La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha rinviato di una settimana la presentazione della nuova squadra di commissari a causa di complicazioni nelle nomine, in particolare quella del rappresentante sloveno. Tuttavia, dietro al posticipo si celano anche altri fattori, tra cui la controversia sull'equilibrio di genere all'interno della Commissione e la posizione del ministro italiano Raffaele Fitto, designato per un ruolo di rilievo. Fitto, membro del partito Fratelli d’Italia, è al centro di discussioni e perplessità politiche che coinvolgono diverse forze europee. Il Partito Democratico italiano esprime cautela e chiede impegni chiari a favore dell'Europa.
Slitta la presentazione della nuova Commissiome
La presentazione della nuova Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen, originariamente prevista per questa settimana, è stata rinviata a martedì prossimo. La causa principale del posticipo è il ritardo nella nomina del commissario sloveno, come confermato da fonti comunitarie. Il governo di Lubiana, infatti, ha comunicato che solo venerdì il Parlamento sloveno esprimerà il proprio parere sul candidato, rendendo così possibile la designazione ufficiale.
Tuttavia, non è solo la Slovenia a creare incertezze. La stessa von der Leyen ha sollevato questioni riguardanti la rappresentanza di genere all'interno della Commissione. In una nota, la presidente ha dichiarato che inizialmente, senza il suo intervento, si sarebbe trovata con un numero sproporzionato di uomini, con solo quattro donne su 25 commissari. Ha chiesto quindi ai singoli Stati di indicare almeno un candidato uomo e una donna, per bilanciare la composizione del collegio. Alcuni paesi, come Romania e Slovenia, hanno risposto all’appello, ma altri si sono rifiutati di seguire tale richiesta. “Nonostante le difficoltà, ho insistito per aumentare il numero di donne. Ora siamo arrivati a una cifra a doppia cifra”, ha concluso von der Leyen, senza nascondere le difficoltà del percorso.
Il caso Fitto: una spaccatura politica
Oltre ai ritardi nella nomina del commissario sloveno e alle tensioni per l’equilibrio di genere, un altro tema centrale delle polemiche è il ruolo che l’Italia intende attribuire a Raffaele Fitto, ministro per gli Affari Europei e il PNRR. Fitto, esponente di Fratelli d’Italia, fa parte dell’Ecr, gruppo politico europeo di destra che si definisce “eurorealista”. Il governo italiano ha avanzato la richiesta di un posto di rilievo per Fitto all’interno della Commissione, puntando a una vicepresidenza. Tuttavia, la proposta ha sollevato non poche perplessità, specialmente tra i gruppi politici più progressisti del Parlamento europeo.
Iratxe Garcia Perez, presidente del gruppo dei Socialisti e Democratici, ha espresso chiaramente la propria preoccupazione riguardo alla possibile nomina di Fitto, temendo un possibile spostamento a destra delle politiche della Commissione. “Portare l'Ecr nel cuore della Commissione rischia di far perdere il sostegno progressista”, ha dichiarato, aggiungendo che l'attuale equilibrio politico dell'Europa deve essere rispettato. “Esiste una maggioranza pro-europea che ha dato vita a questa Commissione, ed è necessario che tale accordo venga messo in pratica”.
Le reazioni in Europa: tra cautela e critiche
Non solo i socialisti, ma anche altri gruppi politici hanno espresso perplessità sulla figura di Fitto. Stefan Löfven, presidente del Pse, ha lanciato un “chiaro avvertimento” alla Commissione von der Leyen, sottolineando che il sostegno del suo gruppo politico non è scontato. “La prossima Commissione dovrà rispettare sia i principi che le politiche che sosteniamo”, ha ribadito Löfven, ricordando che il voto in Parlamento non sarà un semplice “assegno in bianco”.
Anche i liberali di Renew Europe, che fanno parte della maggioranza che sostiene von der Leyen, hanno espresso preoccupazioni riguardo alla possibile nomina di Fitto. Nella loro dichiarazione programmatica, approvata a Ostenda, hanno ribadito che i commissari europei devono essere completamente indipendenti dai governi nazionali e che ogni commissario deve dimostrare un impegno profondo per l'integrazione europea. “Chiederemo loro di confermare che credono fermamente nell'ulteriore integrazione dell'Ue”, si legge nella nota, con l’esplicita richiesta di non nazionalizzare le politiche europee, ma piuttosto di “europeizzare le questioni nazionali”.
I Verdi, dal canto loro, hanno ricordato come von der Leyen sia stata eletta anche grazie ai loro voti. Terry Reintke, co-presidente dei Verdi, ha sottolineato che senza il loro appoggio la Commissione non avrebbe potuto nascere, aggiungendo che eventuali spostamenti a destra non sarebbero tollerati. “La Commissione non deve spostarsi improvvisamente a destra”, ha affermato Reintke, evidenziando come i Verdi abbiano giocato un ruolo cruciale per formare la maggioranza attuale.
Anche il Partito Democratico italiano ha preso una posizione prudente sulla figura di Raffaele Fitto. Fonti parlamentari del Pd hanno dichiarato che Fitto sarà valutato senza pregiudizi, ma sarà essenziale che nella sua presentazione mostri un chiaro orientamento europeista. “Non è stata la delegazione italiana a porre il problema Fitto”, hanno precisato, riferendosi alle preoccupazioni sollevate da altre delegazioni, tra cui quella francese e tedesca, che si sono opposte alla sua possibile nomina come vicepresidente esecutivo.