La guerra di Gaza non accenna a fermarsi. Oggi, 11 gennaio 2024, il conflitto tra Israele e Hamas è entrato nel suo 97° giorno, con un bilancio di migliaia di morti e feriti, e una situazione umanitaria disastrosa nella Striscia di Gaza. Ma oggi è anche il giorno in cui Israele deve affrontare un processo storico per le sue azioni a Gaza: il Sudafrica ha infatti presentato una causa contro lo Stato ebraico alla Corte internazionale di giustizia (Cig) dell’Aia, accusandolo di genocidio nei confronti dei palestinesi.
Al via la prima udienza
Al via la prima udienza della Cig. Dalle 10 alle 13, il Sudafrica potrà esporre le sue argomentazioni, basate su due tipi di prove: la gravità della distruzione a Gaza, dove i bombardamenti israeliani hanno causato enormi danni e un alto numero di vittime, e le dichiarazioni di alcuni funzionari israeliani che, secondo il Sudafrica, dimostrano una politica di massacri contro i civili palestinesi. Domani, nello stesso orario, sarà il turno di Israele, che ha già anticipato di respingere le accuse e di difendersi dalle calunnie del Sudafrica.
L’accusa di 84 pagine
L’accusa del Sudafrica, contenuta in un documento di 84 pagine, si articola in due parti. La prima è quella relativa al genocidio, ovvero l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, come definito dalla Convenzione sul genocidio del 1948. Il Sudafrica sostiene che Israele abbia violato questa convenzione con le sue operazioni militari a Gaza, mirate a eliminare i palestinesi. Questa parte dell’accusa richiederà probabilmente molto tempo per essere esaminata dalla Corte, che dovrà valutare le prove e le testimonianze presentate dalle due parti.
La seconda parte dell’accusa riguarda invece una richiesta di misura cautelare, ovvero un provvedimento urgente e temporaneo, che ordini a Israele di cessare immediatamente la sua campagna militare a Gaza. Questa richiesta è indipendente dalla prima, e potrebbe essere accolta dalla Corte in pochi giorni, mettendo in difficoltà Israele, che finora ha ignorato le pressioni dell’amministrazione Biden per limitare le operazioni militari e i bombardamenti.
I legali delle parti
A capo del team legale del Sudafrica c’è il professor John Dugard, che nel 2000 ha presieduto una commissione d’inchiesta della Commissione dei diritti umani delle Nazioni Unite dopo l’inizio della Seconda Intifada. A fronteggiarlo ci sarà il professor Malcolm Shaw, un esperto di diritto internazionale britannico, che ha offerto consulenza a diversi governi e organizzazioni internazionali su questioni relative ai diritti umani. Alla Corte, composta da 15 giudici fissi, si aggiungeranno altri due giudici, uno per ciascuna parte.
Le posizioni delle parti
“La nostra opposizione alla strage in atto della popolazione di Gaza ci ha spinti come nazione a rivolgerci alla Corte internazionale di giustizia”, ha dichiarato il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa, “come popolo che ha sperimentato i frutti amari dell’esproprio, della discriminazione, del razzismo e della violenza sponsorizzata dallo Stato, siamo chiari sul fatto che staremo dalla parte giusta della storia”.
Ieri il portavoce del governo israeliano Eylon Levy ha affermato: “Lo Stato di Israele comparirà davanti alla Corte internazionale di giustizia per confutare l’assurda accusa di sangue del Sudafrica, che dà copertura politica e legale al regime violento di Hamas. Il 7 ottobre Hamas ha commesso un atto di genocidio quando ha mandato squadre della morte ad attaccare Israele con l’obiettivo di bruciare, decapitare, torturare, mutilare, rapire e stuprare quanti più israeliani possibile, nel modo più crudele possibile. È stata una campagna di sterminio sistematico che hanno giurato di proseguire… fino alla distruzione della nostra nazione”.
Usa: accuse infondate e difesa di Israele
Gli Stati Uniti si schierano con Israele e respingono le accuse di genocidio formulate dal Sudafrica. Il portavoce del Dipartimento di Stato americano Matt Miller, citato dal Times of Israel, dichiara in una nota che “le accuse secondo cui Israele sta commettendo un genocidio sono infondate. In realtà, sono coloro che aggrediscono violentemente Israele che continuano a richiedere apertamente l’annientamento di Israele e lo sterminio di massa degli ebrei”. L’amministrazione Biden, quindi, conferma la sua contrarietà all’udienza della Corte internazionale di giustizia.
“Il genocidio - aggiunge Miller - è uno dei crimini più orribili che qualsiasi entità o individuo possa commettere, e tali accuse dovrebbero essere avanzate solo con la massima prudenza”. “Israele ha il diritto di difendersi dagli atti terroristici di Hamas - atti che Hamas ha giurato di ripetere ancora e ancora finché Israele non sarà totalmente distrutto. Israele sta operando in una situazione eccezionalmente difficile a Gaza, uno scenario di guerra urbano in cui Hamas si infiltra e si nasconde deliberatamente dietro i civili”, prosegue.
Pur ribadendo la sua condanna dell’attentato terroristico di Hamas del 7 ottobre, Miller afferma che gli Stati Uniti si attendono ancora che Israele “rispetti il diritto internazionale umanitario nelle sue operazioni contro Hamas”. Sottolinea anche il sentimento diffuso a Washington secondo cui l’IDF non ha fatto abbastanza finora per proteggere i civili, invitando Israele a “cercare più modi per evitare danni ai civili e a indagare su accuse credibili di violazioni del diritto internazionale umanitario quando si verificano”. Miller sembra anche fare riferimento al rammarico degli Stati Uniti per le richieste dei legislatori israeliani alla punizione collettiva e allo spostamento di massa dei palestinesi, che hanno contribuito a costruire il caso del Sud Africa contro Israele. “Continuiamo a condannare la retorica disumanizzante da tutte le parti”, afferma il portavoce del Dipartimento di Stato.