
La variante Pirola del Covid, nota anche come BA.2.86, è arrivata in Italia. Il primo caso è stato sequenziato a Brescia dal team di Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv). Si tratta di una mutazione del virus Sars-CoV-2 che discende dalla variante Omicron e che presenta oltre 35 mutazioni nella proteina spike, quella che il virus usa per entrare nelle cellule umane2. Quali sono i sintomi, la pericolosità e l’impatto di questa variante sul quadro epidemiologico nazionale?
I sintomi della variante Pirola
I sintomi della variante Pirola non sembrano essere significativamente diversi da quelli delle altre varianti del Covid, e includono tosse, mancanza di fiato e febbre. Tuttavia, alcuni studi condotti in Cina e in Svezia hanno suggerito che questa variante potrebbe essere in grado di eludere in parte la risposta immunitaria indotta da precedenti infezioni o da vaccinazioni. Questo significa che potrebbe infettare anche persone guarite o vaccinate, anche se con una minore gravità. Inoltre, la variante Pirola potrebbe avere una maggiore capacità di infettare le persone fragili, come gli anziani o i malati cronici.
La pericolosità della variante Pirola
La variante Pirola è stata inserita dall’Organizzazione mondiale della sanità tra le varianti sotto monitoraggio, in quanto potrebbe avere un impatto sulla trasmissione, la diagnosi, la terapia o la prevenzione del Covid. Tuttavia, non ci sono ancora prove sufficienti che questa variante sia più patogena o più aggressiva delle precedenti. Anzi, secondo gli studi citati, la variante Pirola avrebbe una minore capacità di diffondersi rispetto ad altre varianti, come la variante Eris.
L’impatto della variante Pirola sul quadro epidemiologico
La variante Pirola è stata rilevata per la prima volta in Italia il 18 settembre 2023, in un paziente di 45 anni ricoverato a Brescia per una polmonite da Covid. Da allora, sono stati segnalati altri 12 casi in Lombardia, Piemonte, Veneto e Lazio.
Il ministero della Salute ha attivato un piano di sorveglianza genetica per monitorare la diffusione di questa variante e valutare la sua incidenza sul numero dei contagi e dei ricoveri.
Al momento, la variante Pirola rappresenta meno dell’1% dei casi sequenziati in Italia, mentre la variante Delta rimane la più diffusa con oltre il 90%. Tuttavia, gli esperti raccomandano di mantenere alta l’attenzione e di rispettare le misure di prevenzione, come il distanziamento sociale, l’uso della mascherina e la vaccinazione. Solo così si potrà evitare una nuova ondata epidemica causata da questa o da altre varianti emergenti.