, tra cui una maggiore lotta all'evasione fiscale, la revisione delle spese fiscali, la vendita di quote di partecipazione pubblica in aziende strategiche e l'utilizzo dei fondi europei del Pnrr e del Recovery Fund. E dovrà anche confrontarsi con le richieste delle forze politiche che sostengono la maggioranza.
La manovra si presenta dunque come una sfida complessa che richiederà equilibrio e soluzioni creative per garantire il benessere economico del paese.