A pochi giorni dalla scadenza fissata da Ursula von der Leyen per la designazione dei nuovi commissari europei, l’Italia punta a ottenere un ruolo di rilievo all’interno della Commissione Europea. Il governo Meloni sta cercando di assicurarsi una vicepresidenza esecutiva, una posizione che non solo garantirebbe all’Italia una maggiore influenza a Bruxelles, ma confermerebbe anche la centralità del Paese nelle dinamiche europee.
Un asse con il PPE per l’Italia
Il presidente del Partito Popolare Europeo (PPE), Manfred Weber, è stato ricevuto a Palazzo Chigi dalla premier Giorgia Meloni in un incontro decisivo per le prossime nomine europee. Durante la visita, durata circa un’ora e mezza, Weber ha discusso con Meloni e con il ministro per gli Affari Europei, Raffaele Fitto, il candidato principale del governo italiano per un posto di rilievo nella Commissione Europea.
Secondo fonti vicine al governo, la scelta di Fitto come commissario europeo risponderebbe a una strategia volta a ottenere una delega di peso, possibilmente con una vicepresidenza esecutiva. Una mossa che potrebbe rafforzare ulteriormente l’asse tra il governo italiano e il PPE, e che trova conferma nelle parole di Weber al termine del suo incontro con il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. "Forza Italia è uno dei pilastri più forti del PPE," ha dichiarato Weber, sottolineando il ruolo centrale di Tajani negli equilibri europei. "Antonio Tajani è un politico esperto e ha garantito che l’Italia fosse rispettata a livello europeo."
Dichiarazioni queste, che rimarcano il legame tra il PPE e Forza Italia, rafforzano la posizione dell’Italia in vista delle imminenti nomine europee. La partita si gioca, però, anche sul piano del consenso interno alla Commissione, dove il governo italiano mira a consolidare la propria posizione con una figura di spicco come Fitto.
La scadenza delle nomine: Italia all'ultimo minuto
A quarantotto ore dalla scadenza stabilita dalla presidente della Commissione, l’Italia, insieme a Belgio e Bulgaria, è tra i pochi Stati membri che non hanno ancora ufficializzato la propria scelta per il nuovo commissario. Questo ritardo potrebbe essere strategico, permettendo all’Italia di giocare le sue carte in un momento cruciale, quando il quadro complessivo delle nomine sarà più chiaro.
Negli ultimi giorni, altri paesi come Portogallo e Danimarca hanno reso note le loro nomine, rispettivamente l’ex ministra delle Finanze Maria Luís Albuquerque e il ministro della Cooperazione Dan Jorgensen. La Spagna, invece, ha indicato la vicepremier Teresa Ribera, rafforzando ulteriormente la presenza femminile nella Commissione.
Nonostante questi sviluppi, il percorso verso la parità di genere nella composizione del Collegio dei Commissari rimane ancora lungo. Ad oggi, dei 24 nomi finora indicati, solo sette sono donne, un dato lontano dall’obiettivo della parità fissato da von der Leyen. Per questo motivo, la presidente della Commissione ha avviato una serie di consultazioni con i paesi membri, sollecitando in particolare quelli più piccoli a considerare l’inserimento di candidature femminili.
La partita italiana e il futuro europeo
La posizione dell’Italia all’interno della nuova Commissione Europea sarà cruciale non solo per il futuro del Paese, ma anche per l’equilibrio politico dell’intero Vecchio continente. L’eventuale nomina di Fitto, con un ruolo di spicco, rappresenterebbe un successo per il governo Meloni, che ha investito molto in questa partita.
La prossima settimana sarà decisiva per capire se l’Italia riuscirà a ottenere la vicepresidenza esecutiva tanto ambita. La scelta di Fitto non è solo una questione di nomi, ma rappresenta una scommessa politica che potrebbe definire il ruolo dell’Italia nei prossimi anni all’interno dell’Unione Europea. Il sostegno del PPE e il forte legame con Forza Italia saranno determinanti per il successo di questa operazione. Tuttavia, il tempo stringe, e le prossime ore saranno decisive per delineare il futuro europeo dell’Italia.