nella terra di ghiaccio e fuoco

Eruzione vulcanica e terremoti in Islanda: evacuata Grindavík

L’attività sismica nella penisola di Reykjanes fa temere una nuova fuoriuscita di lava che potrebbe minacciare la popolazione e le infrastrutture.

Eruzione vulcanica e terremoti in Islanda: evacuata Grindavík

L’Islanda è una terra di ghiaccio e fuoco, dove i vulcani sono una presenza costante e spettacolare. Ma a volte possono anche essere una fonte di pericolo e paura, come sta accadendo in questi giorni nella penisola di Reykjanes, a sud-ovest dell’isola. Qui, da fine ottobre, si sono registrate oltre 20.000 scosse di terremoto, alcune di forte intensità, che fanno presagire una possibile eruzione vulcanica.

 

La situazione a Grindavík

La cittadina più esposta al rischio è Grindavík, un centro di pescatori di circa 3.000 abitanti, situato a circa 60 km da Reykjavík, la capitale. Qui, nella notte tra il 10 e l’11 novembre, la polizia islandese ha fatto evacuare a scopo precauzionale migliaia di persone, trasferendole in alberghi e centri di accoglienza. La decisione è stata presa dopo che le scosse di terremoto si sono spostate proprio sotto la cittadina, rendendo difficile restare in piedi. Inoltre, i geologi hanno rilevato che il magma è a pochi chilometri dalla superficie, tra la Laguna Blu e il centro abitato, e che potrebbe fuoriuscire in qualsiasi momento.

 

Le misure di protezione civile

La protezione civile islandese ha dichiarato lo stato di emergenza e ha attivato un piano di sicurezza per la zona. Tra le misure adottate, ci sono la costruzione di barriere alte tra i sei e gli otto metri e per un’estensione di quattro chilometri, per deviare il flusso di lava in caso di eruzione, e la chiusura della Laguna Blu, la nota attrazione turistica che sfrutta le acque geotermali della zona. Inoltre, sono stati monitorati i livelli di gas e di radiazioni, che per ora non presentano anomalie. La protezione civile ha anche diffuso dei modelli basati sul punto in cui è più probabile che possa avvenire la fuoriuscita del magma, ma ha precisato che non è possibile prevedere con certezza il comportamento del vulcano.

 

Il precedente di Fagradalsfjall

Questa non è la prima volta che l’Islanda deve fare i conti con un’eruzione vulcanica. Nel 2021, nella stessa penisola di Reykjanes, è entrato in attività il vulcano Fagradalsfjall, che ha dato vita a uno spettacolo di fuoco e lava per sei mesi. L’eruzione, di tipo effusivo, non ha causato danni a persone o cose, ma ha attirato migliaia di visitatori e curiosi, che hanno potuto ammirare da vicino il fenomeno naturale. Nel 2022, la lava ha ripreso a uscire per tre settimane da una nuova fessura verso Meradalir, e nel 2023 è stata la volta di una terza fessura verso Litli-Hrutur. Queste eruzioni, però, si sono svolte in aree isolate e lontane dai centri abitati, a differenza di quella che potrebbe verificarsi ora a Grindavík.

 

Il futuro dell’Islanda

L’Islanda è un paese vulcanicamente attivo, situato sulla dorsale medio-atlantica, dove le placche tettoniche si allontanano l’una dall’altra. Questo provoca frequenti terremoti e eruzioni, che modellano il paesaggio e la geologia dell’isola. L’ultima grande eruzione in Islanda risale al 2014-15, quando il vulcano Bárðarbunga ha prodotto una colata di lava di oltre 80 km quadrati, la più grande dal XVIII secolo. Gli esperti ritengono che l’attività vulcanica in Islanda sia in una fase di incremento, e che nei prossimi anni potrebbero verificarsi altre eruzioni, anche di tipo esplosivo, come quella dell’Eyjafjallajökull nel 2010, che aveva causato il blocco del traffico aereo in Europa. Per questo, è importante monitorare costantemente la situazione e adottare le misure di prevenzione e protezione necessarie.

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