Sfida sul ring e fuori

Parigi 2024, boxe, l’incontro Khelif-Hamori tra proteste e polemiche

Le dichiarazioni della pugile ungherese che ha accusato l’algerina di essere un uomo ha fatto scattare una denuncia da parte del Comitato Olimpico Algerino

Parigi 2024, boxe, l’incontro Khelif-Hamori tra proteste e polemiche

La partecipazione di Imane Khelif alle Olimpiadi di Parigi 2024 ha acceso un intenso dibattito internazionale. La pugile algerina, al centro di controversie legate all'ammissibilità di genere, affronta non solo sfide sportive ma anche accuse e proteste. Le dichiarazioni dell’ungherese Anna Luca Hamori, che l'ha accusata di essere un uomo, e le proteste delle federazioni ungherese e russa, hanno ulteriormente complicato la situazione. Mentre il CIO e il Comitato Olimpico Algerino difendono Khelif, l'attenzione resta sul ring, dove le atlete continuano a competere nonostante le crescenti tensioni e polemiche.

 

Sfida sul ring e fuori: le proteste di Hamori e la risposta del CIO

Imane Khelif, dopo aver sconfitto Angela Carini per ritiro dell'italiana, si prepara ad affrontare l'ungherese Anna Luca Hamori nei quarti di finale dei pesi welter. Tuttavia, la competizione sportiva è stata offuscata dalle dichiarazioni infuocate di Hamori, che ha accusato pubblicamente Khelif di essere un uomo. "Domani - oggi ndr - devo combattere contro un uomo. È stato dimostrato che Imane Khelif è un uomo. Nel 2023 è stata squalificata", ha affermato la pugile ungherese in un video su TikTok. Questo ha suscitato reazioni forti, sia dal Comitato Olimpico Internazionale (CIO) che ha confermato la Khelif è una donna, sia dal Comitato Olimpico Algerino che ha presentato una denuncia per i post offensivi di Hamori.

L'attacco di Hamori ha portato a un dibattito acceso su piattaforme social e nei media internazionali, con molti che si chiedono quale sia il limite della sportività e del rispetto tra avversari. Hamori ha cancellato tutte le sue stories e disattivato i commenti su Instagram, forse per evitare ulteriori critiche o per gestire la pressione mediatica crescente. La decisione del CIO di permettere a Khelif di competere è basata su criteri scientifici rigorosi che, secondo il portavoce Mark Adams, non lasciano dubbi sulla legittimità della pugile algerina.

 

Proteste e polemiche: intervengono le Federazioni e il Cremlino

La federazione pugilistica ungherese ha espresso preoccupazione attraverso una lettera di protesta al CIO e al comitato olimpico nazionale, valutando anche azioni legali contro la presenza di Khelif. "Sono molto dispiaciuto che ci sia uno scandalo e che dobbiamo parlare di un argomento che non è compatibile con lo sport", ha dichiarato Lajos Berkò, membro del consiglio esecutivo dell'associazione, definendo la situazione "inaccettabile e scandalosa". Anche il Cremlino ha criticato il movimento olimpico, accusandolo di essere vittima di manifestazioni pseudo-liberali che svalutano lo spirito sportivo.

L'intervento del Cremlino, attraverso le parole del portavoce Dmitri Peskov, ha aggiunto un ulteriore strato di complessità alla questione, evidenziando come le Olimpiadi siano sempre più spesso il campo di battaglia per questioni politiche e culturali. "Il movimento olimpico è notevolmente svalutato e vittima di manifestazioni pseudo-liberali, che talvolta rasentano la perversione", ha affermato Peskov, suscitando reazioni contrastanti sia dentro che fuori dalla Russia.

 

La difesa dell'Algeria e la reazione di Carini

In Algeria, la stampa e le istituzioni sportive hanno difeso con vigore la loro atleta. Il quotidiano 'Echorouk' ha attaccato Angela Carini, definendola "maestra delle sceneggiate assurde", riferendosi a un episodio avvenuto ai Mondiali del 2022 quando la pugile italiana si era lamentata di un tappetino scivoloso. Le critiche sono state feroci, ma il caso Khelif continua a dividere l'opinione pubblica e le federazioni sportive.

L'Algeria ha inoltre sottolineato come Khelif abbia sempre rispettato le regole internazionali e come le sue performance siano state valutate e approvate da esperti indipendenti. "Non permetteremo che la nostra atleta venga denigrata senza motivo", ha dichiarato il presidente della federazione pugilistica algerina, Mohamed Mizani. "Le accuse mosse contro di lei sono infondate e pregiudizievoli".

 

Oltre la polemica: le gare e il futuro delle Olimpiadi

Mentre le polemiche infuriano, le gare continuano. La pugile taiwanese Lin Yu Ting ha debuttato con successo, qualificandosi per i quarti di finale, e molte atlete, come la brasiliana Jucielen Cerqueira Romeu, preferiscono concentrarsi sulla competizione piuttosto che sulle controversie. "Sono concentrata sul prossimo match, non mi preoccupa questa situazione", ha dichiarato Cerqueira Romeu, evidenziando come l'attenzione dovrebbe restare sullo sport.

Nel frattempo, la premier italiana Giorgia Meloni ha incontrato il presidente del CIO Thomas Bach, discutendo anche del caso Khelif e delle regole per garantire equità nelle gare sportive. "È stato un incontro positivo", ha spiegato Bach, sottolineando il supporto del governo italiano per il successo dei prossimi giochi invernali di Milano-Cortina 2026.

Il presidente del CONI, Giovanni Malagò, ha espresso comprensione per le preoccupazioni sollevate, ma ha ribadito la fiducia nelle decisioni del CIO. "Capisco i sentimenti di molte persone, ma Khelif è un'atleta che da dieci anni fa pugilato a livello internazionale", ha spiegato Malagò. Pur riconoscendo l'imbarazzo istituzionale, ha invitato a rispettare il giudizio degli esperti e a non sostituirsi al mestiere degli altri, ribadendo il supporto per Angela Carini.

Malagò ha inoltre evidenziato l'importanza di mantenere la fiducia nei processi scientifici e nelle istituzioni sportive. "Dieci persone che rappresentano una commissione scientifica hanno valutato e testato di recente i valori ormonali di questa atleta. Questa non è una giustificazione, sto comunque dalla parte di Angela", ha concluso, cercando di placare gli animi e riportare l'attenzione sullo sport e sui suoi valori fondamentali.

 

Mentre le polemiche continuano a serpeggiare, l'attenzione è rivolta al ring, dove si decidono i destini sportivi di atlete che, nonostante tutto, cercano di lasciare il segno in un'Olimpiade già segnata da controversie senza precedenti. Le prossime gare saranno decisive non solo per i risultati sportivi, ma anche per il futuro delle regole e delle politiche sportive internazionali.

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