
Il governo Meloni ha blindato la manovra finanziaria per il 2024, dopo il vertice di maggioranza con i leader di Lega, Forza Italia, Udc e Noi Moderati. Nella nota diffusa da Palazzo Chigi si legge che non ci saranno emendamenti da parte delle forze di maggioranza, che hanno espresso la loro piena condivisione della legge di bilancio. Il governo si impegna a tenere conto del dibattito parlamentare e delle osservazioni delle forze di opposizione.
La manovra 2024 targata Meloni
La manovra prevede una serie di misure volte a ridurre la pressione fiscale sul ceto medio-basso, a sostenere le famiglie e i lavoratori, a garantire la serietà e la solidità dei conti pubblici. Tra le novità più rilevanti ci sono:
L’introduzione di un codice identificativo nazionale per gli affitti brevi, proposto da Forza Italia, per contrastare l’evasione fiscale in questo settore. L’aliquota Iva sugli affitti brevi salirà dal 21% al 26% dalla seconda alla quarta casa, mentre resterà al 21% per la prima casa. Il gettito derivante da questa misura, stimato in circa un miliardo di euro, sarà destinato alla riduzione delle tasse sulla casa.
La revisione dell’aliquota Iva sui pannolini per i bambini, che non salirà al 22% come previsto inizialmente, ma si fermerà al 10%. Questa decisione è stata presa per venire incontro alle esigenze delle famiglie con figli piccoli, che avrebbero subito un forte aumento dei costi. L’Iva al 22% sarà applicata solo ai seggiolini auto.
Il taglio dei fondi ai ministeri, che dovranno contribuire alla spending review con una riduzione del budget di oltre due miliardi e mezzo in tre anni. Il ministero che dovrà fare il maggior sacrificio sarà quello dell’Economia e delle Finanze, con oltre un miliardo di tagli. Seguono la Difesa, il Mimit, gli Esteri, il Lavoro, l’Università e la ricerca, le Infrastrutture, l’Interno, l’Istruzione, la Cultura, la Giustizia, la Salute, l’Agricoltura e l’Ambiente. Il ministero con il minor taglio sarà quello del Turismo, solo 11 milioni di euro.
La manovra per il 2024 sarà ora trasmessa al Senato, dove inizierà il suo iter parlamentare. Il governo Meloni spera di ottenere un’approvazione rapida e senza ostacoli, contando sulla compattezza della maggioranza e sulla collaborazione delle opposizioni. La premier ha dichiarato di essere soddisfatta del lavoro fatto e di aver raggiunto gli obiettivi prefissati. Ha inoltre ringraziato i ministri e i vicepremier per il loro impegno e la loro lealtà.
Le possibili modifiche alla manovra saranno limitate, visto che la maggioranza ha solo 100 milioni di euro per il 2024 e altrettanti per il 2025 da destinare alle modifiche. Forse serviranno per garantire alla Rai dei finanziamenti adeguati a evitare di fare troppa concorrenza a Mediaset sul mercato pubblicitario. Non si è parlato del limite agli spot, assicura Maurizio Lupi, ma c’è la volontà del governo di affrontare la questione, per sostenere il piano industriale e permettere alla tv pubblica di continuare a svolgere il suo ruolo di servizio pubblico.
Le opposizioni contro il governo
Anche se il Parlamento dovrà comunque esprimersi sulla manovra, le opposizioni promettono di dare battaglia, criticando il “comportamento prepotente” dello stop agli emendamenti imposto alla maggioranza. Il Pd sostiene che si tratti di un “silenziatore che altera l’equilibrio tra poteri” e intanto avvia un ciclo di contro audizioni alle quali dovrebbe partecipare anche la segretaria Elly Schlein. Il governo, in ogni caso, potrebbe presentare un mini-pacchetto di modifiche, tenendo conto delle richieste di maggioranza e opposizione. Per ora però, non solo Fdi ma anche Lega e Forza Italia assicurano di essere pronti a seguire la linea di partito, dichiarandosi tutti “soddisfatti”, a cominciare da Antonio Tajani, di quanto ottenuto in queste due settimane di trattative.
In attesa che il governo invii la manovra alle Camere, è già stata convocata in via preventiva la commissione Bilancio del Senato, da dove comincerà l’iter parlamentare. La prima seduta è prevista per martedì alle 13.30. Al momento viene indicato come unico relatore il presidente della commissione, il senatore di FdI Nicola Calandrini, per la fase relativa al parere da inviare al presidente del Senato Ignazio La Russa. Una volta aperta la sessione di bilancio il relatore potrebbe cambiare, anche se in ambienti di maggioranza circola la convinzione che Calandrini manterrà il ruolo e che successivamente possa aumentare il numero dei relatori. Per la manovra dell’anno scorso, la prima del governo Meloni, erano tre, in rappresentanza di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia.