la decisione del governo

Tagli alla Sanità 2024: effetti a cascata e gravi conseguenze sul SSN

Il governo ha previsto dei tagli alla sanità che hanno scatenato le proteste di alcuni sindaci. La manovra 2024 promette aiuti ma mancano le risorse

Tagli alla Sanità 2024: effetti a cascata e gravi conseguenze sul SSN

Il governo Meloni, guidato dalla leader di Fratelli d’Italia, è al centro di numerose polemiche per le sue scelte in materia di sanità, finanza e territorio. In particolare è il taglio ai fondi al SSN che sta destando particolarmente preoccupazione, visto che una riduzione delle risorse potrebbe portare a conseguenze negative soprattutto per le famiglie e le persone più fragili che si troverebbero ad affrontare una maggiore spesa per visite ed esami con costi che già adesso variano da 90 a 700 euro a seconda della prestazione e della struttura, e dunque una minore accessibilità ai servizi sanitari per chi non può permetterseli.

I tagli inoltre potrebbero portare alla riduzione dei livelli essenziali di assistenza e la creazione di disuguaglianze tra le regioni, in base alla loro capacità di finanziare la sanità con le proprie risorse, e ciò porterebbe i cittadini a non avere le stesse garanzie di qualità e di sicurezza delle cure a seconda del territorio in cui vivono.

I tagli poi avrebbero efffetti anche sul personale medico e infermieristico, già messo a dura prova dalla mancanza di investimenti nella formazione, nel reclutamento e nella valorizzazione delle professioni sanitarie che si traduce in liste d’attesa più lunghe, in un maggior ricorso ai cosiddetti “gettonisti”, ovvero medici a partita Iva pagati più degli altri, e in una minore attrattività del sistema pubblico.

Infine, i tagli porterebbero anche ad una perdita di efficienza e di innovazione del sistema sanitario, causata dalla scarsa dotazione di mezzi e di tecnologie, dalla mancata digitalizzazione dei servizi e dalla riduzione della ricerca scientifica e impedendo di fatto al sistema sanitario di adeguarsi alle sfide della pandemia, dell’invecchiamento della popolazione e della transizione ecologica.

 

Tagli alla sanità: la decisione del governo e le reazioni

Nella Nota di aggiornamento al Def (Documento di economia e finanza), approvata il 27 settembre scorso, il governo ha previsto un taglio di due miliardi di euro al Fondo sanitario nazionale per il 2024, portando la spesa sanitaria al 6,3% del Pil, sotto il livello pre-pandemia. Inoltre, ha stabilito ulteriori riduzioni per gli anni successivi, fino al 6,2% nel 2026.

La motivazione di questa scelta, secondo la premier Meloni, è che “sarebbe miope concentrare tutta la discussione sull’aumento o meno delle risorse” e che bisogna avere “un approccio più profondo” su come queste vengono spese. La presidente del Consiglio ha sostenuto che non basta spendere di più se le risorse vengono usate in modo inefficiente e ha annunciato una riforma della sanità basata su criteri di qualità, efficienza e sostenibilità.

La decisione del governo ha scatenato le proteste di alcuni sindaci, soprattutto di centrosinistra, che hanno denunciato il rischio di un peggioramento dei servizi sanitari e di un aumento delle disuguaglianze tra le regioni. Il presidente della Conferenza delle Regioni e governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha definito i tagli “il colpo di grazia” per la sanità pubblica e ha chiesto al governo di rivedere la sua posizione. Anche il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha espresso la sua contrarietà ai tagli e ha chiesto almeno 3-4 miliardi di euro in più per il 2024.

 

Critiche dei sindaci: le richieste e le risposte

Sulla sanità, come già detto, i sindaci hanno contestato i tagli previsti dal governo e hanno chiesto maggiori risorse per garantire i livelli essenziali di assistenza e per affrontare le sfide della pandemia e dell’invecchiamento della popolazione.

Sulla ricostruzione, i sindaci delle zone colpite dalle alluvioni di maggio hanno accusato il governo di aver perso tempo e di non aver stanziato abbastanza fondi. Il governo ha risposto che ha messo a disposizione circa 4,5 miliardi di euro e che è pronto a fare la sua parte, ma ha anche sottolineato che la Regione Emilia-Romagna ha ancora a disposizione circa un miliardo e 400 milioni di euro che potrebbero essere usati per la ricostruzione privata.

Sui migranti, i sindaci di alcune città di confine, come Ventimiglia e Trieste, hanno denunciato la situazione di emergenza umanitaria e di ordine pubblico causata dall’aumento degli arrivi e dei respingimenti. Hanno chiesto al governo di attivare dei corridoi umanitari e di rafforzare i controlli alle frontiere. Il governo ha annunciato che sta lavorando per rafforzare la cooperazione con i Paesi di origine e di transito dei migranti e per rilanciare il sistema di ricollocazione europeo.

Sulla sicurezza, i sindaci di alcune città, come Napoli e Palermo, hanno lamentato la carenza di forze dell’ordine e di mezzi per contrastare la criminalità e l’illegalità. Hanno chiesto al governo di aumentare gli organici delle forze di polizia e di potenziare il sistema di videosorveglianza. Il governo ha assicurato che sta lavorando per reclutare nuovi agenti e per dotare le forze dell’ordine di strumenti più moderni e efficaci.

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