La Camera dei Deputati ha approvato nuovi articoli del disegno di legge (ddl) sicurezza, proposto dal governo, che introducono significative novità nel Codice penale, soprattutto in materia di occupazioni abusive di immobili e di manifestazioni che ostacolano la realizzazione di opere pubbliche. Queste norme, fortemente volute dall'esecutivo, mirano a rafforzare il contrasto ai fenomeni di illegalità e a garantire il rispetto delle regole fondamentali di convivenza civile. Tra le principali novità, spicca l’introduzione di un nuovo reato che punisce severamente chi occupa abusivamente un immobile destinato a domicilio, con pene fino a sette anni di carcere. Approvata anche la controversa norma che introduce sanzioni per chi, attraverso proteste e blocchi, impedisce la realizzazione di infrastrutture strategiche, come il Ponte sullo Stretto di Messina.
Stretta sulle occupazioni abusive: carcere fino a 7 anni
La principale novità introdotta dal ddl sicurezza riguarda l'inasprimento delle pene per l'occupazione abusiva di immobili. Con l'approvazione dell'articolo 10, viene inserito nel Codice penale il nuovo articolo 634-bis, che introduce il reato di “occupazione arbitraria di un immobile destinato a domicilio altrui”. Questa misura colpisce chi, attraverso violenza o minaccia, si impossessa di un immobile senza titolo, impedendo al legittimo proprietario o detentore di rientrare in possesso della propria casa. La pena prevista per questo reato va dai due ai sette anni di reclusione, una risposta decisa a un fenomeno ritenuto in crescita e che ha suscitato allarme sociale.
Il nuovo testo prevede anche sanzioni per chi, attraverso inganno o raggiri, si appropria di un immobile altrui, o per chi cede ad altri l'immobile occupato. Il ddl specifica inoltre che l'azione penale è avviata d'ufficio se il reato è commesso nei confronti di una persona considerata incapace per età o per infermità. Questa modifica risponde alla necessità di tutelare in particolare le fasce più vulnerabili della popolazione, che spesso si trovano maggiormente esposte alle conseguenze di occupazioni abusive. L’articolo 634-bis rappresenta, dunque, un vero e proprio cambio di rotta nella lotta contro l'illegalità abitativa.
Norma “anti no-ponte”: sanzioni per chi blocca opere strategiche
Un altro elemento chiave del ddl sicurezza è l'articolo 14, che prevede pene più severe per chi ostacola la realizzazione di opere pubbliche o infrastrutture strategiche attraverso manifestazioni o blocchi. Questa norma è stata ribattezzata "anti no-ponte" poiché mira a colpire, in particolare, le proteste contro il Ponte sullo Stretto di Messina, un progetto che ha sollevato forti opposizioni nei mesi scorsi. L'articolo introduce sanzioni per chi, attraverso manifestazioni o blocchi, impedisce la costruzione di infrastrutture strategiche per il Paese.
La norma prevede la reclusione fino a un mese o una multa fino a 300 euro per chi realizza blocchi stradali o ferroviari con il proprio corpo. Se l'azione è compiuta da più persone riunite, la pena sale, con la reclusione da sei mesi a due anni. Con questo intervento normativo, il governo intende trasformare l’illecito amministrativo attualmente previsto in un vero e proprio reato penale, con l’obiettivo di dissuadere in maniera più efficace i gruppi di protesta. Le proteste contro grandi opere pubbliche, spesso animate da movimenti locali o ambientalisti, saranno dunque trattate come reati, con conseguenze legali più pesanti.
Le implicazioni politiche e sociali delle nuove misure
L’approvazione di queste nuove norme ha sollevato un acceso dibattito in Parlamento e tra l’opinione pubblica. Da un lato, i sostenitori del ddl sicurezza sostengono che queste misure siano necessarie per garantire il rispetto della legalità e per tutelare i diritti dei cittadini, soprattutto quelli più vulnerabili, come nel caso degli occupanti abusivi. Dall’altro, i critici denunciano una svolta repressiva che potrebbe limitare le libertà di manifestazione e penalizzare in maniera eccessiva chi protesta per la difesa del territorio o per cause sociali.
In particolare, la norma “anti no-ponte” è vista come un tentativo di silenziare le opposizioni locali, che da anni si battono contro la costruzione del Ponte sullo Stretto, considerato un’opera inutile e dannosa per l’ambiente. Tuttavia, il governo difende la necessità di proseguire con i grandi progetti infrastrutturali, visti come strategici per lo sviluppo economico del Paese, e ritiene che le nuove norme siano uno strumento indispensabile per assicurare che tali opere possano essere realizzate senza ostacoli.
La seduta della Camera, che ha visto l'approvazione degli articoli 10 e 14 del ddl sicurezza, è stata sospesa in attesa di ulteriori pareri su altri emendamenti. La discussione riprenderà nei prossimi giorni, con la possibilità di ulteriori modifiche al testo. Le nuove norme, se approvate definitivamente, avranno un impatto significativo su diversi ambiti della vita pubblica e privata, inasprendo le sanzioni per reati legati alle occupazioni abusive e alle proteste contro infrastrutture strategiche.
Resta da vedere come queste misure saranno accolte dalla società civile e quali effetti avranno sulla tutela dei diritti individuali e collettivi. Nel frattempo, il dibattito politico si preannuncia intenso, con i partiti di opposizione pronti a dare battaglia per cercare di limitare quello che definiscono un eccesso di repressione da parte del governo.