Nel giorno 306 della guerra di Gaza, la tensione in Medio Oriente ha raggiunto livelli preoccupanti. Le voci di attacchi imminenti da parte dell'Iran, in risposta all’assassinio della leadership di Hamas da parte di Israele, non fanno che alimentare il fuoco di un conflitto già rovente. Hezbollah ha intensificato le operazioni, lanciando droni contro il nord di Israele, mentre gli Stati Uniti hanno osservato movimenti significativi delle forze iraniane, tra cui lo spostamento di postazioni missilistiche e l'esecuzione di esercitazioni militari.
Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, ha dichiarato: "L'attesa (israeliana) fa parte della punizione, della risposta e della battaglia che è anche psicologica". Yahya Sinwar, considerato l'ideatore del massacro del 7 ottobre, è stato nominato successore di Ismail Haniyeh come capo politico di Hamas. Una scelta che è stata annunciata dal movimento di resistenza islamica come un "forte messaggio di resistenza" rivolto a Israele.
Nel frattempo, l'esercito israeliano ha esortato i residenti di Beit Hanoun, nel nord della Striscia di Gaza, a evacuare le loro case in previsione di operazioni militari, mentre aerei israeliani hanno colpito basi di Hezbollah in Libano, aumentando ulteriormente la tensione nella regione. Raid israeliani hanno anche preso di mira la città di Qalqilya in Cisgiordania, con il supporto di veicoli blindati. Media regionali riportano anche di attacchi delle forze Usa e britanniche su postazioni Houthi in Yemen, in particolare nella zona di Taizz, per neutralizzare i lanci di missili contro il Mar Rosso.
La risposta di Hezbollah e Iran
Nasrallah ha ribadito che Hezbollah, Iran e Yemen risponderanno agli attacchi israeliani. "Hezbollah risponderà, l'Iran risponderà, lo Yemen risponderà e il nemico attende, osserva e valuta ogni reazione," ha affermato nel suo discorso a Beirut, sottolineando che l'eliminazione di figure chiave di Hamas da parte di Israele non cambia la natura del conflitto. L'uccisione di Haniyeh a Teheran e l'attacco al consolato iraniano a Damasco hanno forzato l'Iran a reagire, rafforzando l'idea che la battaglia abbia anche una componente psicologica.
Yahya Sinwar nuovo capo di Hamas: un messaggio di resistenza
La nomina di Yahya Sinwar a capo politico di Hamas rappresenta un segnale forte a Israele e al mondo. Sinwar, coinvolto nella leadership militare e strategica delle Brigate Qassam, simboleggia la continuità della resistenza palestinese. Il rappresentante di Hamas in Iran, Khaled Kaddoumi, ha elogiato la scelta, descrivendola come consensuale e ben accolta tra tutte le fazioni.
Nato nel 1962 nel campo profughi di Khan Younis, nella Striscia di Gaza, Sinwar è un veterano della lotta armata contro Israele. Fondatore delle Brigate Qassam negli anni '80, è stato imprigionato da Israele per 22 anni, fino al suo rilascio nel 2011 nell'ambito di uno scambio di prigionieri. Durante la sua detenzione, ha guadagnato una reputazione di inflessibilità e determinazione, diventando un simbolo di resistenza per molti palestinesi.
Dopo il suo rilascio, Sinwar ha rapidamente scalato i ranghi di Hamas, assumendo un ruolo di primo piano sia nel braccio politico che in quello militare del movimento. La sua leadership è stata caratterizzata da un approccio duro e intransigente nei confronti di Israele, con un'enfasi sulla resistenza armata piuttosto che sul dialogo politico, che lo ha reso popolare tra i militanti e i sostenitori di una linea dura, ma ha anche attirato critiche da parte di chi sperava in una soluzione negoziata al conflitto.
Sinwar, nascosto da ottobre, è visto come un leader determinato sia sul campo di battaglia che nei negoziati politici. Nonostante le difficoltà, Hamas insiste nel portare avanti i negoziati per un cessate il fuoco, anche se incolpa Israele e gli Stati Uniti per i ritardi. "Il problema nei negoziati non è il cambiamento di Hamas," ha detto Osama Hamdan, portavoce di Hamas, accusando i due paesi di ostacolare il processo.
Gli alleati di Hamas, Iran e Hezbollah, hanno rilasciato dichiarazioni in cui elogiano la nomina di Sinwar. Il rappresentante di Hamas in Iran, Khaled Kaddoumi, ha definito Sinwar una "scelta consensuale" popolare tra tutte le fazioni e coinvolta nel processo decisionale del gruppo in ogni momento, compresi i negoziati. In un messaggio vocale all'AP, ha detto che Sinwar conosce le aspirazioni politiche dei palestinesi per uno Stato e il ritorno dei rifugiati, ma è anche un "feroce combattente sul campo di battaglia".
La moderazione invocata da Putin e Bliken
Nel frattempo, il presidente russo Vladimir Putin ha chiesto all'ayatollah Ali Khamenei di evitare attacchi contro i civili israeliani come rappresaglia per l'uccisione di Haniyeh. La richiesta è stata trasmessa attraverso Sergei Shoigu, ministro della Difesa russo, durante incontri con funzionari iraniani.
Anche Antony Blinken, segretario di Stato americano, ha ribadito la necessità di evitare un'escalation, sottolineando che esiste un consenso internazionale su questo punto. Gli Stati Uniti sono impegnati a finalizzare un accordo su Gaza, con colloqui intensificati nelle ultime settimane. "È fondamentale che tutte le parti lavorino per finalizzare un accordo il prima possibile," ha affermato Blinken.
La situazione in Medio Oriente rimane estremamente fluida e pericolosa. Le dichiarazioni dei leader, le mosse strategiche delle forze coinvolte e le azioni militari delineano un quadro complesso e in continuo cambiamento. Mentre gli sforzi diplomatici per un cessate il fuoco continuano, la realtà sul campo mostra una tensione che non accenna a diminuire.