La guerra a Gaza è entrata nel suo 300° giorno, segnato da un'escalation di tensioni e reazioni su scala globale. La morte del leader di Hamas, Ismail Haniyeh a Teheran attribuito a Israele, ha innescato una nuova ondata di proteste e dichiarazioni politiche. Mentre Hamas proclama una "giornata della rabbia furiosa", gli Stati Uniti avvertono di un possibile imminente attacco iraniano contro Israele. La situazione è complessa e coinvolge numerosi attori internazionali, ognuno con i propri interessi e preoccupazioni.
Hamas proclama un "Giorno della Rabbia Furiosa"
Hamas ha proclamato oggi un "giorno di rabbia furiosa", in coincidenza con la sepoltura del suo leader Ismail Haniyeh in Qatar. In una dichiarazione, il gruppo ha esortato la popolazione a manifestare la propria rabbia dopo l'uccisione di Haniyeh a Teheran, avvenuta in un attacco quasi certamente orchestrato da Israele. Le preghiere del venerdì sono diventate un momento di mobilitazione: "Che le marce della rabbia ruggente partano da ogni moschea", ha dichiarato Hamas.
Haniyeh, che viveva in esilio in Qatar insieme ad altri membri della leadership politica di Hamas, verrà sepolto oggi nello stato del Golfo. Ieri si è tenuto un funerale pubblico nella capitale iraniana, Teheran. Le prime indagini sull'assassinio, riportate dall'agenzia di stampa iraniana Fars, indicano l'uso di un missile aria-terra. Tuttavia, il New York Times aveva suggerito l'ipotesi di una bomba piazzata nell'appartamento mesi prima. Le modalità dell'attacco restano quindi controverse, alimentando ulteriori sospetti e tensioni nella regione.
L'Iran prepara una risposta
Shock, frustrazione e desiderio di vendetta. Teheran, immersa in un'atmosfera cupa e vestita di nero come le tuniche degli ayatollah, ha celebrato con solennità i funerali di Ismail Haniyeh, leader di Hamas ucciso dagli israeliani nella sua residenza. L'azione è stata così eclatante da costringere la Repubblica Islamica a promettere una risposta adeguata: l'Iran ha chiuso il proprio spazio aereo e ha convocato le milizie alleate della regione per pianificare una rappresaglia contro lo Stato ebraico. Israele, nel frattempo, si sta preparando a ogni eventualità, rinforzando le sue difese. I funerali di Haniyeh hanno attirato migliaia di persone a Teheran. Nella sede dell'Università, la Guida Suprema Ali Khamenei ha recitato la preghiera funebre davanti alle bare del leader assassinato e del suo bodyguard, coperte con la bandiera palestinese, alla presenza di tutto l'establishment iraniano, dal presidente Massoud Pezeshkian al capo dei Pasdaran, Hossein Salami. Successivamente, la processione ha trasportato i feretri per le strade della città su un camion, e al termine della cerimonia, la salma di Haniyeh è stata trasferita in Qatar, dove guidava l'ufficio politico di Hamas. Il lutto ha rappresentato solo una parte della giornata turbolenta in Iran.
Il capo dello Stato maggiore dell'esercito Mohammad Bagheri ha dichiarato che si sta studiando una vendetta, avvertendo che è certa. Questo segue l'ordine di Khamenei di colpire Israele, riportato dal New York Times. Il primo passo è stato un incontro con alleati già coinvolti nella destabilizzazione di Israele in Gaza. Un funzionario ha riferito di una riunione per valutare il modo più efficace per vendicare l'assassinio del leader di Hamas. Alla riunione hanno partecipato milizie yemenite degli Houthi, irachene, palestinesi di Hamas e Jihad, e Hezbollah, recentemente colpito dalla morte del comandante Fuad Shukr. Hezbollah ha annunciato che la risposta a Israele sarà inevitabile, definendo l'attacco alle capitali di Libano e Iran come una "linea rossa" oltrepassata e segnalando una nuova fase nel conflitto.
L'asse della resistenza sta considerando due scenari: una risposta simultanea da parte dell'Iran e dei suoi alleati, o azioni singole da ogni fazione, con l'obiettivo di dissuadere Israele senza scatenare una guerra totale. Le precedenti azioni iraniane, come l'attacco simbolico del 13 aprile scorso in risposta a un raid sul consolato di Damasco, hanno mostrato un certo grado di cautela. Israele sta prendendo sul serio le minacce, con misure straordinarie di sicurezza nel nord e decine di caccia pronte al decollo. Il premier Benyamin Netanyahu ha confermato l'alto livello di preparazione e ha discusso la situazione con Joe Biden. L'Europa, preoccupata per una possibile escalation, ha sospeso i voli per Beirut e raccomandato ai propri cittadini di evitare il Libano. Lufthansa ha annunciato la sospensione dei voli per Tel Aviv fino all'8 agosto.
Iran in contatto con Russia e Paesi Arabi
Il Ministro degli Esteri iraniano ad interim, Ali Bagheri, ha discusso dell'assassinio di Haniyeh con i suoi omologhi di Russia e vari paesi arabi. Bagheri, in una telefonata con il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, ha accusato Israele di aver oltrepassato la "linea rossa" e ha ribadito il diritto dell'Iran a difendersi. Ha ringraziato la Russia per il suo sostegno e ha chiesto una collaborazione continua per fermare le "azioni aggressive" dello stato ebraico.
Bagheri ha inoltre parlato con i ministri degli Esteri di Qatar, Arabia Saudita, Turchia, Egitto, Oman, Giordania e Algeria, nonché con il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, e l'Alto Rappresentante dell'UE per gli affari esteri, Josep Borrell. Ha chiesto una "riunione d'emergenza dei Ministri degli Affari Esteri dell'Organizzazione per la Cooperazione Islamica" per indagare sulla morte di Haniyeh e rendere Israele responsabile dei crimini commessi. La richiesta di un'azione coordinata sottolinea la gravità della situazione e la necessità di una risposta internazionale.
USA: "L'Iran attaccherà Israele nei prossimi giorni"
Secondo quanto riportato da Axios, l'amministrazione Biden è convinta che l'Iran attaccherà Israele nei prossimi giorni come rappresaglia per l'assassinio di Ismail Haniyeh a Teheran. Tre dirigenti statunitensi hanno affermato che l'attacco potrebbe seguire lo stesso schema di quello del 13 aprile, ma con una portata più ampia e il possibile coinvolgimento di Hezbollah libanese. Questa prospettiva ha messo in allerta le forze militari nella regione e ha sollevato preoccupazioni riguardo a una possibile escalation del conflitto.
L'amministrazione Biden sta monitorando attentamente la situazione e ha già preso misure preventive per proteggere gli interessi degli Stati Uniti e dei suoi alleati nella regione. Il coinvolgimento di Hezbollah, un potente gruppo militante sostenuto dall'Iran e attivo in Libano, potrebbe complicare ulteriormente la situazione e ampliare il conflitto oltre i confini di Gaza e Israele. La comunità internazionale teme che un'escalation potrebbe avere ripercussioni su vasta scala, destabilizzando ulteriormente una regione già segnata da conflitti e tensioni.
Il 300° giorno del conflitto a Gaza segna un momento critico con potenziali conseguenze a lungo termine. La morte di Ismail Haniyeh ha scatenato una serie di eventi che potrebbero portare a una nuova fase di violenza e instabilità nella regione. La comunità internazionale deve agire con urgenza per evitare che la situazione degeneri ulteriormente e lavorare verso una soluzione sostenibile e pacifica per tutti i coinvolti.