tra precariato e carenze

Scuola, ritorno in classe per 7,1 milioni di studenti. Il calendario

Il nuovo anno scolastico al via tra il 5 e il 16 settembre. Preoccupano le 250mila supplenze previste e la carenza di personale tecnico-amministrativo

Scuola, ritorno in classe per 7,1 milioni di studenti. Il calendario

Con l’inizio del nuovo anno scolastico ormai alle porte, l’Italia si prepara a riaccogliere circa 7,1 milioni di studenti nelle aule delle scuole di ogni ordine e grado. Il calendario scolastico varia leggermente da regione a regione, con i primi alunni che torneranno sui banchi a partire dal 5 settembre e gli ultimi che riprenderanno le lezioni il 16 settembre. Ma nonostante l’entusiasmo per il ritorno tra i banchi, il nuovo anno scolastico si prospetta complesso, segnato da una serie di criticità che rischiano di compromettere il normale svolgimento delle lezioni. Tra le principali preoccupazioni, spicca l’alto numero di supplenti necessario per coprire le cattedre vacanti, una situazione che si protrae da anni e che sembra destinata a peggiorare ulteriormente. A complicare il quadro, la carenza di personale tecnico-amministrativo, che rischia di mettere ulteriormente in difficoltà le scuole italiane.

 

Calendario scolastico 2024-25: date di rientro regione per regione

Il nuovo anno scolastico partirà ufficialmente tra il 5 e il 16 settembre, con un calendario differenziato a seconda delle regioni. I primi a tornare in aula saranno gli studenti della Provincia autonoma di Bolzano, che rientreranno il 5 settembre, seguiti dai bambini delle scuole dell’infanzia della Lombardia. Il 9 settembre sarà il turno degli alunni della Provincia autonoma di Trento, mentre altre sei regioni—Friuli Venezia Giulia, Marche, Piemonte, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto—riapriranno le porte delle scuole l’11 settembre. Il 12 settembre segnerà il ritorno in classe per gli studenti di Campania, Lombardia, Molise e Sardegna. Le ultime a riprendere le lezioni saranno Abruzzo, Basilicata, Calabria, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Puglia e Toscana, con il rientro fissato per il 16 settembre.

Queste date, ormai ufficiali, scandiscono il ritmo del ritorno alla routine per milioni di studenti, famiglie e personale scolastico. Tuttavia, a turbare la serenità del nuovo anno, si profila il rischio di un boom di supplenti, che secondo i sindacati potrebbe superare le 250mila unità.

 

Supplenze e precariato: un problema irrisolto

Nonostante gli sforzi e le riforme promesse, il precariato continua a rappresentare una piaga per il sistema scolastico italiano. I numeri sono allarmanti: nell’anno scolastico 2017/2018 i supplenti erano circa 132mila, ma nel giro di sette anni, questo numero è salito a 232mila, con previsioni che per il prossimo anno scolastico indicano un ulteriore aumento fino a 250mila. Questo incremento è la diretta conseguenza della difficoltà nel coprire i posti vacanti in modo stabile, costringendo le scuole a fare affidamento su una massa crescente di personale precario.

Il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha recentemente rinnovato l’appello al Parlamento affinché venga approvata al più presto la riforma del voto di condotta, una misura che, nelle intenzioni del governo, dovrebbe diventare operativa già dal prossimo anno scolastico. Questa riforma, attualmente in discussione presso la commissione Istruzione della Camera, viene vista come uno strumento per contrastare i crescenti episodi di violenza e bullismo tra i giovani, ma la sua approvazione è solo una parte della più ampia sfida che il sistema scolastico italiano si trova ad affrontare.

 

Carenza di personale e segreterie in crisi

La crisi non riguarda solo gli insegnanti, ma si estende anche al personale tecnico-amministrativo, che riveste un ruolo cruciale nel garantire il funzionamento delle scuole. Secondo le stime dei sindacati, quest’anno oltre 20mila posti per il personale Ata (Assistenti Tecnici Amministrativi) saranno coperti con supplenze, una soluzione temporanea che non può risolvere i problemi strutturali del settore.

Il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, ha lanciato l’allarme sulla situazione delle segreterie scolastiche, che negli ultimi anni sono state “ridotte ai minimi termini”. Pacifico ha sottolineato come la riduzione di oltre 50mila posti di lavoro nel settore abbia lasciato le scuole italiane in una condizione di grave difficoltà. “Con il moltiplicarsi delle incombenze lavorative legate alla gestione dei progetti Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), la situazione è ulteriormente peggiorata”, ha dichiarato Pacifico. Per far fronte a queste difficoltà, l’Anief chiede il ripristino di oltre 6mila collaboratori scolastici aggiuntivi, licenziati a fine anno scolastico, e l’assunzione di migliaia di assistenti amministrativi e tecnici, senza i quali, avverte Pacifico, “le scuole sarebbero in ginocchio”.

 

Il nuovo anno scolastico si apre, dunque, all’insegna dell’incertezza e della preoccupazione. Mentre gli studenti si preparano a tornare in classe, le istituzioni scolastiche italiane devono affrontare problemi strutturali che rischiano di compromettere il corretto svolgimento delle attività didattiche. Il precariato, la carenza di personale e l’inefficienza delle segreterie scolastiche sono solo alcune delle sfide che il sistema educativo deve superare per garantire a tutti gli studenti un’istruzione di qualità. Allo stesso tempo, resta la speranza che le riforme promesse possano finalmente dare una risposta concreta alle criticità che da troppo tempo affliggono la scuola italiana.

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