un’ondata di ansia collettiva

Giappone, crescono i timori per il “Big One”: è corsa alle scorte

L’allarme lanciato dagli esperti JMA circa l’arrivo di un “super-terremoto” entro i prossimi 30 anni ha scatenato il panico e la paura tra i giapponesi

Giappone, crescono i timori per il “Big One”: è corsa alle scorte

Il Giappone è nuovamente in allerta. Dopo il terremoto di magnitudo 7.1 che ha colpito l'8 agosto la regione sud-occidentale del Kyushu, la paura di un devastante "Big One" è tornata a farsi sentire tra la popolazione. Sebbene le autorità abbiano cercato di tranquillizzare i cittadini, affermando che l'evento sismico non è collegato a un'imminente catastrofe nazionale, la situazione è ulteriormente complicata da una seconda scossa di analoga intensità avvenuta sabato nell'Hokkaido, a nord dell'arcipelago. Questo nuovo evento ha scatenato un'ondata di ansia, con molte persone che hanno preso d'assalto i supermercati per fare scorte di beni di prima necessità.

 

L'appello delle autorità e la reazione della popolazione

Le autorità giapponesi, in risposta alla crescente preoccupazione, hanno invitato la popolazione a mantenere la calma e a evitare comportamenti irrazionali, come l'accumulo di scorte alimentari. Tuttavia, nonostante questi appelli, la domanda di kit per disastri e di prodotti essenziali è aumentata in modo significativo. In un supermercato di Tokyo, è stato affisso un cartello che si scusava per la mancanza di alcuni articoli, attribuendo la carenza alle notizie dei media che hanno suscitato timori tra i cittadini. La situazione è ulteriormente aggravata dalla decisione del primo ministro Fumio Kishida di annullare un viaggio programmato in Asia centrale. "In qualità di primo ministro, con la massima responsabilità nella gestione delle crisi, ho deciso di restare in Giappone per almeno una settimana", ha dichiarato Kishida, alimentando ulteriormente l'ansia pubblica.

 

Il rischio di un "mega-terremoto" e le misure di prevenzione

Il timore di un "super-terremoto" è stato alimentato dalle recenti dichiarazioni dell'Agenzia meteorologica giapponese (JMA). Gli esperti della JMA, che monitorano costantemente l'attività sismica nel paese, hanno avvertito della possibilità di un terremoto catastrofico che potrebbe causare oltre 320 mila vittime. Sebbene abbiano sottolineato che non ci sono elementi per affermare che un simile evento sia imminente, l'allarme riguarda un periodo di 30 anni. Questo è il primo avviso di questo tipo rilasciato dalla JMA secondo le nuove direttive introdotte nel 2019, che prevedono chiare procedure di evacuazione per le aree più a rischio e raccomandazioni sulle scorte di sopravvivenza, come acqua, cibo, medicine e contatti familiari.

Il bollettino della JMA include anche linee guida specifiche per l'assistenza a persone disabili e anziani, sottolineando l'importanza di una preparazione dettagliata in un paese dove la coesione sociale è fondamentale. Le autorità stanno monitorando con attenzione la zona della fossa del Nankai, situata al largo della costa meridionale del Giappone, che ha storicamente generato alcuni dei più devastanti terremoti del paese. Con una regolarità impressionante, questa faglia ha causato potenti terremoti ogni 125 anni, l'ultimo dei quali, avvenuto nel 1707, non solo provocò gravi danni, ma contribuì anche all'ultima eruzione del Monte Fuji.

 

Il contesto culturale e le preoccupazioni per il futuro

La tempistica dell'allarme ha coinciso con l'importante festività dell'Obon, una celebrazione buddista durante la quale milioni di giapponesi si spostano per ricongiungersi con le proprie famiglie e onorare gli spiriti degli antenati. Questo ha complicato ulteriormente la situazione, poiché il periodo festivo ha portato a un aumento dei movimenti della popolazione, incrementando la vulnerabilità in caso di un evento sismico. Le autorità hanno deciso di intensificare la sorveglianza in oltre 700 municipalità e villaggi di 29 prefetture, comprese le centrali nucleari, in memoria del disastro di Fukushima del 2011.

Nel frattempo, la città di Shirahama, nella prefettura di Wakayama, ha adottato misure precauzionali, chiudendo le spiagge per una settimana e annullando i tradizionali fuochi d'artificio. Queste misure, sebbene drastiche, riflettono la serietà con cui il Giappone affronta il rischio sismico, consapevole che la prevenzione e la preparazione sono essenziali per minimizzare le perdite in caso di un grande terremoto.

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