Mentre la guerra in Ucraina entra nel giorno 931, il conflitto assume contorni sempre più complessi, con nuove tensioni internazionali che coinvolgono non solo Kiev e Mosca, ma anche altri attori globali come Stati Uniti, Regno Unito e Iran. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato di essere al lavoro per permettere all'Ucraina di utilizzare armi a lungo raggio sul territorio russo, mentre le potenze occidentali pianificano nuove sanzioni contro l'Iran per il presunto supporto militare a Mosca. Nel frattempo, Kiev intensifica la sua produzione bellica e si prepara a un lungo conflitto.
Biden valuta l'uso di armi a lungo raggio
In risposta alle richieste ucraine di maggiore sostegno militare, Joe Biden ha confermato che la sua amministrazione sta considerando la possibilità di fornire a Kiev missili a lungo raggio, che potrebbero essere utilizzati per colpire obiettivi all'interno della Russia. "Stiamo lavorando per consentire all'Ucraina di usare missili a lungo raggio contro la Russia", ha dichiarato il presidente americano durante un breve colloquio con i giornalisti. Questa possibilità apre scenari potenzialmente esplosivi, data la delicatezza di un conflitto che ormai coinvolge apertamente potenze mondiali.
Il tema sarà discusso durante un incontro alla Casa Bianca previsto per venerdì, quando Biden accoglierà il primo ministro britannico Keir Starmer. Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha confermato che gli attacchi con armi occidentali contro la Russia saranno tra i principali argomenti del vertice. Il rafforzamento dell’alleanza tra Stati Uniti e Regno Unito è sempre più evidente, come sottolineato dallo stesso Blinken: "Siamo gli alleati più stretti, e stiamo lavorando insieme per sostenere l'Ucraina nella sua lotta contro l'aggressione russa".
Iran nel mirino delle sanzioni occidentali
Accanto al supporto militare diretto a Kiev, le potenze occidentali continuano a intensificare le pressioni su quegli attori internazionali che sostengono Mosca. L'Iran, accusato di fornire missili e droni alla Russia, è finito nel mirino delle sanzioni di Stati Uniti e Unione Europea. Blinken, dopo un incontro a Londra con il ministro degli Esteri britannico David Lammy, ha annunciato un nuovo pacchetto di misure contro Teheran, colpendo anche la compagnia aerea Iran Air, accusata di facilitare il trasporto di armi verso la Russia. "Abbiamo prove del fatto che l'Iran ha già consegnato una partita di missili a Mosca, che potrebbero essere usati nelle prossime settimane in Ucraina", ha dichiarato Blinken.
Teheran ha respinto con forza le accuse, definendo i resoconti occidentali "cattiva propaganda" volta a distogliere l'attenzione dal supporto militare che gli Stati Uniti e i loro alleati forniscono a Israele. Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanaani, ha ribadito la posizione del suo governo in un messaggio su X, respingendo le sanzioni come un tentativo di mascherare le manovre occidentali in Medio Oriente.
La produzione bellica ucraina raddoppia
Mentre le tensioni internazionali crescono, Kiev continua a rafforzare il suo arsenale. Il primo ministro ucraino Denys Shmyhal ha annunciato che l’Ucraina ha raddoppiato la sua produzione di armi nei primi otto mesi del 2024 rispetto all'anno precedente. Questo sforzo è stato reso possibile anche grazie ai finanziamenti e alle partnership occidentali, che hanno consentito a Kiev di colmare il divario con un esercito russo meglio equipaggiato. Tra gli sviluppi più significativi, la produzione di un milione di droni, ritenuti fondamentali per la difesa e gli attacchi contro le forze russe.
A conferma dell'espansione della capacità militare ucraina, a fine agosto il presidente Volodymyr Zelensky ha celebrato il successo del test del primo missile balistico progettato interamente in Ucraina. Questo risultato, insieme all’impiego di droni a lungo raggio, segna un passo importante per l’industria bellica del paese, che mira a garantire una maggiore autosufficienza in un conflitto destinato a protrarsi nel tempo.
Attacchi aerei e il ruolo della NATO
Gli sviluppi sul campo non si limitano però al potenziamento delle forze ucraine. Il conflitto ha registrato nuovi attacchi, con droni ucraini che hanno colpito il territorio russo, causando un morto vicino a Mosca e costringendo alla chiusura tre dei quattro aeroporti della capitale.
Nel frattempo, sul fronte politico, la vicepresidente americana Kamala Harris ha attaccato duramente Donald Trump, dichiarando che autocrati come Vladimir Putin farebbero il tifo per un suo ritorno alla presidenza. "Putin ti mangerebbe a pranzo", ha detto Harris durante un dibattito televisivo, sottolineando che una presidenza Trump indebolirebbe l’unità della NATO e la sicurezza dell’Europa orientale. Harris ha ribadito il forte legame tra gli alleati della NATO e la determinazione a sostenere Kiev, in netto contrasto con la politica che Trump ha adottato in passato nei confronti della Russia.
Con il conflitto in Ucraina che si intensifica e coinvolge sempre più attori globali, il futuro appare incerto. Gli Stati Uniti e il Regno Unito continuano a guidare lo sforzo occidentale per sostenere Kiev, mentre nuove sanzioni contro l'Iran e le prospettive di escalation militare aprono scenari inquietanti. Da una parte, l’Ucraina rafforza la sua capacità bellica, dall’altra, la Russia continua a ricevere supporto da alleati strategici come l’Iran. Il conflitto rischia di trascinarsi ancora a lungo, con implicazioni che si estendono ben oltre i confini dell’Europa orientale.