
L’Europa è in allarme per il terrorismo. Dopo gli attentati di Parigi, Londra e Berlino, che hanno causato decine di vittime e feriti, la sicurezza è diventata una priorità per i governi e i cittadini. Ma come affrontare il problema dei migranti, che potrebbero nascondere tra le loro fila dei potenziali jihadisti? La risposta di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia e presidente del Consiglio, è stata drastica: sospendere gli accordi di Schengen al confine con la Slovenia, dove si registra un forte flusso di arrivi dalla rotta balcanica. D'ora in poi, fino ad allarme cessato, chi vorrà entrare in Italia da quel confine dovrà mostrare un documento d’identità valido e sottoporsi a controlli di sicurezza.
Terrorismo, Meloni blocca Schengen con la Slovenia
L'Italia rafforza la sua sicurezza nazionale e ripristina i controlli di frontiera con la Slovenia. Con un'inaspettata mossa che ha catturato l'attenzione dell'Europa, l'Italia ha annunciato il blocco di Schengen con la Slovenia. La decisione è stata comunicata dalla premier Giorgia Meloni, la quale ha sottolineato la sua piena responsabilità nella presa di questa misura, attribuendola all'aggravarsi della situazione in Medio Oriente, all'aumento dei flussi migratori lungo la rotta balcanica e, soprattutto, alle crescenti preoccupazioni in materia di sicurezza nazionale. Questa iniziativa arriva in risposta alla scoperta di ben 16.000 ingressi irregolari sul territorio nazionale in Friuli-Venezia Giulia dall'inizio dell'anno. Tuttavia, va notato che la decisione coincide con un periodo di alta tensione in Europa, due giorni dopo un attentato terroristico a Bruxelles che ha scosso il continente e ha portato a evacuazioni in Francia e Belgio.
L'effetto a catena in Europa
L'Italia ha notificato la sua decisione alla Commissione europea e ad altri Stati membri, seguendo la procedura prevista. Allo stesso modo, altri Paesi dell'area Schengen, tra cui Austria, Germania, Francia e molti altri, hanno deciso di ripristinare i controlli di frontiera in risposta alle crescenti minacce terroristiche e alle sfide legate all'immigrazione. Questi provvedimenti, con date di scadenza variabili, indicano la crescente preoccupazione per la sicurezza in Europa.
Nel frattempo, i ministri dell'Interno dei 27 Stati membri si sono riuniti in Lussemburgo per discutere le implicazioni sulla sicurezza europea del conflitto in Medio Oriente, oltre a concentrarsi sulla questione dei rimpatri. La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha sottolineato la necessità urgente di migliorare la gestione dei rimpatri, sebbene il Parlamento Ue debba ancora definire la sua posizione su questo tema. Nel contesto di questa discussione, la presidenza spagnola ha presentato proposte per rafforzare la cooperazione e la dimensione esterna della migrazione, ma resta da risolvere la questione dei finanziamenti a lungo termine per affrontare questa sfida complessa.