La guerra tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza è entrata nel 46° giorno, senza segni di tregua. Il conflitto, iniziato il 7 ottobre con un’offensiva di Hamas contro Israele, ha causato migliaia di morti e feriti, oltre a una grave crisi umanitaria per i civili palestinesi. In questo articolo, riassumiamo le ultime notizie sullo scenario bellico, le trattative per una tregua, la situazione degli ospedali e dei campi profughi e le reazioni della comunità internazionale.
Hamas: accordo per una tregua di tre giorni
Secondo una fonte del movimento islamico palestinese, Hamas avrebbe raggiunto un accordo con Israele per una tregua di tre giorni nella Striscia di Gaza, in cambio del rilascio di 12 ostaggi, di cui sei americani. L’accordo sarebbe stato mediato dal Qatar, alleato degli Stati Uniti e sostenitore di Hamas, e sarebbe in attesa di una risposta da parte di Israele. Il Qatar dovrebbe annunciare l’intesa tra poche ore.
L’ipotesi di una pausa umanitaria era stata avanzata dal presidente americano Joe Biden nella telefonata di lunedì al premier israeliano Benjamin Netanyahu, che però si è mostrato restio a interrompere le operazioni militari. Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa John Kirby ha detto che la pausa potrebbe durare “ore o giorni” o “quanto necessario” e che "non ci sono prove che gli ostaggi in mano a Hamas, compresi i cittadini Usa, siano ancora in vita".
Il leader politico di Hamas ha dichiarato di essere pronto a una lunga guerra se il nemico la vuole, ma ha anche espresso fiducia nella capacità dei palestinesi di resistere e di uscirne vittoriosi. Ha inoltre sostenuto che lo scopo degli attacchi a Israele era di “cambiare l’intera equazione e non solo avere uno scontro”, per "rimettere sul tavolo la questione palestinese".
Israele: raid su ospedali e campi profughi
Nonostante le voci di una possibile tregua, Israele ha continuato a bombardare la Striscia di Gaza, colpendo duramente le infrastrutture civili e sanitarie. Nella notte, un raid aereo ha ucciso almeno 50 persone, tra cui bambini, nel campo profughi di Jabaliya, nel nord di Gaza. L’attacco ha distrutto la sede del comando locale di Hamas e la sua rete di tunnel sotterranei, secondo l’esercito israeliano. Un altro raid ha causato 10 morti nel campo profughi di al-Shati, sulla costa di Gaza. Un terzo ha provocato 15 vittime nel campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia.
Gli attacchi hanno colpito anche gli ospedali, già in condizioni critiche per la mancanza di acqua, elettricità, carburante, farmaci e personale. L’esercito israeliano ha confermato di aver condotto operazioni all’interno dei tre principali ospedali di Gaza, al-Shifa, al-Aqsa e al-Nasr, per cercare i miliziani di Hamas e i loro depositi di armi. I medici hanno denunciato di essere sotto assedio e di non poter curare i feriti. Un’esplosione ha colpito anche il centro sanitario dell’OMS a Gerusalemme Est, dove erano presenti personale e pazienti.
Le truppe israeliane hanno inoltre avanzato sempre di più nel cuore di Gaza, lungo due direttrici, una sulla fascia costiera e l’altra al centro.
Guterres: mai così tante vittime civili
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha definito Gaza un cimitero per bambini, tornando a chiedere con urgenza un cessate il fuoco nell’enclave dove la conta dei morti ha superato i 13’000, tra cui oltre 5’500 minori. Guterres ha denunciato il record di vittime civili a Gaza, “in un numero di gran lunga superiore a quello annuale di qualsiasi guerra”, e ha criticato Israele per il modo in cui conduce le operazioni militari, senza rispettare le leggi di guerra che prevedono la protezione dei civili.
Il capo dell’Onu ha anche espresso preoccupazione per la situazione in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, dove si sono verificati scontri violenti tra palestinesi e forze israeliane, con l’uso di munizioni vere e di attacchi aerei.
La dichiarazione di Guterres ha suscitato la reazione indignata del ministro degli Esteri israeliano Yair Lapid, che ha accusato il segretario generale di “vergogna” e di “ignoranza”. Lapid ha sostenuto che Israele fa tutto il possibile per evitare le vittime civili e che la colpa è di Hamas, che usa gli abitanti di Gaza come scudi umani. Ha inoltre invitato Guterres a visitare Israele per rendersi conto della realtà sul campo.
L’Unrwa: gli sfollati palestinesi sono 1,7 milioni
L’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (Unrwa) ha annunciato che il numero di sfollati nella Striscia di Gaza è di circa 1,7 milioni di persone. Si tratta di quasi il 90% della popolazione dell’enclave, che vive in condizioni disastrose a causa dei continui bombardamenti e dell’assedio che impedisce l’accesso a forniture essenziali. L’Unrwa ha inoltre confermato la morte di 57 mebri del suo staff a Gaza, il numero più alto di operatori umanitari delle Nazioni Unite uccisi in un conflitto nella storia delle Nazioni Unite.
L’Unrwa ha ospitato oltre 565’000 sfollati interni in 92 strutture nelle aree di Middle, Khan Younis e Rafah. Quasi 160’000 sfollati interni erano ospitati in 57 scuole dell’Unrwa nelle aree settentrionali e di Gaza al 12 ottobre, prima dell’ordine di evacuazione emesso dalle autorità israeliane. L’Unrwa non è in grado di accedere a questi rifugi per assistere o proteggere gli sfollati interni e non dispone di informazioni sulle loro esigenze e condizioni. Quasi 1,5 milioni di persone sono sfollate nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre.
L’Unrwa ha lanciato un appello urgente alla comunità internazionale per fornire aiuti umanitari ai rifugiati palestinesi, in particolare cibo, acqua, medicine e coperte. Ha inoltre chiesto la fine immediata delle ostilità e il rispetto del diritto internazionale.