La Banca Centrale Europea ha tagliato i tassi d’interesse per la seconda volta consecutiva, riducendoli di 25 punti base. Tuttavia, i mercati e gli osservatori dovranno probabilmente attendere dicembre per un ulteriore calo. L'inflazione, pur in discesa, continua a preoccupare l’Eurotower, che preferisce mantenere una linea di prudenza. Un approccio che non trova consenso unanime, in particolare da parte del governo italiano, che auspica misure più decise per stimolare la crescita. Da un lato, la presidente della Bce, Christine Lagarde, difende la scelta di mantenere tassi elevati; dall’altro, esponenti come il vicepremier Antonio Tajani e il ministro Adolfo Urso criticano una politica monetaria considerata troppo conservativa.
Un secondo taglio, ma prospettive ancora incerte
La decisione della Bce di tagliare i tassi, seppur attesa, ha avuto un impatto positivo sui mercati europei, che hanno chiuso in rialzo. Tuttavia, il ritmo dei futuri tagli rimane incerto, con la prossima mossa prevista non prima di dicembre. L'inflazione sta seguendo il percorso atteso, e le stime della Bce sono rimaste invariate rispetto a giugno, con l'inflazione che si attesta al 2,5% per quest'anno, scendendo al 2,2% nel 2025 e stabilizzandosi all'1,9% nel 2026. Il target del 2%, obiettivo principale della Bce, dovrebbe essere raggiunto entro la fine del 2025.
La prudenza della Banca Centrale è motivata da alcune pressioni persistenti sui prezzi e dall'incertezza economica globale. Il Consiglio direttivo, pur riconoscendo i segnali di rallentamento dell'inflazione, rimane cauto, preferendo non sbilanciarsi su tagli troppo rapidi o consistenti. “Manterremo i tassi a livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario,” ha dichiarato Christine Lagarde durante la conferenza stampa, sottolineando che la Bce non intende prendere impegni su eventuali percorsi futuri, preferendo attenersi ai dati economici disponibili.
La risposta del governo italiano: "Serviva più coraggio"
Mentre la Bce continua a mantenere una linea di prudenza, in Italia le reazioni non si sono fatte attendere. Il vicepremier Antonio Tajani ha criticato apertamente la decisione, definendola insufficiente: "Serviva più coraggio", ha dichiarato, richiamando la necessità di una politica monetaria più espansiva per sostenere la crescita. Tajani ha inoltre espresso l'esigenza di una modifica del Trattato europeo, che permetta alla Bce di avere un ruolo più attivo non solo nel controllo dell'inflazione, ma anche nel promuovere la crescita economica. Il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, ha ribadito queste critiche, affermando che Francoforte ha “deluso ancora una volta le aspettative”.
Tajani ha inoltre sottolineato come l'approccio rigorista di alcuni Paesi, come la Germania, non debba prevalere, sostenendo che l’Unione Europea ha bisogno di politiche più coraggiose e flessibili. La richiesta di un taglio dei tassi più rapido e significativo non proviene solo dalla maggioranza di governo: anche esponenti dell'opposizione, come i parlamentari del Movimento 5 Stelle, hanno chiesto una svolta più decisa in questa direzione.
Prospettive future: dicembre come prossima tappa cruciale
Sebbene il taglio dei tassi fosse atteso da tempo, Lagarde ha chiarito che la Bce non intende accelerare il ritmo delle sue decisioni. Secondo la presidente, il mese di ottobre è troppo vicino per poter basare ulteriori interventi su nuovi dati, mentre dicembre potrebbe rappresentare il momento giusto per prendere in considerazione eventuali ulteriori riduzioni. La crescita economica, secondo le stime dell’Eurotower, subirà un lieve rallentamento: lo 0,8% nel 2024, l'1,3% nel 2025 e l'1,5% nel 2026. Tuttavia, Lagarde ha mostrato un certo ottimismo riguardo al futuro, affermando che l'economia europea si riprenderà e che il picco dell'impatto dei tassi elevati è ormai alle spalle.
Nonostante il rallentamento della crescita, l'approccio della Bce rimane concentrato sul raggiungimento degli obiettivi di inflazione, senza cedere alle pressioni per tagli più rapidi o incisivi. Lagarde ha anche lodato il rapporto Draghi, definendolo “formidabile” e “severo ma giusto” nelle sue indicazioni sulle riforme strutturali necessarie per sbloccare la competitività economica in Europa. Ha inoltre esortato i governi a dare seguito a queste raccomandazioni, sottolineando che tali riforme potrebbero offrire un contributo importante alla crescita economica.
Le sfide di una politica monetaria in evoluzione
La decisione della Bce di mantenere una linea di cautela rappresenta una sfida per le economie europee, in particolare per Paesi come l'Italia, che cercano di conciliare la stabilità dei prezzi con la necessità di stimolare la crescita. Le dichiarazioni di Tajani e Urso sottolineano le tensioni politiche esistenti tra la Bce e alcuni governi, che spingono per un cambiamento delle regole del gioco a livello europeo.
Il prossimo appuntamento cruciale sarà a dicembre, quando la Bce pubblicherà nuove previsioni economiche e, forse, deciderà di proseguire il suo percorso di tagli. Tuttavia, Lagarde ha già avvertito che “sarà quel che sarà”, suggerendo che la Bce rimarrà ancorata ai dati economici e non si lascerà influenzare dalle pressioni esterne.